Consanguinei

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Una ragazzina dai capelli rossi si aggirava per i corridoi del Tre, era sola come sempre e aveva lo sguardo basso. Non aveva paura di nessuno ma lo sguardo lo teneva basso lo stesso perché con quegli occhi color nocciola poteva far paura a tutti. C'erano così tante cose dietro quel suo sguardo di ghiaccio.
"Belfiore." La richiamò un ragazzo, anzi, il ragazzo.
"Maffei." Non aveva alzato lo sguardo. Attorno a loro si stava formando piano piano una piccola cerchia. "Cosa vuoi?" Nel dire questa frase puntò i suoi occhi in quelli verdi di Giorgio e poté quasi sentire il brivido che percorse la schiena del biondo fino a mordergli la nuca. Alice era una ragazza strana e questo lo sapevano tutti. C'era chi la scansava nei corridoi, chi la evitava come avesse la lebbra e poi c'era Giorgio che era diverso da tutti, che le si piazzava davanti e la insultava numerose volte fin quando non finivano col farsi male tramite calci, pugni, schiaffi, graffi.
"Un servizietto da parte tua o da parte di tua madre," Passò la lingua sul labbro superiore. "tanto siete entrambe delle puttane."
Alice sbuffò. Non aveva intenzione di picchiarlo. Non aveva intenzione di ritrovarsi segni sul corpo. Camminò verso Giorgio e all'ultimo cercò di superarlo con una spallata ma lui la fermò per il polso. "Dove credi di andare, Belfiore?" Il sussurro era basso, solo loro due poterono sentirlo.
"Lontano da te, Maffei." Scrollò il braccio ma la presa appena accennata del biondo divenne una morsa e la fece gemere.
"Non puoi stare lontano da me e lo sai." Disse Giorgio. "Ci apparteniamo."
Alice inspirò e poi gli diede un pugno dritto sul labbro. Esso si ruppe e lentamente uscì un rivolo di sangue. Il ragazzo sorrise e aveva i denti macchiati di rosso. "Questo sangue che vedi," Sputò per terra e il bianco della saliva si mischiò al rosso. "questo sangue che vedi è quello che scorre nelle mie vene."
"Ci arrivavo anche da sola, Maffei." Ringhiò Alice.
La strattonò. "Ed è lo stesso sangue che scorre nelle tue."
"Stronzate!" Urlò la rossa. "Sono stronzate, Maffei. Io e te non siamo la stessa persona e non veniamo dalla stessa famiglia. Tu non sai un cazzo di me e io non so un cazzo di te." L'urlo divenne un sibilo e la ragazza dovette avvicinarsi al biondo per farsi sentire. "Non abbiamo lo stesso sangue, non possiamo avere lo stesso sangue."
Giorgio sorrise e le diede un pugno sul naso. Appena il sangue cominciò ad uscire lo raccolse con l'indice della mano destra poi prese il sangue dal suo labbro spaccato con l'indice della mano sinistra e li avvicinò con i polpastrelli in alto. Sia Alice che Giorgio guardarono. Il ragazzo unì le due dita per poi separarle. Sorrise. Alice lo guardò con le sopracciglia aggrottate.
"A forza di ferirci siamo diventati consanguinei." Sussurrò Giorgio. Se ne andò. La cerchia sparì dietro i suoi passi leggeri già lontani.
La rossa aveva la bocca semi aperta ed un'espressione confusa stampata sul volto.
I due ragazzi si trovavano fuori dal Tre, Alice era di nuovo adulta e Giorgio accanto a sé pure. Erano immersi nei ricordi fino al collo. Essi gli annebbiavano la vista e non gli facevano capire più nulla. "Consanguinei." Disse Giorgio soprappensiero e la ragazza si strinse nelle spalle mentre un brivido le mordeva la nuca: avevano ricordato la stessa cosa.

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