Capitolo 5

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Slytherin vs Gryffindor

La collaborazione tra le case iniziò fin da subito senza che nessuno potesse lamentarsi o rinnegare ciò che la McGonagall aveva organizzato.
«Dra, oggi sei di ronda con la Granger vero?» chiese Astoria Greengrass appropriandosi del suo braccio destro.
«Si Astoria.» rispose freddo ed impassibile come sempre.
Daphne lo guardò male come al solito e Draco alzando gli occhi al cielo scrolló le spalle.
«È tua sorella che si incolla, non io»
Le due bionde lo guardarono allibite, ma la più grande ridacchiò e trascinò via la sorella.
Dolore.
Ecco cosa provava Draco Malfoy nel vivere ancora quella vita, ma non l'avrebbe abbandonata perché sapeva che sua madre non l'avrebbe sopportato. Sopravviveva, o meglio provava a sopravvivere, ogni volta che si osservava allo specchio odiava il riflesso che aveva davanti, aveva voglia di prendere tutto a pugni o di urlare a squarciagola ogniqualvolta qualcuno gli chiedeva se stava bene o meno. Quella stupida collaborazione tra case sarebbe finita nel peggiore dei modi, ne era convinto. Serpeverde e Grifondoro non erano fatti per stare insieme, si erano odiati dall'inizio dei tempi e avrebbero continuato a farlo per molto, molto tempo.
Spreco di energie.
La McGrannit quella mattina era decisamente impazzita, aveva assegnato un progetto da effettuare nel pomeriggio in una delle aule della scuola. Hermione era tremendamente disperata, Ronald invece era furioso.
«Non voglio vederti vicino a quell'idiota.» sussurrò durante la lezione di Storia Della Magia al suo orecchio.
«Neanche io voglio passare il pomeriggio con lui!» esclamò contrariata dalle affermazioni de ragazzo che aveva accanto. Il professor Ruff passò davanti a loro facendoli zittire per qualche secondo. Stava spiegando come i Goblin presero il comando di un intero villaggio nel lontano 1675.
«Insomma perché Malfoy!?»
«Non l'ho deciso io Ronald!»
«Ma...»
«Signor Weasley vuole deliziarci lei con qualche novità dato che sta disturbando una delle mie migliori alunne?» chiese pigro il Professor Ruff fluttuando accanto il suo banco.
«No, mi scusi.» rispose diventando paonazzo fino alle orecchie. La lezione continuò nel più ampio silenzio, nessuno osava parlare, tutti troppo presi dal sonno oppure troppo concentrati a tenere le palpebre aperte.
Dopo un'altra mezz'ora in quelle condizioni i ragazzi uscirono finalmente dall'aula dirigendosi in Sala Grande per il pranzo, inevitabilmente gli occhi del Trio Dei Miracoli saettò al tavolo Serpeverde dove rumorose risate avevano preso porto.
«Blaise sei sicuro di quello che dici?» chiese Theo guardando l'amico con aria scettica mentre il biondo al suo fianco cercava di trattenere uno sbuffo divertito.
Era troppo tempo che non rideva in quel modo, tutto era cambiato da quella maledettissima  sera di giugno quando aveva quasi assassinato Silente. Quell'anno si era privato di tutto a partire dal Quidditch perciò aveva intenzione di rifarsi, in qualsiasi modo.
«Si Theo, la Bulstrode lo ha detto ad Astoria che lo ha riferito a Daphne che lo ha detto a Pansy facendolo arrivare a me.» il moro sembrava abbastanza confuso ma non voleva darlo a vedere così annuì distrattamente e afferrò i calice con succo di zucca misto a Firewhisky e lo trangugiò velocemente.
«Quindi Goyle non sposerà più Georgina, beata lei, beh visto che è libera non vi dispiacerà se vado a fare un giretto vero?»
«Sei il solito pervertito Nott, alza il culo e sparisci» disse divertito Draco mentre l'osservava andare via.
«Allora...notizie di tua madre?» il biondo s'irrigidì per qualche secondo poi prese un forte respiro e scosse tristemente la testa.
«Niente...ancora non se la sente di alzarsi dal letto...Blaise i-io non voglio portarla al San Mungo» il ragazzo gli toccò il braccio e gli sorrise debolmente.
«Lo so, fratello, ma andrà tutto bene» il biondo ringraziò mentalmente la figura del ragazzo che aveva davanti, senza di lui non sarebbe riuscito a stare in piedi, lui era il suo migliore amico e soprattutto era la sua famiglia.
«Basta con questa merda sentimentale, pronto ad un'altra ora con i Grifonidioti?» chiese sbuffando e allontanando quel momento di "dolcezza" tra loro.
Il moro sogghignò e annuì.
«Non vedo l'ora di poter stendere Weasel con uno Stupeficium degno di essere chiamato tale.» il biondo rise e istintivamente portò lo sguardo al tavolo Grifondoro dove individuò lo sguardo crucciato della Mezzosangue, di sicuro pensava a quel pomeriggio e a quello stupido progetto che erano obbligati a fare.
Sostenne il suo sguardo fino a quando la Donnola non la richiamò accarezzandole lentamente una guancia, la Granger era fin troppo intelligente per quello lì ma l'amore a quanto pare dicano sia cieco quindi chi era lui per giudicare e soprattutto perché doveva importargli?

Dopo quasi un'ora i ragazzi del settimo anno tornarono nelle loro aule e continuarono le loro ultime lezioni prima di abbandonarsi finalmente al pomeriggio.
«A che ora incontri la Principessa Grifondoro?» chiese Theo bevendo da una bottiglia di Idromele invecchiato del 1935 una delle migliori annate.
«Tra venti minuti devo essere davanti quella stupida biblioteca.» sbuffò contrariato mentre Pansy si avvicinava a loro sedendosi proprio accanto al biondo e accarezzandogli languidamente il petto.
«Pansy non ora, devo andare.» sussurrò mentre lei cercava di trattenerlo stretto a se' ma la ragione prevalse sul desiderio e uscì a passo spedito dalla Sala Comune.
«Sei in ritardo, di ben tre minuti.» la Mezzosangue era lì ad osservarlo dritta come un palo conficcato nel terreno e lo guardava con superiorità e sfida, Salazar quanto la detestava.
«Non rompere Granger, già è troppo che io sia qui.» ribatté sprezzante mentre lei faceva schioccare la lingua contro il suo palato e incrociando le braccia al petto.
«Entriamo non ho tutto il pomeriggio» continuò varcando la porta della biblioteca superandola senza degnarla di uno sguardo.
Stavano seduti a due lati opposti del tavolo e dovevano scrivere tre pergamene a testa sulla differenza tra incantesimo Evanescente su oggetti e su animali. Era più difficile di quanto pensassero. Non avevano emesso neanche un fiato da quando si erano chiusi in biblioteca, ma Hermione dopo un'ora cominciò ad osservarlo. Non sembrava più malaticcio come durante il sesto anno, non era neanche magro come un chiodo anzi, la sua corporatura era perfetta per un ragazzo giovane, ma inevitabilmente fece scorrere gli occhi lungo il braccio sinistro domandandosi se davvero lì sotto ci fosse il marchio nero. Non l'aveva mai visto con i suoi occhi perciò non poteva avere la testimonianza oculare di se stessa.
«Mezzosangue giuro su Salazar che ti schianto se non la smetti di fissarmi.» rispose secco sollevando gli occhi su di lei.
«Perché sei tornato?» chiese la ragazza di getto senza peli sulla lingua mentre il biondo irrigidiva la mascella e sbuffava fuori l'aria dal naso proprio come un drago inferocito.
«Non penso siano affari tuoi» rispose incrociando le braccia al petto e poggiandosi allo schienale della sedia.
«Voglio solo capire, insomma, sapevi che saresti stato attaccato, tutti ti avrebbero odiato, hai fatto entrare i mangiamorte nella scuola e eri uno di lor-
«Se fossi stato davvero uno di loro Granger non sarebbe successo quello che io e te sappiamo. Non mi interessa quello che pensate, sono tornato perché mi andava e se devo essere attaccato da un branco di deficienti senza cervello, come il tuo dolce Weasel, vorrà dire che ci saranno molte risse quest'anno.» ignorando il suo sguardo ricominciò a scrivere e quando la ragazza aprì nuovamente la bocca lui la zittì con un gesto della mano.
«Non un'altra parola oppure ti lascio qui da sola a fare questo stupido progetto» la ragazza non fiatò e dopo avergli rifilato l'ennesimo sguardo ricominciò a scrivere

Nel frattempo Harry Potter nell'aula di Trasfigurazione ormai vuota aspettava la sua compagna per il progetto, Daphne Greengrass.  Era definita la regina di ghiaccio da qualsiasi studente in quella scuola e per ovvi motivi, non esprimeva mai le sue emozioni a parte per il disgusto, quello ero uno dei sentimenti preferiti dai Serpeverde. Quando la vide arrivare sbuffò leggermente, sapeva perfettamente che la McGranitt faceva quel progetto per amplificare e riappacificare i conflitti causati in tutti quegli anni, ma lui i Serpeverde non riusciva proprio ad accettarli.
«Potter, tutto solo?» chiese ghignando e prendendo posto alla cattedra mentre lo osservava seduto davanti a lei.
«Sei in ritardo Greengrass» ribatté Harry tirando fuori il libro dalla sua borsa e non degnandola di uno sguardo.
«Si beh, avevo altro da fare.» rispose sollevando le spalle e cominciando a leggere uno dei paragrafi interessati.
Harry si prese un attimo per osservarla, doveva ammettere a se stesso che la bionda era decisamente carina ma ben presto si ricordò di Ginny e dello stemma di Salazar appuntato al petto della ragazza.
«Hai finito di fissarmi?» chiese rabbiosa senza sollevare lo sguardo verso di lui che assottigliò lo sguardo.
«Non ti stavo fissando.» ribatté assottigliando lo sguardo e sollevando il mento sfidandola con lo sguardo.
«Si certo Potter. Finiamo questo stupido progetto, voglio andarmene, l'aria sta diventando irrespirabile.» il Grifone sollevò gli occhi al cielo e sbuffò, le serpi sapevano essere pesanti delle volte.
«Si, si» rispose annoiato portando lo sguardo sul foglio che aveva davanti.
«Non riesco a capire come faccia la Weasley ad essere innamorata di te, insomma sei così...»lasciò la frase in sospeso facendo un gesto poco chiaro con la mano mentre il ragazzo crucciava lo sguardo e inclinava la testa di lato.
«Non penso sia affar tuo quello che c'è tra me e Ginny.» ribatté furiosamente mentre la biondi gli rideva in faccia sempre più divertita.
«No hai ragione, dico solo che la tua bella dai capelli rossi ha pessimo gusto. Prima Dean Thomas e poi tu. Ah pensavo che i Weasley non potessero cadere più in basso-
Harry batté le mani sul tavolo facendola sussultare.
«Non osare nominare i Weasley, quelli ad essere caduti in basso siete voi serpi viscidi senza futuro.» non le diede il tempo per ribattere, afferrò le sue cose e uscì a passo spedito dall'aula.

No One Here Gets Out Alive|| DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora