CAPITOLO 24

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POV di Ro
Dopo una settimana da quando ero stato con Elly all'ospedale non l'avevo più vista. Mi ero sentito varie volte con Lexie per sapere come stava. Mi mancava tantissimo e volevo starle accanto sempre . Dopo le rose che le avevo mandato non mi aveva ancora rivolto la parola E come immaginavo la lettera non l'aveva letta, almeno così mi aveva detto Lexie. Dovevo mettere in atto il piano B ma non mi sentivo ancora pronto così la chiamai .
CIAO SONO ELLY E QUESTA È LA MIA SEGRETERIA TELEFONICA IN QUESTO MOMENTO NON POSSO RISPONDERE O NON MI VA MA SE VOLETE LASCIATE UN MESSAGGIO CIAO. Dopo un bip lasciai un messaggio. Era bello sentire la sua voce anche se fosse registrata.
CIAO ELLY SONO RO. FORSE NON DOVEVO CHIAMARE MA VOLEVO SAPERE SOLO COME STAVI. BEH ADESSO VADO TI SALUTO...CIAO chiusi il telefono. Ero proprio un idiota. Stupido,stupido e stupido. Non dovevo e ora cosa avrà pensato? Dopo averle chiamato andai a lezione d'improvvisazione. Quel giorno toccava alla pratica. Il professore ci diede un bellissimo compito . Dovevamo comporre una canzone o singolarmente o in coppia. Quel compito era importante se volevamo un voto massimo. In ogni lezione prendevo appunti per Elly e poi andavo da lei qualche volta e mettevo un biglietto sotto la porta d'ingresso. Restavo lì per qualche minuto per vedere se avesse aperto cosa che non faceva mai.Quel pomeriggio presi il telefono e chiamai Lexie basta ero pronto.
"Pronto Lexie".
"Hey Brad dimmi tutto "-disse Lexie .
"Non ce la faccio più voglio provarci. Devo fare qualcos'altro per lei non posso rimanere con le mani in mano"-dissi io tutto ad un fiato.
"Ok allora cosa pensi di fare ? Quello che mi avevi già detto?"-mi chiese.
"Beh si...tu che dici ? Che mi consigli?"-dissi.
"Ormai che ci sei Brad ti butti ok ? In bocca al lupo e fammi sapere . Ciao"- disse Lexie.
"Ok crepi e grazie di tutto "-chiusi la telefonata.
Erano le 4:30 del pomeriggio magari potevo andare verso le 5:30 . Ero così ansioso che presi la chitarra e incominciai a suonare.
POV di Elly
Quella mattina faceva freddo. Ero andata all'ospedale a togliere i punti e fare i soliti controlli. Mi avevano detto che andava tutto bene e che se continuavo ad avere mal di testa dovevo prendere qualche aspirina. Tornai a casa stanca e mi misi nel letto. Non avevo voglia di far niente come se la mia vita non aveva più un senso. Perché il mio senso era lui. Era la mia forza. Quella forza che in un momento all'altro era svanita lasciando un peso dentro. Accesi i riscaldamenti e feci una bella cioccolata calda. Nel momento che andai in salotto un foglietto bianco spunto da sotto la porta d'ingresso.
Sapevo chi fosse.Lo faceva per aiutarmi perché ero molto indietro con il programma. Presi il foglio.
NUOVO PEZZO DA COMPORRE... TI PREGO APRIMI LA PORTA O BISOGNO DI VEDERE I TUOI OCCHI O SEMPLICEMENTE SENTIRE LA TUA VOCE. Mi appoggiai e mi sedetti a terra sulla moquette sapendo che la mia ragione di vita era dall'altra parte di una stupida porta. Una porta che divideva due cuori . Ma non potevo aprire non mi sentivo pronta ad affrontarlo ancora. Sentivo il suo respiro e chiusi gli occhi immaginando quanto fosse bello in quel momento. Ma mi stavo distruggendo da sola così con tutte le mie forze presi il foglio mi alzai e andai nell'altra stanza. Aspettai in silenzio un rumore che mi facesse capire che era andato via. Mi appisolai per venti minuti. Ma quando vidi che erano le 3:35 mi alzai di scatto. Dovevo lavorare. Presi il violino cercando di suonare qualcosa, ma non riuscivo a fare niente. Cercai di suonare come meglio potevo. Dovevo comporre un pezzo. Mi aiutai con il pianoforte ma niente. Usciva solo una melodia triste . Una melodia inutile. Guardai l'orario erano le 5:00 avevo perso un'ora e mezza. Un ora sprecata. Mi misi sul divano e chiusi gli occhi pensando . Che avrei potuto fare? Aprì gli occhi . Sentivo un rumore. Una voce . Sentivo una musica. Mi alzai e andai a guardare dalla finestra. Quella che dava alla strada. Un ragazzo alto , scuro, dagli occhi color caramello con una chitarra in mano al freddo suonava la canzone di Richard Marx. Si quel ragazzo era lui. Cantava e suonava. OVUNQUE SARAI.E QUALSIASI COSA FARAI O OVUNQUE ANDRAI IO SARÒ SEMPRE CON TE. Piansi contro il vetro . Ok forse stavo esagerando?!? Ma c'era un motivo. Volevo vedere cosa provava per me. Volevo vedere fino a che punto era disposto a "riprendermi".
(Flashback)
Erano le due di notte di un anno fa. Dormivo a casa sola perché mia mamma era partita per motivi di lavoro. Mi lasciava a casa perché andando all'ultimo anno di liceo e quindi riuscivo a cavarmela da sola.
Dormivo tranquilla quella notte quando sentì il mio telefono squillare. Lo lasciavo acceso per emergenza se avesse chiamato mia madre. Sentendo il telefono allungai la mano e lo presi.
"Pronto mamma. Cosa è successo?"-dissi ancora mentre dormivo.
"Non sono tua madre. Neanche mi riconosci?"-disse l'altra voce ridendo.
"Bradley?"-dissi io aprendo gli occhi di scatto e sedendomi.
"Ahahahaha pensavo fossi mia amica Lyly "-era strano come sottolineò il mio soprannome. Infatti era strano. Era ubriaco?
"Cosa vuoi Brad?".
"Mi dispiace per tutto . Volevo farmi perdonare"-disse .
"E vuoi farlo alle due di notte?"-chiesi io.
"Senti Elly ok ti ho abbandonato e ho sbagliato ma non posso stare più se za di te. Io ti voglio al mio fianco ti prego vieni da me"-disse Brad.
Non risposi. Non riuscivo a sentire più la sua voce.
"Elly ti prego rispondi. Elly? Pronto?"-disse lui mentre piangeva ed era ubriaco. Non era lui il ragazzo che conoscevo .
Chiusi la telefonata e piansi per tutta la notte.
(Fine flashback)
Aprì gli occhi e Brad suonava ancora lì la nostra canzone. Non potevo andare da lui ad abbracciarlo per poi sentirmi dire che ero la ragazza più speciale che aveva mai conosciuto. Che ero la SUA MIGLIORE AMICA. Io volevo di più e volevo vedere fino a dove si sarebbe potuto spingere.

La musica che resta sei TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora