capitolo 21: Gonjiam

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«Come Jungkook è scomparso?!» esclamò Minjee, dopo aver risposto alla chiamata di Taehyung.
«Stava venendo da te due giorni fa, ma non è più tornato!»
«Come sarebbe due giorni fa? Dovevamo incontrarci domani...»
«Ha detto che voleva parlarti velocemente. Non so di cosa, ma voleva parlare con te. Aveva solo accennato a Yugyeom. Che sta succedendo, Minjee?!»
«N-non lo so Tae, mi aveva detto solo che doveva parlarmi, non so di cosa.» mentì la ragazza.
«Non mi risponde a telefono, i messaggi non arrivano e scatta subito la segreteria... ora vengo a sapere che non è mai stato a casa nostra...»
«Tae, respira, ok?» sentì la voce di Jimin attraverso il telefono. «Andremo alla polizia per la scomparsa di Kookie, ma ora respira. Vedrai che lo troveremo.»
«Se scopro qualcosa ti chiamerò subito Tae, ok?» disse la cugina, iniziando a preoccuparsi.
«Va bene... se dovesse tornare ti avvertirò.»

«Era mio fratello?» domandò Jieun, entrando in cucina. Minjee alzò lo sguardo verso la cugina annuendo. «Non mi piace l'espressione che hai. Cos'è successo?»
«Jungkook è scomparso.» rispose sedendosi sulla sedia e appoggiando la fronte contro la superficie del tavolo senza delicatezza.
«Come sarebbe a dire scomparso?»
«Stava venendo da noi in anticipo, ma Taehyung dice che non risponde più, e qui non è mai arrivato. Pensava fosse qui.»
«A-aspetta, Tae sa-»
«No, gli ho mentito. Kook aveva accennato a tuo fratello che voleva parlarmi di Yugy, e io ho detto che non avevo idea di cosa volesse dirmi...»
La castana tirò un sospiro di sollievo. Taehyung non poteva sapere.
Subito dopo, Seungmin entrò in cucina andando verso il frigorifero. Alla vista del cugino, Jieun si ricordò che doveva parlargli. «Minnie, devo chiederti una cosa.» Seungmin si girò con in mano la bottiglia di succo di frutta, e guardola e incitandola a continuare. «Sai, Hyunjin ha alcuni timori ultimamente, non dovresti ignorarlo così...»
Il ragazzo sospirò. «Sta pensando che lo stia tradendo, vero?»
«Cosa staresti facendo tu a Jinnie?!» scattò in piedi Minjee, facendo quasi rovesciare il succo al povero Seungmin, che sobbalzò per lo spavento.
«Non lo sto tradendo! Sto solo...» il ragazzo deglutì, sentendo lo sguardo delle sue cugine penetrarlo nell'anima. «...so che manca un po' a Natale, ma gli stavo organizzando una sorpresa...» confessò.
«Glielo avevo detto di stare tranquillo!» esclamò Jieun, tirando un sospiro di sollievo. «Ci penso io a impedirgli di ficcanasare. Non gli dirò nulla, ma te lo terrò lontano.»
«Avresti dovuto dircelo. Conosci bene Hyunjin, ti avremmo aiutato a tenerlo a bada.» disse Minjee, prendendo un bicchiere e rubando la bottiglia dalle mani del cugino.
«Ehi! Il mio succo!» si lamentò Seungmin imbronciato.
«Tecnicamente vivo qui anche io, quindi questo succo è anche mio.»

Minho stava bussando energicamente alla porta dei suoi vicini di casa. Aveva un bisogno urgente di vedere Minjee.
«Signorino Lee, entri pure i ragazzi sono in cucina.» Rosé aprì la porta.
Minho la ringraziò, entrando velocemente in casa e dirigendosi verso la cucina, trovandoli a litigare per il succo di frutta. «Salve ragazzi, posso rubarvi un attimo Minjee?» parlò Minho, attirando la loro attenzione.
«Minjee? Se è uno dei tuoi piani contro Renjun, io giuro che-»
Minho scosse velocemente il capo interrompendo Seungmin, che aveva l'aria di uno che stava per lanciargli l'intera bottiglia. «Devo solo parlarle.»
La ragazza uscì dalla cucina senza dire niente, prendendo Minho per il polso e trascinandolo in camera. «Che succede? Scoperto qualcosa?»
«So dove si trova Doyoung.»
«Davvero?! Dobbiamo andare subito a parlarci!» esclamò entusiasta Minjee, che quasi lo abbracciò. Si fermò poco prima, allontanandosi leggermente imbarazzata, mentre Minho forzava un piccolo sorriso.
«Non è così semplice purtroppo...»
A quelle parole lo guardò confusa. «Cosa? Perché, si trova dall'altra parte del mondo?»
Minho scosse la testa, negando. «No, si trova in Corea, più precisamente a Busan.»
«E allora qual è il problema?»
«Si trova in un ospedale psichiatrico.»
«Stai scherzando?»
«No, sono serio. Per incontrarlo inoltre serve il permesso dei genitori...mi sono fatto aiutare da Sehun, e... ho dovuto parlarne a Renjun.» ammise Minho.
«Avevi promesso-»
«Calma calma. Ho dovuto chiedere a Renjun perché sai che quel ragazzo è intelligente... ho scoperto che è un genio nell'informatica...» ammise Minho, a fatica. «...Siamo entrati nel sistema dell'ospedale e abbiamo scoperto che Doyoung soffre di disturbo della personalità, disturbo di panico e agorafobia. E in diverse occasioni è diventato violento. E quindi i suoi genitori hanno preso questa decisione.» spiegò Minho.
Minjee era sorpresa; avrebbe dovuto chiedere al suo fidanzato da subito. «Potrebbe essere legato ai suoi ricordi? Prima di lavorare per noi, insomma Doyoung era stato ripudiato da tutti nella sua città... escluso da tutti, dopo che venne esiliato per i suoi esperimenti i suoi cari lo abbandonarono. Pensi che i suoi disturbi siano in qualche modo legati ai suoi ricordi seppelliti da qualche parte nella sua testa?»
«Purtroppo non sono esperto in queste cose, ma se così fosse, potrebbero essere rimasti sigillati i ricordi, ma il dolore di quei momenti è rimasto.» rifletté Minho.
«Credi sia possibile?»
«Guarda, ormai non ho idea di cosa sia possibile o meno, questo incantesimo mi rendeva confuso prima e mi rende confuso anche ora.» rispose passandosi una mano tra i capelli per la frustrazione. «Dovresti parlare con Renjun. All'inizio ci era rimasto abbastanza male che tu avessi chiesto aiuto a me e non a lui... poi ha più o meno capito le motivazioni. Faresti comunque meglio a parlarci.»
Minjee inarcò un sopracciglio. «Da quando ti importa che tra me e Renjun vadano bene le cose?»
Minho sorrise. «Il sigillo non è ancora rotto, quindi farò il bravo "amico"...» si avvicinò bruscamente a lei. «...e poi, appena si romperà tornerai con me.»
«Sì, convinto tu.» Minjee si voltò non riuscendo a sostenere quello sguardo provocatorio di Minho, aprendo velocemente la porta della camera. Stava per andarsene, ma le parole del ragazzo dietro di lei la bloccarono.
«Te lo dico ancora una volta: dimmi che non mi ami più, forza.»
Minjee non poteva vederlo essendo girata, ma Minho aveva uno stupido sorriso da ebete stampato in faccia. «...fottiti.» borbottò, e uscì sbattendo la porta, lasciando Minho in camera sua con un sorriso che stava diventando più grande dell'ego di Hyunjin.
«Mi ama ancora.» sussurrò parlando da solo.

𝙈𝙄𝙉𝙏: 𝐘𝐨𝐮 𝐁𝐞𝐥𝐨𝐧𝐠 𝐰𝐢𝐭𝐡 𝐌𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora