capitolo 27: ti amo ancora

145 15 8
                                    

Seonghwa tornò alla Ghost House con Sehun, trovando la situazione piuttosto simile a quando l'aveva lasciata per portare via Minho.
Probabilmente Kai era consapevole che il suo potere magico era inferiore. Stava combattendo attentamente, e in modo diverso rispetto all'ultima volta; non attaccava ripetutamente, anzi, era come se stesse conservando la sua magia, come se sapesse che si sarebbe esaurita da un momento all'altro. Era ancora debole per affrontarli da solo. Aveva commesso un errore, che con l'arrivo di Sehun gli sarebbe costato caro.
I ragazzi si misero immediatamente sull'attenti, quando videro Kai cambiare espressione, mentre guardava la figura di Sehun. Pareva come se l'avesse riconosciuto. D'altronde, i due non si erano mai visti prima. Quella sera nella foresta era stato Baekhyun a salvarli.
«Tu?!» esclamarono i due, guardandosi.
«Lo conosci?» domandò Jieun, voltandosi verso il professore.
«Diamine Jongin cosa ci fai qui?!» esclamò Sehun, senza rispondere alla domanda della ragazza.
«Potrei farti la stessa domanda... e poi mi chiamo Kai!» rispose l'altro, fermando al sua magia.
«L'ultima volta che ti vidi eri ancora Jongin, non Kai. Cosa diavolo stai combinando, cugino?!»
«Come cugino?!» esclamò sconvolto Hyunjin.
Kai schioccò la lingua contro il palato, scocciato, prima di schioccare le dita e sparire senza dire nulla. I ragazzi ritirarono la propria magia, prima di girarsi in sincronia verso Sehun, che sospirò. «Quanto ho iniziato ad insegnare a Minjee e Jieun, Jongin era già sparito. Se avessi saputo che era lui l'avrei sistemato subito. Non sapevo si facesse chiamare così ora. Sinceramente non sapevo nemmeno dove si trovasse o se fosse ancora vivo, ma di certo non immaginavo che fosse parte della loro banda.» spiegò, stringendo un pugno per la frustrazione. Ecco dov'era sparito suo cugino, quando lui aveva finito gli studi e aveva iniziato a lavorare per la famiglia reale. «La prossima volta mi occuperò io di lui.»
Hongjoong era piuttosto stanco. Aveva usato molte delle sue energie per rallentare la perdita di sangue dalla ferita di Minho, mentre Hyunjin sarebbe crollato di lì a poco. Non aveva mai usato entrambe le magie, era veramente stancante.
«Torniamo indietro... chiamate Soomin e Wooyoung, spero siano sul treno di ritorno senza problemi...» disse Hyunjin, dando poi una spruzzata d'acqua a tutti per dare loro una pulita e appoggiarsi alla spalla di Seungmin.

Dopo aver finito di medicare Minho, Felix usò la sua magia per traportarlo in camera di Minjee più facilmente, in modo che potesse riposare tranquillo e comodo.
La ragazza aveva lasciato gli altri in salotto, seguendo il suo amico come se fosse la sua ombra.
Dopo il primo scontro nella foresta, Minho si era preso cura di lei per tutto il tempo che fu costretta alla sedia a rotelle. Forse due settimane? Non ricordava precisamente quanto, ma era comunque tanto tempo. Avrebbe saldato il debito che aveva con lui. Inoltre, dopo avergli fatto prendere gli antidolorifici, Jungwoo l'aveva avvertita che a Minho sarebbe potuta salire la febbre. E così fu.
Mentre Felix sistemava Minho nel letto, Minjee entrava in camera con una bacinella di acqua ghiacciata e una pezza pulita, che inzuppò e mise sulla fronte di Minho. L'amico le lanciò un ultimo sguardo prima di scendere al piano di sotto, ritrovandosi con un Renjun dall'espressione contrariata. Era consapevole che Minho non era del tutto uscito dalla testa di Minjee, per questo la situazione era piuttosto scomoda. Però si ripromise di usare la settimana che avrebbero passato in Cina, per farglielo dimenticare completamente. L'aveva invitata non solo per ritrovare gli altri membri del loro gruppo. Voleva passare del tempo solo con lei, senza nessuno dei loro amici attorno, ma soprattutto senza Minho nei paraggi.

«Minjee...» sussurrò Minho aprendo lentamente gli occhi, per trovarla seduta accanto al letto. Cercò di spostarsi a fatica per farle spazio. «Puoi venire qui?»
Un po' titubante, Minjee si sedette, appoggiando la schiena contro la testiera del letto. «Minho devi riposare...» disse accarezzandogli lentamente i capelli. Era stato un gesto così naturale, soprattutto nel vederlo in quello stato. Sembrava così indifeso.
«Sì, però non andartene...» le prese la mano, intrecciando le dita e appoggiando le loro mani unite sul proprio petto. Lei fece per controbattere, ma pochi secondi dopo lo sentì russare leggermente. A quel punto riprese ad accarezzargli i capelli con l'altra mano. Non passò molto, prima che Minho iniziasse a borbottare qualcosa. Qualcosa che le fece perdere un battito. «...ti amo ancora...»
«Ti detesto, lo sai?» mormorò lei con un sorriso triste.

𝙈𝙄𝙉𝙏: 𝐘𝐨𝐮 𝐁𝐞𝐥𝐨𝐧𝐠 𝐰𝐢𝐭𝐡 𝐌𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora