capitolo 22: quindi è un sì?

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«Tu sai qualcosa che io non so.»
«Certo, l'ultima volta che ho provato a spiegarti, tu non mi hai creduto, San! Mio fratello non mi ha creduto, ma il suo amico sì.» ribatté Soomin.
«Senti, prometto che questa volta ti crederò. Voglio sapere cosa sta succedendo, perché non ho più sentito Wooyoung e quando vado a casa sua non risponde nessuno!» si lamentò San preoccupato. «So che la sua città natale non è Seoul, però se fosse andato dai suoi nonni me lo avrebbe detto, cioè non poteva scomparire così dal nulla!»
«Ci sono tante cose che dovresti sapere, ma devo portarti da Minjee e Jieun, ti spiegheranno tutto.»
A quanto pare era arrivato anche per San il momento di scoprire tutto.
Alla fine, i ragazzi iniziarono a dubitare dell'assenza di Wooyoung, temendo che fosse scomparso anche lui com'era scomparso Jungkook. Mancava da troppo tempo, e dopo che Jieun scoprì che San non ne sapeva niente, iniziò a preoccuparsi. Tao aveva colpito ancora? Oppure era stato qualcun altro? Per non rischiare, avevano deciso di dividersi in due gruppi. Minjee avrebbe pensato a cercare Jungkook, insieme a Renjun, Jeongin, Felix, Han, Jisung e Yeosang. Jieun invece avrebbe pensato a Wooyoung insieme a Hyunjin, Soomin, Seungmin, Minho, San, Chenle e Hongjoong; quest'ultimo li avrebbe aiutati anche se abitava dall'altra parte di Seoul, in quanto San voleva partecipare, senza ricordi e senza magia, quindi non erano molto sicuri di quanto sarebbe stato utile il suo aiuto. Infine, avevano invertito Minho e Jeongin, per evitare problemi con il sigillo.
Renjun avvolse le braccia attorno alla vita di Minjee, stringendola da dietro. «Perché non mi hai chiesto aiuto subito?» chiese appoggiando il mento sulla spalla di lei.
Minjee appoggiò i fogli sulla scrivania di fronte a lei. Non gli aveva ancora parlato, ma non pensava che sarebbe stato proprio lui ad iniziare l'argomento. «Perché Minho è l'unico a non aver perso i ricordi oltre a Jeongin. Noi potremmo avere dei buchi nelle nostre menti, lui invece no. Pensavo potesse coprire ciò che a me sarebbe potuto sfuggire.» rispose, appoggiando le mani su quelle che Renjun teneva strette attorno a lei. «Se avessi saputo che si trovava là dentro te l'avrei chiesto subito. Non pensare che non sappia che sei un genio, Jun. E poi volevo essere sicura prima di parlarne con tutti. Abbiamo già troppi quesiti da risolvere.»
«Se c'è qualcosa la prossima volta parlamene. Stiamo insieme non solo per le cose belle.» disse Renjun stringendola di più e nascondendo il viso contro il suo collo. Quando Minho andò da lui per chiedergli aiuto, scoprendo che Minjee aveva chiesto prima al suo ex che a lui, ci era rimasto male. Renjun aveva sempre avuto paure sin dall'inizio, sin dal momento in cui le chiese di uscire. Sapeva che non lo stava prendendo in giro, ma aveva comunque dei dubbi sul fatto che ora che stavano insieme, Minho le fosse del tutto indifferente. Quel giorno, le paure di Renjun crebbero.
Quei mesi, mentre si riprendevano dal combattimento con Kai, aveva visto come Minho si prendeva cura di lei, aiutandola. Per quello non si era mai fatto avanti prima. Sapeva che ci stava già provando Minho, e aveva visto quanto lei fosse presa da lui. Quali possibilità avrebbe avuto? L'occasione si era presentata un paio di mesi fa, quando i due entrarono in confidenza, e Minjee gli confessò di voler andare oltre Minho; però non si sarebbe mai messo in mezzo ad un rapporto che quei due avrebbero potuto costruire, se solo Minho non avesse iniziato ad uscire con un'altra.
«Minjee?» mormorò, facendola girare verso di sé, senza staccare la presa.
La ragazza si voltò guardandolo, mentre Renjun appoggiava la fronte contro la sua, prendendo un respiro profondo. «...ti amo.»
Minjee spalancò leggermente gli occhi. Nemmeno Minho le aveva mai detto quelle parole. Aprì la bocca per dire qualcosa, o meglio, ci provò, ma non riuscì a dire niente, se non una serie di parole sconnesse, facendo sorridere Renjun per quella scena stramba e tenera allo stesso tempo; per questo la zittì baciandola a stampo. «Non serve che me lo dici. Lo farai quando te la sentirai, va bene?»
Minjee annuì appoggiando la testa contro il petto di Renjun e abbracciandolo.

Sehun si lasciò andare contro lo schienale della sedia, buttando le braccia all'aria. Ce l'aveva fatta. Era riuscito a trovare un modo per falsificare un permesso da parte dei genitori di Doyoung per una visita. Erano ore che ci stava lavorando, e finalmente era tutto pronto. La data, e l'ora.
Inizialmente Minho e Minjee avevano richiesto un permesso per far entrare loro due, ma Sehun si era rifiutato di farli entrare da soli. Alla fine erano giunti ad un accordo: Baekhyun sarebbe entrato con Minjee, entrambi con degli auricolari e un microfono, mentre Minho e Sehun avrebbero ascoltato tutto dalla macchina.
«Ottimo lavoro Sehun.» Baekhyun entrò nello studio, poggiando la tazza di cioccolata calda accanto al computer.
«Ma se non ti ho detto ancora niente.» rise l'altro, prendendo la tazza fumante.
Baekhyun alzò le spalle con un sorriso. «Si vedeva dalla tua espressione che era andata bene.»
«E il sigillo?» domandò l'ex professore, soffiando sul contenuto bollente.
«Si è indebolito notevolmente l'altro giorno. Minho deve aver fatto qualcosa.» sospirò sedendosi sulla sedia di fronte alla scrivania di Sehun. Era piuttosto sicuro che fosse stato Minho; dopo la grande strigliata data a Jeongin in privato, dubitava che il ragazzino facesse nuovamente lo stesso errore.
«Non faremo prima a romperlo definitivamente? Sappiamo bene che prima o poi cederà.»
«Prima troviamo tutti. Anche i nostri nemici sono ancora deboli. Non hanno ancora la loro magia, quantomeno quelli di cui siamo consapevoli noi. Dopo l'attacco di Jongho a Felix in ospedale, penso siano ben a conoscenza che la maggior parte di noi ormai ha di nuovo la propria magia, quindi per loro non è conveniente né attaccarci, né far fuori Jungkook.»
«Jungkook?»
«Oh avanti Sehun, sappiamo entrambi che se il ragazzo è scomparso, l'hanno preso loro.»
«E non solo... Jieun mi ha mandato un messaggio, dicendo che Wooyoung non si trova.» sbuffò Sehun, stampando il permesso falso dal computer.
Baekhyun lo bloccò immediatamente. «Un dubbio alla volta. Parliamo con Doyoung, potrebbe darci informazioni importanti, e magari potrebbero aiutarci a trovare Jungkook e Wooyoung.»
«Ma se Doyoung è praticamente in ospedale da poco dopo che ci siamo ritrovati qui a causa dell'incantesimo di quei due?!»
«Non quello! Potrebbe aiutarci a sapere di chi stava parlando la madre di Minjee prima di morire, imbecille! Mia figlia ha avuto un'intuizione che potrebbe rivelarsi più che vera.»
«Baek... NON È TUA FIGLIA!»
«Cosa vuoi saperne tu! Guarda qua!» Baekhyun tirò fuori dal nulla delle carte, sbattendole sul tavolo davanti a Sehun con aria da sapientone. L'altro appoggiò nuovamente la tazza di cioccolata sulla scrivania dopo averne bevuto un sorso.
«Stai scherzando?» Sehun iniziò a sfogliarle, restando ogni secondo più basito. «Ok che Minjee ti ha detto che suo padre è scomparso, ma hai già fatto la pratica?!»
«ASSOLUTAMENTE! Minjee è minorenne! Byun Baekhyun ha trovato un modo per accelerare tutta la pratica e arrivare al dunque.» esclamò Baekhyun, soddisfatto.
«Hai truccato tutto, vero?»
«Sono futili dettagli.» si affrettò a rispondere il più grande, mettendo un broncio. «In questo caso l'importante è il risultato, non il modo in cui ci si arriva!»
«Sì, ma i suoi zii? Non pensi che vorrebbero diventare loro i suoi tutori?» cercò di farlo ragionare Sehun.
«Scusa un secondo...CHI È CHE L'HA CRESCIUTA, EH?! CHI?!» Baekhyun si alzò, puntandogli il dito contro. «Se c'è qualcuno che ha diritto a queste carte sono io! La sua prima parola è stato il mio nome, io l'ho vista fare i primi passi, io c'ero quando ha perso il primo dentino, oppure la prima volta che cadde sbucciandosi il ginocchio. E ci sono sempre stato io a correre dietro ai suoi casini, non i suoi genitori. Quindi zii chi? Ho più diritto io ad adottarla se vogliamo metterla su questo piano.»
Sehun si ritrovò zittito. Baekhyun non aveva tutti i torti effettivamente. «Quantomeno ne hai parlato con Minjee?»
«No, ma sono sicuro che le andrà bene.»
«Baekhyun, ti stai prendendo la responsabilità di quella ragazza. La stai praticamente adottando così di punto in bianco!»
«Sai una cosa?! Adesso andiamo da Minjee e glielo chiedo! Forza, alzati pelandrone!» Baekhyun lo obbligò ad alzarsi e lo spinse verso la macchina. Una volta che entrambi furono dentro, mise in moto sfrecciando per le strade di Seoul, mentre un povero Sehun aggrappato al sedile lo pregava di rallentare. Inutile, Baekhyun non lo stava nemmeno calcolando. Probabilmente nei prossimi giorni una bella multa per eccesso di velocità sarebbe stata spedita a casa loro.
Inchiodò davanti a casa Kim. Buttò velocemente Sehun fuori dalla macchina, spingendolo, e andò a spalancare la porta d'entrata senza preoccuparsi di bussare. «DOV'È?! MIA FIGLIA!»
«Non è tua figlia...» borbottò di nuovo Sehun, guadagnandosi un'occhiataccia da Baekhyun.
«Sta zitto tu, beduino. Non ho chiesto il tuo parere!»
Seungmin, che in quel momento stava andando in un'altra stanza, saltò per lo spavento, cacciando un urlo che fece scendere immediatamente Minjee e Jieun dal piano superiore.
«Seungmin stai bene?» domandò Jieun correndo giù per le scale. Minjee dietro di lei si inciampò, volando addosso alla cugina, che a sua volta si sbilanciò, finendo addosso a Seungmin che cadde a terra, finendo schiacciato dal peso di entrambe le cugine. Jieun girò leggermente il capo, guardando male la ragazza dai capelli rossi caduta sopra di lei. «Minjee insomma! Pedinare Jaemin ti ha contagiata?!»
«Mi dispiace!» la ragazza si alzò, aiutando i suoi cugini a fare lo stesso e continuando a borbottare scuse su scuse.
«Minjee! Devo dirti una cosa, andiamo sul divano!» Baekhyun si avvicinò velocemente, spingendo per le spalle una sedicenne confusa. Oppure diciassettenne, dipende a quale età si faceva riferimento: quella modificata da Minho o quella prima?
«Allora, sai che dopo la morte di tua madre, quando hai chiamato tuo padre per avvisarlo risultava non ritracciabile, giusto?»
«Sì, ma cosa centra?»
«E poi hai chiamato i signori Lee, perché erano in riunione insieme, e ti hanno detto che tuo padre è sparito.»
«Anche questo ricordo Baek, arriva dritto al punto! Anche se nessuno doveva sapere di mio padre.» sbuffò la ragazza. Non aveva detto a nessuno del padre. Aveva semplicemente detto che c'erano stati dei problemi e non era riuscito a tornare a casa. Non voleva che gli altri avessero dei sospetti ancora prima che lei trovasse un modo per confermarli. Nonostante ciò, alcuni del gruppo non erano rimasti molto convinti dalle spiegazioni di Minjee e iniziarono a dubitare. Era stata fin troppo vaga nel rispondere. E poi, quale marito non torna a casa, abbandonando la figlia quando ha perso il figlio il mese prima e la moglie era stata assassinata?
«Siccome tecnicamente in questa società tu non sei ancora maggiorenne, questo è abbandono di minori! Per cui...» Baekhyun prese le carte, mostrandole a Minjee.
Sehun lo guardò sconvolto. "Quando le ha prese dalla mia scrivania? Sono sicuro di non averlo visto!"
«Baek che diavolo...» Minjee osservò le carte sconvolta. Passarono forse una decina di minuti, in cui Minjee lesse e rilesse quei fogli incredula. Voleva essere sicura di essere sveglia, e che quelle carte di adozione fossero autentiche e non uno stupido scherzo.
«Lo so che non è passato nemmeno un mese, forse sto facendo troppo velocemente, ma dovrei solo firmare queste carte per rendere la cosa ufficiale.» sorrise Baekhyun. Per poi avvicinarsi alla più piccola e sussurrare: «Soprattutto se le tue ipotesi su tuo padre si rivelano vere.»
Se le ipotesi di Minjee si fossero rivelate vere, avrebbe tolto a suo padre qualsiasi diritto sulla figlia. Voleva sfruttare l'abbandono il prima possibile, privandolo dei suoi diritti di genitore. C'era un'altra cosa che non aveva raccontato alla ragazza, ed il motivo per il quale voleva tenerla lontana dal padre. Sperava solo che i suoi dubbi si rivelassero completamente sbagliati.
«I-io... non so davvero cosa dire Baek!» disse lei con le lacrime agli occhi. La persona che l'aveva cresciuta, la sua balia, colui che gli aveva fatto da genitore più di quelli veri, gli stava mettendo davanti le carte per la sua adozione.
Byun Baekhyun voleva adottarla.
«Quindi è un sì?»
Minjee annuì freneticamente, asciugandosi le lacrime. Come poteva essere lì in quel momento a chiederglielo? Credeva, no anzi, era convinta che Baekhyun conoscesse già la risposta e non avesse bisogno della sua approvazione. D'altronde questo era un altro segno di quanto la sua balia le volesse bene: non avrebbe mai obbligato Minjee a fare qualcosa.
Si buttò in avanti e lo abbracciò. «Sì cazzo, sì! Firma questi fogli, dannazione!»

N.A.
Ciao a tutti!
Scusatemi per l'orario e per eventuali errori che mi sono sfuggiti.
Domandina come sempre:

COSA VI ASPETTAVATE DAL TITOLO DEL CAPITOLO IN REALTÀ?

Buonanotte a tutti, spero vi sia piaciuto anche se cortino rispetto agli altri.🌺

𝙈𝙄𝙉𝙏: 𝐘𝐨𝐮 𝐁𝐞𝐥𝐨𝐧𝐠 𝐰𝐢𝐭𝐡 𝐌𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora