Sentirsi a casa

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Mi svegliai con un mal di testa tremendo. Era passato un mese da quella sera ormai eravamo a maggio ed io continuavo a nascondermi. Non era difficile dato che lo avevo fatto e lo stavo facendo da cinque anni, ma tutto questo iniziava a stancarmi. Di giorno cercavamo di ignorarci e la sera io sgattaiolavo a casa sua per passare insieme quelle poche ore che avevamo a disposizione. Molte volte non ci vedevamo per giorni dato che lui aveva qualche evento qua e là e ci ritrovavamo a telefonarci per dieci minuti la sera prima che uno dei due crollasse.

Lui credeva di proteggermi nascondendomi ma la verità era che mi faceva solo più male. Vederlo stare con Savi e le altre oche della scuola senza che io possa dire di allontanarsi faceva male. Ma d'altronde non stavamo insieme quindi non ne avevo il diritto. E un po' per questo un po' per altro erano due giorni che rinviavo gli appuntamenti con lui. Ero fredda e distaccata e questo lui l'aveva capito infatti era da mezz'ora che il mio telefono continuava a squillare.

- Pronto?

Risposi ancora mezz'assonnata.

- Finalmente rispondi eh?

Chiese lui.

- Cosa vuoi?

Risposi io sbuffando.

- Apri la porta.

Poi attaccò. Ma che problemi ha? Scesi le scale ed aprii la porta di casa. Un Daniel Jhonson con i capelli spettinati era davanti a me. Si fece spazio per poi chiudersi la porta alle spalle.

- Mi spieghi cosa succede? Perché continui ad evitarmi e non dirmi che lo fai perché devi aiutare tua madre o altre cazzate perché non ci credo.

Sospirai per poi farli cenno di salire in camera mia.

- Senti mi dispiace ok ? solo non ho voglia di uscire.

Risposi cercando di essere il più distaccata possibile. Lui si mise le mani tra i capelli per poi urlare :

- Smettila di essere fredda!! Dimmi cosa ti ho fatto, risolviamo tutto questo una volta tanto!

A quel punto scoppiai non potendo più sopportare tutto ciò che sentivo.

- Cosa hai fatto?! Assolutamente niente! Ti sei solo fatto toccare e abbracciare da quelle quattro oche, ed io non ho potuto dire niente perché noi non stiamo fottutamente insieme. C'è che tu ti ingelosisci degli altri ragazzi sapendo bene che ho solo amici maschi, c'è che io mi sono rotta di nascondermi! Ho passato gli ultimi cinque anni della mia vita a nascondermi da Lui e da Loro, non voglio nascondermi ancora! C'è che mi manca mia nonna come l'aria, e mio padre sempre se lo possiamo definire tale vuole vedermi ed io non ne ho intenzione! C'è che non riesco più a sopportare tutto questo da sola!

Urlai ormai in lacrime. Cominciai a piangere ormai senza più alcun ritegno. Non volevo piangere, non davanti a lui ma ormai il danno era fatto ed io mi sentivo già molto meglio. Lui rimase pietrificato per alcuni secondi, ma poi fece un sorriso sincero e venne a sedersi sul letto accanto a me. Mi abbracciò facendomi sentire a casa e protetta. Per poi alzarmi il mento.

- Dovevi dirmelo prima di tutto questo, mi dispiace se ti sei sentita male. Non era ciò che volevo, pensavo che tu non fossi ancora pronta. Ma se vuoi possiamo uscire allo scoperto.

Mi disse accarezzandomi una guancia.

P.s. voglio ricordarvi che le vicende e i fatti sono stati frutto dell'immaginazione. Nessun personaggio, fatto e luogo corrispondono alla realtà

Kingdom 's QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora