Capitolo 21

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Una voce maschile rassicurante lo chiamò mettendo le mani in avanti per far sí che la porta non si chiudesse.
Stefano: "Ah e un'ultima cosa.."
Stre: "S-sí?"
Stefano: "Diventerai un famoso Stilista, me lo sento, va' e spacca tutto fratellino!"
Stre: "Ti voglio bene fratellone!" urlò il rosa capultandosi tra le sue braccia bagnando la sua maglietta di lacrime.

Quando chiusero la porta mi sentii vuoto, non sapevo come tornare all'ospedale ma fortunatamente mi feci dare una cartina la mattina prima di partire, non chiesi a loro di accompagnarmi dall'altra parte della città, avevano fatto fin troppo per me.
Riuscii a trovare un autobus che portava in Duomo, dove lì vicino c'era l'ospedale. Dopo un'ora di 'viaggio' scesi e con le valige strette a me entrai nell'ospedale, avevo il cuore a mille.
Mi avvicinai a quella che sembrava essere un'infermiera.

Stre: "C-ciao"
Infermiera: "Di cosa ha bisogno?" chiese sorridendo.
Stre: "Sto cercando un certo Nicola, due settimane fa caduto da 7 metri di una villa, alto, capelli rosso fuo-"
Infermiera: "Non una parola di più, che parentela di sangue ha con il ragazzo"
Stre: "N-nessuna..ma stiamo insieme" disse fingendo un sorriso.
Infermiera: "Mi spiace non posso farla entrare, il suo ragazzo uscirà domani"
Stre: "Va bene, g-grazie" rispose tremolante.

E ora dove sarei andato? Alla fine era tempo solo di aspettare un giorno, ma mi sembrava che dovessi aspettare anni.
Mi sono diretto a un ristorante, dato che era ora di pranzo e avevo un certo languerino. Spesi quasi tutti i soldi che avevo nel portafoglio e ordina un mio classico, il Sushi.
Finito di mangiare uscii e mi misi in un angolo a disegnare il Duomo con me e Cico che ci baciavamo, io ci credevo ancora che ci saremmo rivisti.

-alle 18:00-
Erano passate ore e io ero ancora lí, dietro ad un angolo a disegnare su un muretto con le mie due valige accanto.
Mentre ritoccavo gli ultimi dettagli mi girai di scatto sentendo miagolare.
Era un micio dal pelo rossiccio e con gli occhi gialli, proprio come i miei.
Sembrava la fusione di me e Cico.
Era un segno?
Dopo poco finii il disegno colorandolo, stando attento nello stare nei bordi.
Era quasi ora di cena e in tasca avevo solo tre euro, detti un piccolo saluto al gattino, stavo per andarmene quando lo sentii miagolare, voleva rimanere con me? Lo presi in braccio e si posizionò sulla mia spalla destra.
Quella sera non mangiai niente, i soldi mi mancavano, alla fine con tre euro non potevo farci niente.

-alle 22:00-
Era da due ore che stavo trovando un posto appartato per dormire la notte, quel gattino rosso era ancora con me, lo portavo in braccio.
Dopo una quarantina di minuti, mezzo assonnato, ritrovai il posto di Cico e di Gabriel, mi sistemai lì per quella notte, usai la coperta di Cico per coprirmi, il micio se me stava appollaiato sopra la mia schiena, con le orecchie dritte e gli occhioni ben spalancati, come per fare da guardia.

-alla mattina-
Mi svegliai con il gatto che mi stava graffiando la guancia, mi alzai spaventato e rendendomi conto che questa mattina Cico usciva dall'ospedale il cuore mi batteva a mille, mancando a volte, qualche battito misto ad ansia e da emozione.
Mi alzai sistemandomi alla rinfusa i capelli zucchero filato e aspettai col cuore in mano davanti all'ospedale.

Cico Pov:
Mi svegliai al settimo cielo, stamattina sarei dovuto uscire dall'ospedale, non avevo più le stampelle.
Gabriel: "Felice?"
Cico: "Tremo di felicità"
Gabriel: "Finalmente potrai andare da Stre!" urlò contento per il rosso.
Cico: "Magari, non si ricorderà nemmeno di me.." rispose distrutto psicologicamente.
Gabriel: "Ma che dici?!" gli esclamò in faccia in tono da finto arrabbiato.
A interrompere la loro finta discussione fu il dottore che si occupava di Cico.
Dottore: "Buongiorno, vi vedo felici eh?"
Cico: "Tantissimo dottore!"
Gabriel: "Quando potremmo uscire..?" chiese impaziente il piccolo.
Dottore: "Io direi anche ora, arrivederci e buona vita!" urlò abbracciando i due e salutandosi.

Mi hai salvato la vita -Strecico♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora