𖤐 XXI 𖤐

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_Quello per favore piegalo bene dato che non l'ho usato. Quello invece puoi buttarlo dentro a caso. Quello là va bene se lo lasci così com'è_
Hwanwoong era disteso sul suo letto a mo' di Cleopatra e indicava al suo ragazzo come mettergli i vestiti nella valigia. Non che non ce l'avesse fatto da solo, ma Youngjo aveva insistito di fare i bagagli per lui di modo che non avrebbe sforzato la caviglia sinistra.
_Ma quanta roba ci sta qua dentro?_  mormorò il corvino mentre fece tutto ciò come gli venne detto con il massimo impegno.
_Senti, io non ti ho obbligato, quindi non ti lamentare_  gli ricordò Hwanwoong con un ghigno e si passò la mano nei capelli sotto allo sguardo del più grande.
_Daiii, non fare così_  piagnucolò quest'ultimo.
_Come? Così?_  sghignazzò il biondo e ripeté la mossa.
_Esattamente. Non riesco a concentrarmi_
_Non guardare allora_
_Non ci riesco_
Il più piccolo ridacchiò e si mise seduto a gambe incrociate.
_Mi spiace per te_  disse diabolico e afferrò la scollatura della sua t-shirt per tirarla e mettere in mostra una sua clavicola. Youngjo si alzò in piedi in uno scatto, oltrepassò la valigia aperta con un passo e si buttò sul ragazzo per intrappolarlo sotto di sé sul materasso, i polsi bloccati dalle sue mani vicino alla testa.
_Lo hai voluto tu piccola canaglia, ora pagherai_  disse sorridente e si fiondò sul petto di Hwanwoong con la bocca facendolo ridere e gridare dal solletico.
_Okay, scusa! Non lo faccio più, promesso!_  urlò come una ragazzina cercando di scalciare, ma le sue gambe erano bloccate dal peso del più grande.
_Sicuro?_  chiese quest'ultimo smettendo di torturarlo.
_Al 100%_
Youngjo sorrise e gli lasciò un dolce bacio sulle labbra.
_Meglio se mantieni la promessa. Lo sai che mi fai impazzire..._
Smise di parlare per via di un rumore alla porta.
_Ma perchè non possono mai lasciarci in pace?_  sbuffò alzando gli occhi al cielo.
_Momento inadatto!_  gridò poi e Hwanwoong si mise a ridere.
_Per favore! È un'emergenza!_  rispose la voce agitata di Dongju.
_Ebbene, allora_  si arrese il corvino e si alzò dal bacino del suo ragazzo per raggiungere la porta e aprirla.
_No Dongju, non ti faccio la valigia_  disse per prima cosa senza dare la possibilità al maknae di spiegare qualsiasi cosa.
_Non è per quello_  disse in effetti subito.
_Seoho si sta picchiando con dei ragazzi_
Hwanwoong, ancora sdraiato sul letto sgranò gli occhi.
_Che stai dicendo?_
_La verità. Gli hanno ancora dato del frocio e ha perso la pazienza. Li ho visti a casissimo dato che ho la camera poco lontana_
_Okay, arrivo subito. Dov'è?_  chiese Youngjo stringendo i pugni.
_Al secondo piano, proprio vicino alle scale_
A Youngjo non servirono altre spiegazioni e si precipitò in corridoio. Dongju rimase in piedi sulla soglia della porta a guardare come il più grande sparì dalla sua visuale, poi entrò nella camera e si sedette sul letto accanto a Hwanwoong.
_Ma chi sono quei ragazzi?_  chiese il maggiore.
_I soliti, credo. Hanno già fatto gli stronzi quando io e Geonhak abbiamo fatto coming out e a quanto pare hanno trovato due nuove vittime. Purtroppo Seoho non è molto bravo a ignorare_  spiegò Dongju triste.
_Temo che punteranno anche su te e Youngjo_
_Forse..._  disse Hwanwoong pensieroso al quale seguì un lungo silenzio.
_Ma infine?_  continuò il maknae mostrando un piccolo sorriso dispettoso.
_Cosa?_  chiese il più grande innocente.
_Dai, lo so che state assieme, non c'è bisogno di negare caro mio_  ridacchiò Dongju e gli tirò una gomitata. L'altro sorrise imbarazzato e guardò altrove.
_Anzi no, non parlare, ho già capito_
Si punzecchiarono ancora un po', poi Hwanwoong propose di andare a vedere che combinavano Seoho e Youngjo. Avevano paura di quello che avrebbero potuto vedere, ma quando arrivarono al secondo piano c'erano solo in giro alcuni dei loro compagni a discutere. Scoprirono che coloro che si erano picchiati erano stati mandati tutti in infermeria.
Hwanwoong e Dongju si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi andarono al pianterreno dove si trovava una piccola stanza per le emergenze. Era piena di gente, tra cui Seoho, Youngjo, tre ragazzi che probabilmente erano quelli con i quali si erano picchiati, Keonhee, Geonhak, un paio di professori e la signora Kwon che sembrava più arrabbiata che mai. Quando i due maknae si aggiunsero era nel bel mezzo di una sgridata.
_... e non sapete quanta dignità avete perso con questo gesto infantile! Prima di tutti voi tre non avete idea di quanto siete stati irrispettosi con quei commenti da stronzi, e voi due siete immaturi ad alzare subito le mani! Spero che una cosa del genere non capiti mai più!_
Ora Hwanwoong notò che uno dei tre ragazzi aveva un rigonfiamento sotto all'occhio che stava già andando nella direzione del colore blu e a un'altro sanguinava il labbro. Il terzo, Seoho e Youngjo invece sembravano tutti completamente sani. Keonhee teneva la mano al suo ragazzo per tranquillizzarlo e impedirgli di rispondere male alla Kwon, Geonhak si tratteneva dal ridere e tutti gli altri presenti stavano semplicemente fermi e zitti ad osservare la scena.
_Ora voi tre vi scusate con Keonhee e Seoho immediatamente_  concluse la Kwon il suo discorso puntando il dito contro i ragazzi in questione che fecero come detto evidentemente più imbarazzati che mai.
_Vorrei dire che magari voi non dovreste baciarvi davanti a tutti per non provocare, ma non è vietato quindi continuate pure a farlo_  sussurrò ai due ragazzi in piedi che ascoltavano le scuse degli altri con espressioni diaboliche. Alle parole della professoressa tutti si guardarono stupiti. Forse anche su quella donna la gita aveva avuto un effetto speciale.
_Okay...?_  disse quindi Keonhee con un sorriso timido al quale la signora Kwon batté le mani contenta e uscì dall'infermeria borbottando su quanto quella gita era andata fuori controllo.
Gli altri professori presenti diedero il permesso ai ragazzi di andare, a parte ai due che si erano fatti male e che dovevano venire medicati.
_Mi raccomando ragazzi, continuate a limonare in mensa_  sghignazzò Geonhak imitando la voce agitata della Kwon quando furono loro 6 da soli e iniziarono a risalire le scale. Seoho alzò gli occhi al cielo.
_È stata l'idea di Keonhee_  si difese con un broncio e gli puntò il dito contro.
_E a te è piaciuta_  sghignazzò lui e gli tirò un pizzicotto. Gli altri risero.
_Ma voi sapete cos'è successo con la Kwon? È strana negli ultimi giorni_  fece notare Youngjo.
_Mmh... sarà da quando il suo cocco si è perso nel bosco_  scherzò Geonhak e scompigliò i capelli al maknae.
_Meglio così, no? Sembra essere la sostenitrice numero 1 dell'LGBTQ+ nella nostra scuola_  canticchiò Dongju e saltellò sul posto.
_A più tardi ragazzi. Non ho nemmeno iniziato a fare i bagagli_
Quando Hwanwoong e Youngjo furono di nuovo in camera il biondino incrociò subito le braccia.
_Sei stato tu a tirare un pugno in faccia a quel ragazzo?_  domandò severo. Il maggiore lo guardò stupito, poi incrociò le mani dietro alla schiena in preda al nervosismo.
_Ehm... no...?_
Hwanwoong sbuffò.
_Guarda che mi accorgo quando non dici la verità. Avanti, l'hai fatto o no?_
Youngjo si morse il labbro.
_E va bene. Sì gli ho tirato un pugno in faccia, ma ti giuro che non volevo beccarlo lì_
Vedendo che il suo ragazzo non aveva ancora cambiato espressione si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle.
_Te lo giuro, sul serio_
Hwanwoong non resistette a lungo a tale dolcezza e scoppiò a ridere.
_Va bene, ti credo. Ma non farlo più per favore. Non si risolve nulla con la violenza_
Youngjo gli posò le labbra sul collo e mugolò qualcosa.
_D'accordo amore, perdonami_
Hwanwoong ridacchiò. Adorava quando il corvino gli lasciva dei segni.
_Dai, finiamo di fare i bagagli. Dopo ti lascio fare quel che vuoi_

Il giorno dopo, ovvero venerdì mattina fu ora di tornare in città. Non sembrò dispiacere a nessuno di tornare nella civiltà alla quale erano abituati. Il più entusiasta di tutti era chiaramente Dongju che finora aveva mantenuto la sua parola di non mettere più piede in un bosco. Hwanwoong non sapeva esprimere un giudizio. Gli era piaciuto molto stare nella natura, ma probabilmente anche lui non avrebbe provato malinconia per quel posto. Teneva conto del fatto che l'aveva fatto innamorare di Youngjo e viceversa, ma sicuramente sarebbe successo anche da qualche altra parte. Si disse quindi che poteva partire tranquillamente. L'unica cosa che lo preoccupava era la reazione dei suoi genitori appena avrebbero visto il suo telefono rovinato e il pensiero che il suo ragazzo avrebbe dovuto tornare nelle grinfie della sua aggressiva madre e di quel menefreghista di un padre. Una cosa che però era sicura: Youngjo avrebbe speso la maggior parte del suo tempo libero a casa di Hwanwoong e di base con lui, quindi probabilmente non avrebbe nemmeno più avuto molto tempo da passare con la sua famiglia.
I 6 ragazzi occuparono due posti a quattro per il lungo viaggio di modo che potevano stare tutti assieme. Fu uno spasso, erano diventati davvero inseparabili e tanto in fretta nessuno si sarebbe dimenticato di loro in quella scuola, questo era sicuro.
Hwanwoong e Youngjo stettero chiaramente appiccicati per tutto il viaggio e intanto ogni singola persona in quel treno sapeva che fossero una coppia. Il biondino era sulla strada migliore per non più vergognarsi di cosa era e a chi apparteneva ed era felice di avere il suo ragazzo e i suoi quattro migliori amici accanto che lo sostenevano. Non avrebbe più esitato a dire al mondo di essere gay.
Quattro lunghe ore più tardi il treno si fermò nell'enorme stazione della loro città e fu ora di togliere le valigie dai ripiani e scendere dal mezzo. Hwanwoong era occupato a scendere attentamente i grandini con le stampelle, così Youngjo gli portò la valigia, cosa ovvia dopotutto, no?
_Oh, eccoli_  sussurrò il più giovane al corvino appena intravide i suoi genitori in lontananza.
_Preparati ad essere assalito_
_Okay_
Youngjo ridacchiò mentre lo seguì fino dai suoi.
_Tesoro!_  esclamò subito sua madre e gli saltò al collo.
_Come stai? Tutto bene? Ti fa male il piede? Cos'hai qui sul collo?_
Hwanwoong si scambiò uno sguardo con il corvino che gli annuì incoraggiante.
_Ehm... mamma, papà... lui è Youngjo. Il mio ragazzo_
Ci fu silenzio. I due adulti si scambiarono uno sguardo, poi sorrisero.
_Piacere di conoscerti Youngjo_  disse il padre di Hwanwoong e gli tese la mano.
_Sei tu colui che l'ha aiutato quando si è fatto male, giusto?_
Il corvino strinse la mano all'uomo e poi anche a sua moglie con un sorriso.
_Sì. Gli ho aiutato a uscire dalla trappola, niente di che_
_Come niente di che?!_  esultò la donna frustrata e si mise le mani sul petto.
_Woongie mi ha detto che l'hai portato in spalle per ore, l'hai medicato e gli hai aiutato a camminare quando non aveva le stampelle. Questo non sarebbe niente di che?!_
Lanciò le braccia attorno al collo di Youngjo e lo strinse in un abbraccio spaccaossa.
_Volevo ringraziarti in persona comunque. Grazie mille_
_Ouf, prego_  ansimò il corvino in cerca di ossigeno mentre il suo ragazzo e il padre ridevano.
_Sei il benvenuto quando vuoi_  disse la donna infine e lo lasciò andare.
Parlarono ancora un po', poi fu ora di salutarsi.
_Sicuro che non vuoi che ti portiamo a casa?_  chiese Hwanwoong dubbioso mentre i suoi genitori stavano già raggiungendo l'auto con la sua valigia.
_No tranquillo. C'è mio papà la dietro_  lo rassicurò Youngjo indicando la persona in questione a un paio di decine di metri da loro. Era un uomo alto e robusto, coi capelli corti color pece e uno sguardo inespressivo.
_Rimani vivo, mi raccomando_
Youngjo sorrise.
_Lo sarò sempre. Sei tu che mi fai vivere_
Lo strinse a sé e gli appoggiò le labbra sulla bocca, molto evidentemente, di modo che non solo suo padre, ma chiunque che passasse via potesse vederli.

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