Capitolo 18

1.9K 91 49
                                    

Cico Pov:
Mi accorsi che sul pavimento della stazione c'era un paio di capelli rosa tendenti al lilla, ero sicuro che fossero di Stre. Salii su un treno nella speranza che fosse quello che ha preso lui ed entrai ancora con le lacrime agli occhi.
Mi sedetti davanti ad un bambino piccolo, mi feci delle domande del perchè fosse solo ma riniziai a piangere interrottamente.

Bambino: "C'è qualcosa che non va?" chiese il bambini sedendosi accanto al rosso.
Cico: "Ciao..n-nono va tutto b-bene" rispose singhiozzando.
Il bambino mi abbracciò.
Cico: "Ma piuttosto..dove sono i tuoi genitori?" domandò Cico asciugandosi le lacrime e guardando il bimbo nei suoi occhi color miele.
Bambino: "Ho detto a mia mamma che mi piacciono i maschietti e mi ha abbandonato in stazione e-e ho preso il primo t-treno" rispose piangendo.
Cico: "Oh..mi dispiace, quanti anni hai?"
Bambino: "Io ho sei anni e tu?"
Cico: "Io ne ho 18!"

Tra chiacchiere e dormitine passarono due ore. Mi decisi di portare il bimbo con me, non poteva rimanere solo.
Bambino: "Mi porti con te?"
Cico: "Certo, scendiamo"
Il bambino scese contento nelle braccia del rosso.
Bambino: "In che città siamo?" chiese accarezzando Tobbi.
Cico: "Siamo a Firenze" disse per poi riprenderlo in braccio.
Bambino: "Io mi chiamo Gabriel"
Cico: "Io Nicola ma puoi chiamarmi Cico!" affermò sorridendogli.
Gabriel: "Andiamo a mangiare, ho fame"
Cico: "Anche io, effettivamente sono le 13:00, andiamo al MC?"
Gabriel: "SIIII"

-dopo un'ora-
Cico: "Mangiato bene?"
Gabriel: "Sí! Ora dove andremo..?" chiese con gli occhi lucidi il brunetto.
Cico: "Non ne ho idea..potremmo andare in hotel ma non ho tanti soldi con me purtroppo"

Gabriel non mi rispose, ci incamminammo per le vie sperdute e inabitate di Firenze e trovammo in mezzo al bosco una casetta abbandonata, a prina vista nemmeno da tanto.
Cico: "Se la facessimo ristrutturare non sarebbe poi cosí male" disse posando il bimbo a terra e legando Tobbi a un paletto di ferro per andare a scrutare meglio la casa.
Gabriel: "E chi ce la aggiusta fratellone?"
Ormai per Gabriel il rosso era come un fratello, gli aveva salvato la vita.
Cico: "Chiamiamo qualcuno fratellino"
Gabriel: "Andiamo!!" urlò saltellando felice di avere una nuova casa.

-dopo due mesi-
-alle 19:00-
Cico: "GABRIEL!!" Urlò Cico più forte che poteva.
Il bimbo arrivò correndo con un grande sorriso stampato in faccia.
Gabriel: "Dimmi" rispose il bruno col fiatone.
Cico: "Non si può fare niente a questa casa mi hanno detto.."
Gabriel: "Dove staremo noi?"
Cico: "Semplice, staremo in strada"
Gabriel: "Come senzatetto?"
Cico: "Purtroppo.."

Sul viso di Cico si formarono delle gocce salate che gli rigavano il viso.
Gabriel, invece, non si fece pensare troppo la cosa di non avere più una casa o una famiglia, era un bambino di grande intelligenza per la sua etá ma in quel momento era felice di aver conosciuto Nicola e Tobbi.
I due mano nella mano, arrivarono in centro a Firenze, presero delle scatole, le appiattirono e si sdraiarono su di esse per dormire.
Il rosso mise Tobbi legato ad un palo di acciaio per non farlo scappare e si addormentarono quasi subito.

-alla mattina-
Passante: "Svegliatevi" disse con tono minaccioso iniziando a dare calci a Cico e Gabriel.
Cico: "SMETTILA O GLI FARAI DEL MALE!" urlò il rosso vedendo che alla testa del bimbo usciva sangue per le pedate del passante.
Gabriel: "N-nicola.." disse socchiudendo gli occhi.
Cico: "Sono le 4 sicuramente sará stato ubriaco, andiamo in ospedale, starai bene tranquillo"
Gabriel: "H-ho paura.." disse piangendo per poi perdere i sensi.

Il rosso si mise a correre con Tobbi all'ospedale più vicino, dopo venti minuti di corsa e pianti per Gabriel riuscii a trovare l'ospedale ed entrò.
Cico: "Aiutatemi vi prego"
Infermiera: "Subito, lo porto nella stanza numero 57 al 2° piano, la chiamerò tra poco.

Cico Pov:
Stavo tremando di paura ormai Gabriel per me era come un figlio.
Erano passati tre mesi da quando non avevo notizie più di nessuno dei sette e nemmeno del mio amato Stre, perché sí lo amo ancora con tutto me stesso.
Dopo un'ora vidi l'infermiera chiamarmi e con l'ascensore mi accompagnò nella stanza del piccolo.
Cico: "GABRIEL!" esclamò il rosso abbracciandolo.
Gabriel: "CICO!"
Cico: "Come stai?"
Gabriel: "Ora meglio ma quel signore chi e-era?"
Cico: "Non lo so, ma so che non possiamo continuare a vivere per strada, è troppo pericoloso.."
Gabriel: "E dove andremo?"
Cico: "Non ne ho idea, ora dormi che sono solo le cinque del mattino"

-dopo due settimane-
Gabriel aveva compiuto sette anni qualche giorno prima e i due per festeggiare decisero di elemosinare qualche soldo per andare alle giostre.
Cico: "Ti piace stare qui?"
Gabriel: "Tantissimo!"
Cico: "Saliamo su quella giostra? Sembra essere bella!"
Gabriel: "Andiamo fratellone" esclamò il piccolo per poi prendere per mano Cico e correre a fare il biglietto.

Cico Pov:
Quando stavo con Gabriel mi sembrava di essere nuovamente col mio Stre, chissá dove era.
Probabilmente non si ricorderà più di me, e Lyon? Giorgio? E tutti gli altri? Avevo tante domande che mi si gonfiarono gli occhi dal pianto ma fortunatamente il piccolo non lo notò, era impegnato a guardare il panorama mentre eravamo in alto sulla giostra.
Gabriel: "Ma Federico?" chiese in punto in bianco, sorprendendo il rosso.
Cico parlava sempre di Stre al bimbo, di quanto si fossero amati e di quanto era perfetto il rosa.
Cico: "I-io non saprei.." disse Cico guardando l'orizzonte, come se sperasse una risposta dal vento che trapassava i suoi capelli rossi.
Gabriel: "Secondo me lui è qui" disse con tono serio.
Cico: "N-non credo, ma spero di rivederlo un g-giorno" disse balbettando.

Passarono due ore e si fecero le otto e mezzo di sera, era una sera di Luglio e perciò si intravedeva ancora la luce del sole che ci coccolava nei suoi raggi caldi. Portai il bimbo a cenare in uno dei quei capannoni che davano pizze a taglio a pochi euro, mangiammo e ritornammo in strada.
Gabriel: "Ma e-e i nostri scatoloni?!"
Cico: "Oh mio dio.."
Gabriel: "Andiamo a riprenderli nei cassonetti lí vicino"

Mattia Pov:
Questa volta ero tornato prima da lavoro, percorsi la solita strada per tornare a casa di Stre, ormai eravamo diventati molto affiatati e forse mi iniziava a piacere..
I miei pensieri vennero offuscati quando sentii una voce di un bambino piccolo e di un ragazzo in lontananza.
Gabriel: "Ti prendo ti prendo!"
Cico: "Ti piacerebbe!"
Stavano correndo nella direzione dell'immondizia, riconobbi subito quella figura. Capelli rosso fuoco, occhi verdi smeraldo e un fisico da palestra, era lui. Stetti immobile per qualche secondo, come era arrivato fin qua? Perché ha un bambino con se? E soprattutto: perché stanno prendendo degli scatoloni? Decisi di seguirli.
Volevo vederci chiaro, sicuramente non avrei detto niente a Stre.
Perché lui lo amava ancora, la notte non faceva altro che disegnare lui e Cico abbracciati che si ritrovavano.

-dopo 10 minuti-
Si sono fermati davanti al duomo, ma che stanno facendo? Mi avvicinai leggermente di più e mi misi dietro ad una colonna.
Erano senzatetto? Vivevano cosí da tre mesi? Non ci potevo credere.
Mi facevano tenerezza ma allo stesso tempo volevo che Strecatto fosse mio e basta, ed avrei tenuto la bocca cucita sul fatto che Cico era a 300m da casa mia.

Mattia: "Stre!"
Stre: "Sei tornato prima?" chiese lasciandosi andare nelle calda braccia del biondino.
Mattia: "Prima mi ha chiamato mio padre e mi ha detto che domani staranno qua per un mese, va bene piccolo?"

Stre Pov
"Piccolo" solo Cico mi poteva chiamare così, mi manca..

Stre: "Certo, va benissimo!" disse sorridente.
Mattia: "Guardiamo Netflix?"
Stre: "Ci sto"

Cico Pov:
Cico: "Stai comodo?" chiese preoccupato per Gabriel.
Gabriel: "Sí! Te non dormi?"
Cico: "Non ho molto sonno, starò qui a fare la guardia"
Gabriel: "Va bene fratellone"
Accarezzai il bimbo e mi misi con le spalle dietro ad una colonna rivolta a una grande villa, aveva tutte le luci accese e il fuori era di colore giallastro.
Tra mille pensieri si fecero le una, vedendo che non c'era nessuno a giro per il Duomo apparte qualche ragazzo decisi di mettere una coperta anche a Tobbi che si era addormentato e di provare a dormire.
Stavo chiudendo gli occhi quando da quella lussuosa villa sentii una voce urlare, ma non un urlo di dolore, un urlo di gioia. Misi affuoco la voce ed era indistinguibile da tutte le altre.


Mi hai salvato la vita -Strecico♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora