Aveva corso per una distanza che le sembrava enorme, eppure sentiva Mark ancora troppo vicino. Avrebbe voluto mettere fra loro quanti più chilometri possibili; in verità, in quel momento, mentre aspettava la metro per andare nemmeno lei sapeva dove, avrebbe voluto non averlo mai conosciuto. Avrebbe voluto non aver mai deciso di andarsene dall'Italia.
Cosa aveva risolto, rifugiandosi in quel luogo che credeva ermetico – per il suo cuore ferito, per la sua ingenuità? Nulla, perché anche lontana da casa lei rimaneva sempre la solita stupida...
«Iris...», la voce inconfondibile di sua sorella la fece scattare. Che ci fa lei qui? Ma lo sguardo di Roberta era già abbastanza eloquente senza che ci fosse bisogno di parlare.
«Eri lì?», si sforzò di chiederle, sapendo comunque già la risposta. Un silenzio assenso che si trasformò in un espressione risentita, poi dispiaciuta, infine triste.
«Perché non mi hai detto niente?» furono le uniche parole che si scambiarono per ore. Il resto erano lacrime e singhiozzi di Iris; abbracci e carezze di Roberta.
***
Quando, ormai a tarda notte, Iris si fu addormentata sfinita dal lungo pianto dirotto – e incredibilmente vuota, dopo averle raccontato tutto –, Roberta le si accoccolò a fianco.
C'era tanto da metabolizzare, forse troppo. Tralasciando l'identità dell'uomo con cui la sorella aveva stretto una relazione clandestina – e Dio solo sapeva quanto le costasse non pensarci –, si trattava di una persona sposata che, come nei più classici dei triangoli, le aveva promesso un futuro insieme alla luce del sole e, come da copione, si era presentato annunciando l'arrivo di un figlio. Il secondo.
"... e mi diceva che non riusciva più a toccarla, che non facevano l'amore da tempo, perché il solo pensiero di stringere un corpo che non fosse il mio lo faceva impazzire..."
Continuava a rimuginare su quanto doveva essere stato difficile per sua sorella vivere in quel modo, tenendosi tutto dentro.
All'inizio c'era rimasta male perché credeva che loro due non avessero segreti l'una per l'altra, ma poi aveva capito: Iris si vergognava per quello che stava facendo, ma allo stesso tempo non era in grado di evitarlo perché era ormai troppo coinvolta. Come poteva biasimarla? Probabilmente anche lei al posto suo avrebbe fatto lo stesso. E quel Mark... proprio quello che aveva sempre idealizzato come il principe azzurro da quando era poco più che una bambina: una delusione unica. Aveva preso in giro sua sorella, l'aveva illusa per poi spezzarle il cuore.
Doveva fare qualcosa per lei, doveva aiutarla a uscire velocemente da quella situazione; non poteva sopportare di vederla stare così per quell'idiota!
«Perché non dormi?», Iris si era svegliata e, con gli occhi gonfi di sonno – e non solo – la guardava. «È quasi l'alba.»
«Lo so, ma non riesco ad addormentarmi – si fissarono per un lunghissimo istante -, perché non torni a casa, tesoro. Forse dovresti semplicemente tornare dalla tua famiglia e lasciarti tutto questo alle spalle. Non ti...»
«Ci ho già pensato, credimi. Ma sono venuta in Inghilterra proprio per scappare dall'Italia, cancellare il passato, cambiare... e abbiamo visto che non è servito a molto. Non voglio più scappare, Roby. La vita qui mi piace...», fece una pausa, un'espressione contrita e rassegnata dipinta sul volto. «O meglio, mi piaceva, prima che tutto si incasinasse, ma voglio ancora stare qui.»
Roberta le accarezzò i capelli in un gesto dolcemente materno. Le sorrise prima di accovacciarsi accanto a lei, abbracciandola stretta.
«Va bene, sorellina. Va bene... Adesso cerchiamo di dormire un po'.»
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HOW CAN IT BE?
Fiksi PenggemarUna persona può cambiare totalmente per un'altra? Può annullarsi per un'altra? Questa è la storia di Iris e Mark e del percorso che, in qualche anno, li porterà a capire cosa realmente vogliono e di cosa hanno veramente bisogno. Dal primo capitolo: ...