Santa Claus - 32

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Quando Hermione aprì gli occhi non potè far a meno di notate la cioccolata calda con la panna e una spolverata di caramello sopra e inevitabilmente sorrise sorniona, era sicura che ad averla fatta preparare era stato Draco e infatti accanto ad essa vi era un foglio piegato con uno splendido ritratto di lei intenta a leggere nella Stanza Delle Necessità e in basso una piccola scritta.
"Proverò a renderti felice ogni giorno della nostra vita insieme, te lo prometto."
Non vi era firma ma non ne aveva bisogno sapeva chi era il mittente e questo la fece stare soltanto meglio.
Dopo aver bevuto il contenuto della tazza si alzò in piedi e camminò cautamente fuori dalla sua stanza, non sapeva dove andare, il corridoio era simile da entrambi i lati, decise di andare a destra e dopo aver superato quasi nove porte ne trovò una socchiusa.
Spinse per riuscire ad entrare al suo interno e quello che vide la fece bloccare di colpo, Draco era chino su un pianoforte e suonava divinamente una dolcissima melodia. Non riuscì a muoversi, rimase lì ad ascoltare il suo Veela che suonava con calma e leggerezza ma ad un tratto si fermò e voltò la testa verso di lei.
«Buongiorno Granger» disse sorridendole facendola arrossire.
«Buongiorno, i-io non volevo disturbarti. Ehm...grazie per la cioccolata.»
«Figurati, volevo che il tuo primo risveglio qui al Manor fosse piacevole.»
«Lo è stato»
Hermione annuì leggermente e sorrise nella sua direzione prima di avvicinarsi a lui e sedersi al suo fianco.
«Sai mio padre suonava spesso a casa mia, di solito mi chiedeva di unirmi a lui e di suonare insieme» Draco sorrise leggermente e poggiò le mani sui tasti prima di frale un lieve cenno con la testa indicando il pianoforte. «Ehm non credo di-» «Senti e basta, non pensare» sussurrò al suo orecchio facendola sospirare e infine annuire. Erano  anni che Hermione non suonava con qualcuno o meglio che non suonava in generale. Suonarono per quasi mezz'ora prima di fermarsi e guardarsi negli occhi, Draco non si trattenne e velocemente la baciò. Il cuore di Hermione esplose nel suo petto e si lasciò completamente andare. Il biondo senza trattenersi oltre le afferrò i fianchi e la sollevò facendola sedere sul pianoforte provocando un lieve rumore al quale nessuno dei due badò.
Erano così presi l'uno dall'altro che niente avrebbe potuto dividerli.
«Draco» sospirò sulle sue labbra stringendolo a lei più del dovuto.
La porta si aprì velocemente e la figura di Harry apparì sulla soglia
«Ragazzi la col- oh scusate» disse imbarazzato grattandosi la nuca guardando i due ragazzi che si staccavano velocemente.
«Harry!» esclamò Hermione cercando di sistemarsi i capelli alla meglio.
«Potter spero per te che tu sia qui per un motivo valido.»
«La colazione è pronta»
«Ora scendiamo Harry.»

Quel pomeriggio dicembre si fece violento come non mai, Natale stava per terminare ed Harry e Daphne avevano deciso di sfruttare il violento temporale fuori per stare chiusi nella stanza di lei insieme. Stessa cosa decise Hermione che passò la maggior parte del tempo a osservare la pioggia che batteva sulla finestra e i lampi che coloravano di bianco il cielo.
Sentì bussare alla porta e si voltò velocemente prima di sospirare leggermente
«Avanti» disse a bassa voce, Draco entrò nella stanza della ragazza con il suo solito portamento regale e il viso stanco.
«Ciao.» disse lei sorridendogli.
«Granger, come stai? A pranzo ti ho vista un po' giù.»
«Mi dispiace è che...passare il Natale senza i miei è ancora dura per me» confessò abbassando lo sguardo sulle sue mani. Il ragazzo annuì senza ben sapere cosa dire prima di accomodarsi davanti a lei.
«Sono convinto che stiano bene e che presto li rivedrai. Te lo prometto.» Hermione sorrise guardandolo negli occhi prima di lasciargli un lieve bacio a fior di labbra, ma Draco era di tutt'altro avviso, la strinse a se' con più forza tanto da farla sedere a cavalcioni su di lui. Il temporale fuori sembrava non disturbarli, le candele nella stanza ormai erano quasi consumate ma a nessuno importava.
La sollevò tra le braccia facendola successivamente sdraiare sul grande letto a baldacchino che occupava la stanza, non si erano staccati neanche un secondo mentre si accarezzavano lentamente.
«Avvisami quando vuoi che mi fermi.» sussurrò Draco baciandole lo sterno mentre con le mani sollevava lentamente il maglione della ragazza.
«Non voglio che ti fermi» disse senza esitare mentre lo aiutava a sfilarsi il maglione.
E Draco non si fermò, continuò ad accarezzarla e a baciarla come se da questo dipendesse la sua stessa vita, Hermione si donò a lui completamente e non riuscì a non pensare che fu una delle scelte migliori che potesse fare in tutta la sua vita, era stato dolce, delicato e aveva pensato maggiormente a lei, non sapeva dire se quello fosse Draco o il Veela che c'era in lui, sapeva solo che fare l'amore con il biondo era stato magnifico e che le aveva fatto capire ancora di più quanto lo amasse.
«Ti ho fatto un regalo per Natale» disse la Grifondoro stesa sul suo petto avvolta dalle calde coperte del Manor, si sollevò per aprire il comodino accanto a lei e tirò fuori un pacchetto avvolto in una carta lucida argentata porgendoglielo con un live sorriso.
Il Serpeverde scartò il suo regalo in maniera alquanto scettica e il suo sguardo si aggrottò ancora di più quando lo prese tra le mani.
«Un libro?»
«Non è un semplice libro, si tratta di una storia babbana-»
«Oh certo» disse poggiandolo sulla coperta e facendo un finto sorriso di cortesia.
«Draco, non è un semplice libro. Un po' per certi versi è come se parlasse di noi.»
Il biondo le fece segno di accomodarsi nuovamente sul suo petto e quando la ragazza lo fece lui afferrò il libro aprendo la prima pagina e la guardò.
«Leggi Granger.» le lasciò un bacio tra i capelli e la fece sorridere.
«"Nella bella Verona s'apre la nostra scena dove fra due famiglie di pari nobiltà da un rancore antico s'arriva a una novella lotta. Che fraterne mani sporca di mani di sangue fraterno. E dalla carne fatale di questi due nemici nasce una coppia d'amanti sotto una cattiva stella, la cui pietosa vicenda seppellirà, coi loro corpi, anche l'odio dei genitori. La paurosa avventura di un amore mortale, l'odio continuo dei padri, che nulla potè far cessare se non la morte dei figli...» la ragazza continuò a narrare la storia dei due giovani innamorati e Draco ammaliato dalla sua voce l'ascoltava senza fiatare.
«GIULIETTA:"Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome, oppure, se non vuoi, giura che sei mio e smetterò io d'essere una Capuleti.
ROMEO: Devo ascoltare ancora, o rispondere subito?
GIULIETTA: È solo il tuo nome che m'è nemico, e tu sei te stesso anche senza chiamarti Montecchi. Cos'è Montecchi? Non è una mano, un piede, un braccio, un volto, o qualunque parte di un uomo. Prendi un altro nome! Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo, così Romeo, se non si chiamasse più Romeo, conserverebbe quella cara perfezione che possiede anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome, e al suo posto, che non è parte di te, prendi tutta me stessa.
ROMEO: Ti prendo in parola. Chiamami amore e sarà il mio nuovo battesimo: ecco, non mi chiamo più Romeo..."»
E quelle parole lo colpirono in viso come mai prima d'ora, per anni interi l'aveva chiamata Mezzosangue, per anni interi lui era stato un Malfoy ma infondo questo non voleva dire niente, Hermione Granger sarebbe stata così anche se purosangue e lui invece sarebbe stato nettamente diverso se non fosse mai stato un Malfoy.

No One Here Gets Out Alive|| DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora