capitolo 26

731 31 12
                                    

17 febbraio. Oggi è il giorno. Il giorno in cui la mia vita potrebbe cambiare per sempre: oggi potrei dire addio a molte persone, potrei tornare nella mia Toscana e lasciare Alexandru e non rivederlo mai più. Mi asciugo la lacrima che mi è sfuggita dall'occhio e con un sospiro mi alzo dal letto che si trova nella camera degli ospiti nell'appartamento di Irene

"Buongiorno Luna, come va?"

Ivan e Irene stanno facendo colazione sul tavolo della cucina, arredata un po' alla meglio finchè non arriveranno gli ultimi mobili a completarla; mi sento d'intralcio in maniera spropositata in questo momento, mi sono precipitata qui la sera di San Valentino e non sono più uscita di camera

"Sono ancora viva, tutto regolare"

Irene mi invita a sedermi con loro e mi passa la tazza di caffè fumante; ne ho davvero bisogno. Vivo a letto da tre giorni ormai, ho mangiato poco o niente e ho pianto, davvero tanto. Ho bevuto tanta acqua e pianto altrettante lacrime, Dio, non pensavo che un essere umano potesse piangere così tanto. Mentre i due piccioncini parlano di come passeranno la loro giornata, un bussare incessante alla porta mi distrae dai miei pensieri

"Vado io"

Nemmeno il tempo di dirlo, che Ivan torna in cucina con un Alex trafelato dietro di lui, sembra che abbia corso per venire qui. Più lo guardo e più mi rendo conto di quanto sia assurdo che uno come lui abbia scelto proprio una come me: il suo fisico è statuario, sembra marmo scolpito quando si toglie la maglia e poi è così intelligente, carismatico, sexy e bugiardo. E' uno stronzo bugiardo, Luna non dimenticartelo.

"Luna"

Gli rivolgo solo uno sguardo, se aprissi bocca inizierei a urlargli contro e a piangere e sono davvero stanca di piangere. Non ci credo che mi sono ridotta così per un uomo, uno stronzo d'uomo.

"Non sono il padre del bambino"

Mi osserva e mi sorride in una maniera bellissima, quasi piange dalla contentezza

"NON SONO IL PADRE AMORE! Lo sapevo, io lo sapevo!"

Ivan e Irene lo abbracciano calorosamente, mentre io guardo la scena da fuori, quasi come se fossi un'estranea. Quando, finalmente direi, Alexandru si accorge di non avere nessuna reazione da parte mia si avvicina e si inginocchia di fronte a me

"Luna, tesoro, è tutto ok. Adesso torna a casa nostra, Luk e Sammy hanno pianto non avendoti in giro per casa in questi giorni. Sono stato male anche io"

"Non me lo avresti detto"

Mi guarda e non capisce

"Se non fossi arrivata in tempo, non mi avresti detto niente. Se sapevi di non essere il padre perchè non me lo hai detto subito?"

"Luna, io..."

"Zitto! Non ti sei fidato di me. E se fosse stato tuo cosa avresti fatto, eh? Lo avresti mantenuto in segreto, senza dirmi niente?"

Ci è rimasto male, forse credeva che fossi felice e lo sono, ma sono anche molto delusa dal suo comportamento.

"Tornerò a casa, ho già rotto le palle a Irene e tuo cugino abbastanza a lungo, ma non l'ho superata"

Mi volto e vado in camera a raccogliere le mie cose

Alexandru pov

Ok, questa me l'aspettavo. Cioè mi aspettavo uno schiaffo in faccia, il labro sanguinante da un cazzotto, ma non pensavo che reagisse. O insomma, che proprio non reagisse come sta facendo: si sta tenendo tutto dentro, anche se i suoi sguardi sono fitte di pura delusione nei miei confronti

"Cugino hai combinato davvero un bel casino"

Ivan mi batte una mano sulla spalla, mentre Irene mi consola, dicendomi che ci vorrà del tempo, ma le passerà. Dovessi metterci una vita intera a farmi perdonare, non mi interessa niente. Amo Luna e so che lei ama me e come disse un poeta latino Amor vincit omnia


"Signorina Luna, bentornata a casa! Venga, abbiamo preparato il pranzo per lei e per il signor Volkov, prego"

Siamo appena tornati a casa e la cameriera ci ha fatto trovare il pranzo già pronto... adesso che so di non dover diventare padre ho davvero una fame da lupi. La tavola è piena di cibo come sempre hanno cucinato per un reggimento e siamo solo in due. Luna è di fronte a me, ma non sta mangiando, speluzzica un po'quello che ha nel piatto, ma non sembra molto convinta; ad un certo punto si alza

"Scusa, ma non ho molta fame, vado a farmi una doccia e mi stendo su un letto al piano di sopra"

"No, mettiti sul nostro letto. Non verrò a disturbarti"

Annuisce e se mi lascia solo in un modo così silenzioso che se non l'avessi guardata andarsene giurerei di essermelo sognato. Finisco di pranzare in completa solitudine, con Luk che mi scodinzola accanto aspettando un po' di cibo

"Signor Volkov, la prego venga con me"

Una delle cameriere mi corre incontro e mi fa cenno di seguirla verso camera mia e di Luna. Salgo velocemente le scale e quando entro in camera un pianto forte e disperato mi arriva alle orecchie.

Faccio segno alla cameriera di lasciarci soli e mi catapulto nel bagno dove mi si presenta davanti una scena che mi spezza il cuore; Luna è seduta nella vasca con le gambe strette al petto, è nuda e bagnata e sta urlando e piangendo. Odio vederla così, avrei preferito di gran lunga essere preso a pugni, un colpo di pistola. Prendo un asciugamano abbastanza grande e la tiro fuori, non voglio che si ammali.

Mi siedo sul letto e la tengo in braccio mentre continua a urlare e stringere la mia maglia tra le sue mani; le accarezzo la schiena dolcemente, sono davvero in panico, non so cosa fare. Devo stare zitto o parlare^ Se parlo mi odierà ancora di più

"Non ti odio"

Un sussurro, forse me lo sono immaginato

"Alex, non ti odio. Qualsiasi cosa accada io ti amo e sarò sempre al mio fianco"

"Sono io che mi odio. Non ci sono parole per scusarmi, per cancellare tutto quello che ho fatto"

"Tu non ti sei fidato di me"

La prendo per le braccia e l'allontano da me, quanto basta per poterla guardare negli occhi

"Non è così. Non volevo deluderti, e ho fatto peggio"

La sua mano mi accarezza dolcemente la guancia mentre guardo in basso, mi vergogno così tanto

"Sono stanca di deluderti e tu sei stanco di deludere me. Ho bisogno di tempo per elaborare la faccenda, ma non voglio portarti il muso a vita. Ho pianto per tre giorni ininterrottamente e adesso sono davvero stanca di tutto"

Prima che si distenda e si metta a dormire, corro a prendere il phon in bagno, non voglio certo che si ammali ora che è tornata da me. Una volta finito le passo una mia maglia come vestito e rimango fermo ad osservarla mentre si stende dalla sua parte del letto

"Alex"

Mi volto a guardarla, anche distrutta è sempre una dea ai miei occhi

"Ostat'sya" (resta)

Mi stendo al suo fianco, la stringo forte a me e pian piano mi appisolo sperando che d'ora in poi ci sia solo amore e tranquillità tra di noi.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Un amore inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora