Iris sedeva al tavolo di un piccolo ristorante sperduto in mezzo alle campagne della periferia est di Londra, lontana dal rumoreggiare dalla città; lontana quanto più possibile da occhi indiscreti, anche se, lo aveva imparato, in Inghilterra tutto aveva occhi e orecchie.
Mark si era assentato un attimo per andare in bagno, prima di pagare il conto, prenderla per mano e fuggire via, chissà dove. Lui non le aveva rivelato niente di quel week-end, si era limitato semplicemente a dirle di non prendere impegni, presentandosi poi sotto casa sua quel venerdì sera e rapirla.
Era stato bello, bello davvero; fino a quel momento ogni cosa era stata perfetta, esattamente come l'aveva sempre immaginata. Lui era stato per tutto il tempo il Mark che aveva conosciuto e che per troppo tempo le era mancato.
«A cosa stai pensando?» la sua voce, come era già successo in passato, la richiamò dalle divagazioni mentali a cui si stava abbandonando. Lei alzò lo sguardo verso di lui, fissandolo in tutto il suo splendore mentre tornava a sedersi, e gli sorrise.
«A quanto sto bene quando sono con te, nient'altro.»
Dall'espressione che gli vide dipinta in volto capì che quell'ammissione lo aveva fatto felice; rispose al sorriso, facendole tremare come al solito le ginocchia, e le prese la mano nella sua.
«E non hai ancora visto niente! Ho intenzione di renderti spudoratamente felice...»
In quel momento, lei non si chiese se la promessa era riferita solo a quei tre giorni o al resto della vita; con il passare delle settimane si era rassegnata a non guardare troppo ad un futuro lontano: con Mark avrebbe dovuto preoccuparsi solo del presente e di quello che giorno per giorno riusciva a strappare alla realtà.
"Ma fa male, accidenti se fa male!"
«Sono nelle tue mani, fai di me ciò che vuoi.»
Quelle parole andavano rivelandosi ogni ora sempre più innegabili verità. Permettendo che fosse lui a dettare legge, permetteva nel contempo alla vita di sfuggirle di mano, lasciando a lui la possibilità di plasmarla a suo piacimento, annullando se stessa; non poteva far altro, d'altronde: la libertà di scelta non era compresa in quel tacito contratto che avevano stipulato, non subito almeno. Il fatto era che non aveva la minima idea di quando quella libertà sarebbe stata sua, ma il pensiero di vivere senza di lui era di certo molto più doloroso di una dolce schiavitù – anche se avrebbe potuto rivelarsi eterna.
«Se mi dici così però, finisco per mandare a monte ogni piano e trascinarti direttamente alla parte migliore del programma!» berciò il cantante, quasi scandalizzato, regalandole uno di quei suoi sguardi magnetici che le toglievano quasi la forza di respirare, e che – lei lo aveva già potuto constatare – nascondevano anche molto altro. Quell'uomo che ormai credeva di conoscere così bene, continuava a rivelarsi uno dei più grandi misteri con cui avesse mai avuto a che fare.
Era tutto, e il contrario di tutto.
Era la dolcezza, e l'irruenza della passione.
Era il freddo di una sera d'inverno, e il calore di un sole tropicale.
Era tristezza, ma anche grande gioia.
Era paura, e un coraggio da leoni.
Era tutto, e il contrario di tutto.
Era perfetto nella sua totale, irrecuperabile imperfezione.
«Perciò, adesso, se me lo concede – si era già alzato, mentre Iris come al solito si perdeva nei propri pensieri, e porgendole la mano la stava invitando a seguirlo – l'accompagno verso la seconda tappa del viaggio, prima che lei possa cambiare idea.»
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HOW CAN IT BE?
FanficUna persona può cambiare totalmente per un'altra? Può annullarsi per un'altra? Questa è la storia di Iris e Mark e del percorso che, in qualche anno, li porterà a capire cosa realmente vogliono e di cosa hanno veramente bisogno. Dal primo capitolo: ...