𖤓 IV 𖤓

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La sveglia di Youngjo interruppe il sonno di entrambi. Era una canzone tranquilla e piacevole. Questo stupì Hwanwoong, si era aspettato qualcosa di radicale e buio, proprio come il carattere.
Si sedette dritto nel letto e si sfregò gli occhi.
_Uff, che palle_ mugugnò Youngjo mentre spense la musica e affondò di nuovo il viso nel cuscino. Hwanwoong scese con cautela dal letto cercando di non fare rumore e si avvicinò poi alla scrivania e alla sedia dove aveva depositato ciò che gli serviva. Si cambiò in fretta nella speranza che Youngjo non si sarebbe voltato e l'avesse visto, magari anche senza maglietta. Sarebbe stato solo un bersaglio in più.
Hwanwoong guardò il telefono. Mancava mezz'ora finché dovevano essere presenti in mensa.
Andò in bagno a pettinarsi. Youngjo aveva detto di volere la precedenza, ma si stava praticamente riaddormentando. Poteva arrangiarsi.
Hwanwoong ripassò il contorno dei suoi occhi accuratamente con la matita nera che si portava dietro quando dormiva fuori casa. Lo faceva da anni, secondo lui rendeva più belli i suoi occhi.
Quando uscì dal bagno Youngjo era seduto a gambe incrociate sul materasso e si passava le mani nei capelli.
_Ti metti la matita?_ chiese assonnato vedendo l'oggetto in mano del ragazzo.
_Sì_ rispose quello indifferente e la fece sparire in fretta. Youngjo rise.
_Perché? Sei gay o cosa?_
Non c'era cattiveria in quella domanda, solo divertimento e provocazione. Poteva essere interpretato quasi come simpatia.
Hwanwoong prese un profondo respiro. Forse era meglio non dirlo, avrebbe solo peggiorato tutto. Ma non voleva nemmeno negare la persona che era, così prese coraggio e parlò.
_Sì, sono gay_ ammise, stupito dal suo stesso tono tranquillo.
Il ragazzo di fronte a lui mostrò un'espressione sorpresa. Decisamente non aveva sospettato di nulla in questa direzione.
_E non so perchè lo faccio_
Youngjo rise.
_Se lo fai per migliorare il tuo aspetto puoi anche smetterla, tanto è inutile_
Ed ecco che la cosiddetta simpatia andò a quel paese.
Youngjo rise ancora di gusto e guardò con cattiveria come Hwanwoong abbassò lo sguardo, evidentemente ferito da quelle parole. Era così soddisfacente vederlo arrendersi a un semplice insulto.
_Forse converrebbe a te provarla_ disse invece e strinse gli occhi a due fessure aggressive mentre incriociò le braccia.
_Potrebbe migliorare il tuo di aspetto_
Entro pochi secondi Hwanwoong si rese conto di ciò che aveva detto e si tappò la bocca. Youngjo aveva sgranato gli occhi dallo stupore a quelle parole. Quel moccioso non si era mai difeso prima d'ora.
Si alzò in uno scatto e si avvicinò a Hwanwoong con pochi passi secchi.
_Ripeti ciò che hai detto_ disse aggressivo e appoggiò la mano sul suo collo, pronto a stringerlo. Hwanwoong aveva gli occhi spalancati dalla paura e indietreggiò di quel poco che poteva fino a scontrarsi con la scrivania.
_I-io... scusa, non intendevo..._ balbettò guardando Youngjo negli occhi. Lo intimoriva così tanto. Le sue pupille erano buie e spente e trasmettevano cattiveria. Era così alto e lo faceva sentire un povero scarafaggio incapace di volare che poteva venir schiacciato ogni momento da una pesante scarpa.
_So benissimo che lo intendevi, non sono mica scemo_
Youngjo non strinse la presa. Voleva solo vedere come il minore lo guardava terrorizzato a un semplice sfioramento. Lo faceva sentire così potente.
_Meglio per te se non mi arrivi più con cose del genere o finirai peggio di quello che sei già, chiaro?_
Hwanwoong annuì in fretta.
_Frocio di merda_
Youngjo si allontanò e lo lasciò nel suo angolino a respirare affannosamente. Ci mise un po' a riprendersi, poi afferrò le chiavi e il telefono e lasciò in fretta e furia la camera.
Andò al quarto piano e raggiunse la camera numero 408. Bussò cautamente, forse stavano ancora dormendo. Durò poco e la porta venne aperta.
_Buongiorno Hwanwoong_ disse il suo migliore amico sbadigliando e lo fece entrare con un sorriso. Il biondino sussultò. Al contrario di Youngjo che ci teneva che le sue cose fossero al loro posto e che nessuno li toccasse, Keonhee e Seoho a quanto pare avevano deciso di mescolare tutto. L'armadio era aperto e vestiti di tutti i tipi penzolavano fuori da esso, probabilmente non si chiudeva nemmeno più. Sul pavimento tra i letti erano sparpagliati oggetti che coprivano quasi del tutto il pavimento e il bagno Hwanwoong non lo volle nemmeno vedere.
_Ma che diavolo..._ iniziò mentre cercò una via tra quel casino per riuscire ad entrare nella camera.
_Sì, non ci teniamo molto all'ordine_ ridacchiò Seoho che si stava cambiando senza alcuna vergogna.
_Comunque piacere di conoscerti_ disse allegro mentre si sfilò la maglietta che usava per dormire.
Hwanwoong annuì e lo salutò esitante con la mano.
_Che succede?_ chiese Keonhee preoccupato distogliendo con fatica lo sguardo dal torace di Seoho.
_Ti ha trattato di merda già di prima mattina?_
Hwanwoong annuì e mise il broncio.
_Chi?_ chiese Seoho interessato nel frattempo che si mise una maglietta bianca leggera che lasciava intravvedere le clavicole.
_Kim Youngjo_ rispose Hwanwoong e si voltò per guardarlo.
_Va in classe con te?_
_Per fortuna no!_ esclamò Seoho e alzò le mani in aria.
_Vedi? L'ho detto che non ha amici_ disse il più piccolo rivolto a Keonhee trionfante. Ma il suo migliore amico non sembrava interessato a risponder gli. Aveva gli occhi incollati sul corpo di Seoho e Hwanwoong vedendolo alzò le sopracciglia. Lo afferrò per il polso con un sorriso diabolico.
_Vieni Keonhee. Invece di sbavare guardando il tuo nuovo amico potresti accompagnarmi in mensa_
Hwanwoong ridacchiò vedendo come il suo migliore amico arrossì a quelle parole e iniziò a trascinarlo verso la porta. Seoho li guardò sorpreso.
_Io... vi raggiungo più tardi_ disse insicuro e continuò a prepararsi.
_Aspetta, il mio telefono_ si oppose Keonhee cercando di fermarsi, ma il piccolino era testardo.
_Non ti serve per mangiare. Su vieni_ disse divertito e lo tirò fuori in corridoio. Appena la porta si chiuse venne guardato arrabbiato.
_Perché hai detto quella cosa? Adesso capirà che mi piace_
_Si capiva già prima, non illuderti_ sghignazzò Hwanwoong e gli tirò un pizzicotto sul braccio. Keonhee scattò al dolore e mise il broncio.
_Youngjo è così stronzo che adesso ti metti a bullizzare i tuoi amici?_
Mostrò un sorriso tenero vedendo lo sguardo spaventato di Hwanwoong.
_Ah, non ascoltarmi. Sto dicendo cazzate. Fai tutto ciò che ti aiuta a superare questo periodo, okay?_
Hwanwoong annuì e ricambiò il sorriso.
Altre porte si aprirono e i loro compagni di scuola iniziarono a scendere le scale per raggiungere la mensa.
_Dai andiamo, ho fame_
Prese Keonhee per mano e lo trascinò con sé.
_In fin dei conti non era poi tanto asociale Seoho_ osservò mentre erano in fila per prendersi un vassoio. Il profumo di cornetti freschi e caffè riempiva l'aria.
_È perchè si è appena svegliato_ scherzò Keonhee e guardò un punto nel nulla per sognare ad occhi aperti.
_Hai visto quanto è figo senza..._
_Keonhee, siamo in pubblico_ mormorò Hwanwoong a denti stretti interrompendolo.
_E allora? Dovrei vergognarmi a dire che mi piacciono i maschi senza maglietta?_ continuò l'altro senza pensare di abbassare la voce e ignorò gli sguardi scettici che alcune ragazze davanti a lui gli lanciarono.
Hwanwoong si picchiò una mano in fronte e desiderò di trovarsi da un'altra parte. Quando si trattava di mettere in imbarazzo le altre persone Keonhee riceveva sempre la medaglia d'oro. Hwanwoong si ricordava ancora di come si erano avvicinati. Erano passate poche settimane di scuola e già i suoi compagni di classe lo deridevano sui social. Keonhee era stato l'unico a prendere le sue difese andando a finire nella stessa situazione. Assieme erano riusciti poi passo dopo passo a risolvere il problema, ma il legame che avevano creato era rimasto. Non si erano mai separati durante gli anni e dalla storia del bullismo avevano aiutato a capirsi e aiutarsi a vicenda.
Hwanwoong consolava Keonhee quando la sua ennesima crush si rivelava impegnata o disinteressata e al contrario, Keonhee consolava Hwanwoong quando quest'ultimo diceva che non avrebbe mai trovato un ragazzo.
Presero il cibo e si sedettero a un tavolo non troppo al centro. Keonhee continuava ad alzare la testa e squadrare ogni persona che entrava nella sala.
_Arrenditi_ disse il suo migliore amico quando ebbe perso la pazienza e tirò un tovagliolo al suo hyung.
_Seoho non si innamorerà mai di te se lo stalkeri in quel modo_
Keonhee mise un broncio e guardò la sua ciotola ancora colma di cereali.
_Ti ricordo che ho lasciato il telefono in camera. Per di più per colpa tua_
Finirono la colazione per poi di nuovo salire le scale. A Hwanwoong venne augurata nuovamente buona fortuna prima che lui e Keonhee si separarono. Per fortuna si sarebbero rivisti dopo poco. Il programma era visitare il paese separati per classe e di conoscere la sua storia e tutte cose così che non interessavano a nessuno a parte i professori di storia.
Estrasse la chiave dalla tasca e la inserì accuratamente nella serratura. Era una buona sensazione non dover più bussare.
Entrò in silenzio nella camera. Era deserta. Quindi Youngjo era ancora in mensa o ne stava tornando. Meglio fare in fretta allora. Meno si vedevano, migliore era per entrambi.
Hwanwoong si affrettò a prendere ciò che gli serviva per il bagno e lavarsi i denti alla velocità della luce. Poi tornò al letto e tirò fuori la valigia aperta da sotto a esso. Prese uno zaino che si era portato dietro per avvenimenti simili a quello di quel giorno e lo riempì con una borraccia, il telefono, le chiavi, un capellino, occhiali da sole e altre cose utili. Proprio quando stava per afferrare la maniglia della porta per lasciare la camera, quella venne aperta e Youngjo gli si parò davanti. Lo guardone con cattiveria per qualche secondo, poi lo afferrò per la spalla spingendolo violentemente da parte e irrompendo nella stanza. Hwanwoong perse l'equilibrio e finì contro il muro con un duro colpo. Si lasciò sfuggire uno squittio di dolore e si massaggiò la spalla con la quale si era scontrato con la dura parete. Fulminò la schiena di Youngjo per poi uscire in corridoio pensando a tanti di quegli insulti che si sarebbe potuto farne un dizionario.

_E questa è l'antica fontana. È stata realizzata nel quattrocento dopo Cristo ed è ancora in piedi ora. Vi rendete conto ragazzi?_
Keonhee si trattenne una risata alle parole esageratamente entusiaste del professore di storia e Hwanwoong gli tirò una gomitata nello stomaco.
_Hai qualcosa da dire Keonhee?_
Il professore, un ometto obeso con gli occhiali rotondi e senza capelli, lo guardò con un sorriso interrogatorio e il ragazzo raddrizzò subito la schiena.
_No signor Jeong_
_Bene, allora... questa fontana è come già detto..._
_Non mi hai detto com'è andata prima_ sussurrò Keonhee a Hwanwoong, il quale accettò volentieri una scusa per non dover ascoltare qulla roba noiosa sulla fontana.
_Non preoccuparti, sto bene_
Il suo hyung alzò le sopracciglia.
_Sei venuto giù incazzato nero e ti tenevi la spalla_ insisté sottovoce. Hwanwoong si arrese.
_Mi ha scaraventato contro il muro, nulla di più_
_Nulla di più?!_
Keonhee si dimenticò di sussurrare e tutta la classe si voltò per guardarlo.
_Oh, perdonatemi_ disse imbarazzato e arrossì.
Il professore lo guardò severo, poi riprese a parlare.
_Senti, non mi va di lamentarmi. Me la cavo da solo_ continuò Hwanwoong sussurrando.
_Ma... devi dirlo a qualcuno. Non può prendersi gioco di te in quel modo_
Keeonhee lo guardò preoccupato.
_Ho già reclamato e non è servito a un cazzo, anzi. Ha solo peggiorato la situazione_
_Ma..._ protestò ancora il più grande, ma questa volta il professore ne aveva decisamente abbastanza della sua disattenzione e gli ordinò di allontanarsi da Hwanwoong.
Passarono le ore. Faceva un caldo bestiale. Era marzo e le temperature sembravano provenire direttamente dal Sahara.
_Oh, finalmente. Stavo morendo_ commentò Keonhee quando la classe raggiunse l'hotel. Erano stati fuori tutto il giorno a visitare quel poco che c'era da visitare ed erano stati all'ombra soltanto per pranzare.
Il palazzo era fresco e invitante. Hwanwoong e Keonhee si salutarono e il minore tra i due salì di corsa le scale sperando si essere il primo ad arrivare in camera così da non dover lasciare la precedenza a Youngjo per fare la doccia. Purtroppo, appena aprì la porta sentì scorrere in pieno l'acqua, segno che doveva aspettare. Sbuffò con forza per una volta che nessuno poteva sentirlo e lasciò cadere il suo zaino sul letto. Lasciò le scarpe a caso per terra e prese l'asciugamano e il sapone che gli sarebbero serviti dopo. Aspettò paziente seduto sul letto e intanto mise il telefono a caricare sul comodino.
Passarono minuti. Si udiva solo l'acqua e... anche qualcos'altro. Una voce. Youngjo cantava? Sotto la doccia? Un tipo come lui aveva così tanta sensibilità?
Hwanwoong si accorse che stava sorridendo e subito smise. Nemmeno le minime azioni gentili di quel bullo lo avrebbero fatto perdonare.
Finalmente l'acqua si spense. Ci furono ancora un paio di minuti di silenzio, poi il casino dell'asciugacapelli e poi finalmente si aprì la porta. Youngjo, completamente vestito e asciutto entrò nella vista di Hwanwoong. L'asciugamano sulle sue spalle lo appese all'armadio aperto per farlo asciugare.
_Ciao Hwanwoong_ lo salutò con poco interesse e si diresse al suo letto. Il nominato non rispose. Si alzò con le mani occupate dagli accessori per la doccia e si diresse verso la porta del bagno.
_Ehi, ehi, ma che maniere sono?_ disse Youngjo arrabbiato e appoggiò di colpo il braccio contro il muro bloccando così il passaggio a Hwanwoong.
_Cosa..._ iniziò lui ma venne interrotto.
_Perché non mi saluti, piccola pulce?_ ringhiò il corvino con voce minacciosa.
_Tua madre non ti ha insegnato la buona educazione?_
"Parla per te" pensò Hwanwoong arrabbiato e serrò i denti.
_Lasciami Youngjo_ disse deciso e cercò di spostare il braccio di quest'ultimo, ma venne solo afferrato brutalmente per i capelli.
_Tu non mi dici cosa fare e cosa no, chiaro?_
Annuì in fretta, ma solo per sfuggire al dolore alla sua testa.
Il bullo lo lasciò con un colpo e si allontanò. Hwanwoong si affrettò a chiudersi in bagno. Sentì Yungjo ridere fuori dalla porta e la rabbia iniziò a ribollirgli nelle vene. Strinse il lati del lavandino e il sangue gli pulsò nelle tempie. Prese lunghi respiri tranquillizzanti prima di spogliarsi, accendere l'acqua e mettersi sotto a essa. Si sentiva già meglio. Il sudore di quella giornata si lavò via dalla sua pelle e subito si sentì pulito e puro. Si lasciò andare per qualche minuto di pace dimenticando Youngjo e le sue crudeltà. Purtroppo non aveva tenuto conto che quest'ultimo ora aveva mano libera sui suoi oggetti personali.

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