Maybe I should run and hide away Until another day

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MAGGIO 2009

Londra

«Alla fine le damigelle di Lesley hanno organizzato l'addio al nubilato in un sudicio pub di Whitechapel e io, hai presente che abito praticamente dall'altra parte della città? Ho dovuto...», per Iris quello era il primo vero giorno di relax dopo quanto? Mille secoli? Forse era esagerata, ma gli ultimi mesi di lavoro se li portava addosso come un grosso cappotto pesante in un'assolata giornata di Agosto; quando quella mattina si era svegliata e, ingurgitando il suo beverone detox – nuova moda fra le sue colleghe, che l'avevano trascinata con loro in quella strana setta del benessere –, pregustava quella giornata wellness con l'amica come fosse stata un'oasi in mezzo al deserto, non aveva per niente messo in conto che Violet non avrebbe smesso un attimo di blaterare scemenze riguardo la festa per l'addio al nubilato della cugina – di cui era sinceramente, innegabilmente e segretamente invidiosa.

«Avresti dovuto esserci, amica mia, ci saremmo divertite un mondo a smontare pezzo per pezzo ogni minimo dettaglio della serata!», le disse, smettendo poi per qualche secondo di chiacchierare e infondendo nella ragazza la speranza – vana – di poter avere qualche meraviglioso attimo di silenzio.

Da quando, un anno prima, Iris aveva lasciato il suo posto all'hotel per dedicarsi a una carriera tutta nuova, molte cose erano diverse, non solo a livello professionale.

Dopo tutto ciò che aveva passato, si era resa conto – come fosse stata una specie di illuminazione – che non sarebbe servito a niente cambiare città se il vero cambiamento non fosse avvenuto prima dentro di lei.

Aveva tagliato i capelli e "azzardato" un caldo color caramello; si era decisa a dare una rinvigorita al suo guardaroba – cercando di usare lo shopping come deterrente per la depressione – e, cosa più importante, non abitava più a South Kensington. Aveva deciso di prendersi in affitto un appartamento tutto suo – senza coinquiline che improvvisamente si davano alla macchia o poco collaborative –, e tramite un amico di Gale aveva trovato un bilocale nella zona di King's Cross. Certo, i primi tempi erano stati un po' difficili: nuova zona, nuove conoscenze e, soprattutto, nuovo canone, un bel po' più alto rispetto a quello cui era abituata, ma non ci mise molto a ritrovare il suo equilibrio – reinventarsi e rimettersi in piedi era diventata una delle sue più spiccate peculiarità.

Tramite una cliente abituale dell'albergo, che le aveva dato una soffiata su alcune posizioni aperte in giro, era riuscita ad ottenere un colloquio da Sotheby's e nel giro di qualche settimana era finita nelle loro sontuose sale vicino a Bond Street a bandire aste le cui cifre la lasciavano sempre sbalordita. Lì, in quei corridoi, aveva conosciuto Violet, portavoce di un'importante galleria internazionale di Bloomsbury. E aveva conosciuto Adam, il fratello gemello di Violet, come obbligato danno collaterale: da quando li aveva presentati, durante una delle loro prime uscite, in un pub vicino al lavoro, ogni occasione era stata buona per fare presente quanto la ritenesse bella, divertente e intelligente – niente meno le stesse organizzando il profilo per iscriverla a Miss Mayfair.

Era inutile prendersi in giro: in quei mesi subito successivi alla fine della sua tormentata storia con Mark, avrebbe potuto farle la corte anche il Principe Harry: lei non avrebbe fatto altro che pensare a lui.

Aveva alternato momenti di rabbia, in cui il solo pensiero di averlo di fronte le faceva desiderare di spaccare tutto, ad altri di sconforto pesante, in cui credeva di non essere nemmeno più in grado di compiere i gesti più naturali come respirare, senza di lui. Le mancava ogni giorno, a volte solo con la pressante necessità di averlo lì per insultarlo, a volte per farci l'amore – che, in entrambi i casi, significava semplicemente essere ancora sotto a un tram.

Poi la sua nuova vita aveva preso il sopravvento, non aveva più rischiato di imbattersi in lui in albergo e – per sua fortuna – nemmeno per strada, ché sapeva da fonti certe essere molto impegnato e, comunque, abitavano in zone diverse e non le era mai capitata la sfortuna di incrociarlo.

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