Latte

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"Sì... ok." Alice entrò nella cucina nel momento in cui Giorgio stava parlando al telefono. "No, Ale, non sono gay."
La ragazza ridacchiò per poi prendere un bicchiere d'acqua. Giorgio alzò gli occhi al cielo. "No, no! Diamine, che schifo."
Alice si voltò verso il ragazzo e gli sorrise. "Certo che ho avuto delle ragazze, Alessandra." Sembrava scocciato. "Questo venerdì? Non posso. Facciamo sabato?" Aggrottò le sopracciglia ascoltando attentamente ciò che la donna dall'altro capo del telefono gli stava dicendo. "Sì, sfotti pure... sai una cosa? Io-" Guardò Alice e mise su un ghigno. "Io ce l'ho la ragazza. Te la porto sabato, ciao Ale!"
La rossa quasi non si strozzò con l'acqua, lanciò un'occhiata a Giorgio che la stava ancora guardando con un ghigno sul viso. "Non se ne parla." Tagliò corto lei. "Non mi fingerò la tua ragazza davanti a... chi diamine è Alessandra?"
"Quando andavo alle elementari i miei genitori non potevano prendersi cura di me per ovvi motivi, papà era in carcere e mamma non lavorava... così mi hanno affidato ad Alessandra e la sua famiglia. Frequentavo lo stesso Tevi e andavo a scuola lì eccetera, eccetera, ma abitavo da Alessandra e Flavio."
"Quindi sei rimasto in contatto con loro." Aggiunse Alice.
"Esatto. Non ho mai portato nessuna delle mie ragazze a casa loro e quindi mi prendono in giro, così... ti prego, Ali? Solo una sera?" Congiunse le mani davanti al viso per enfatizzare il fatto che era proprio disperato.
Alice alzò un sopracciglio. "Portaci quella ragazza, no? Quella che stava qui quando ho portato Shyla a casa." La sua voce si fece piccola nel menzionare il dolce cagnolino. Giorgio le aveva trovato una famiglia qualche settimana prima di quella bizzarra mattina. Era domenica ed era il primo giorno di dicembre.
"Dici Vivian?" Chiese Giorgio. La ragazza annuì. "Che schifo, no. Non porto delle puttane a casa di Alessandra."
"Portaci delle spogliarelliste che è meglio." Alice gli fece l'occhiolino e rise. Il ragazzo però era serio, non lo trovava affatto divertente.
"Voglio portare una persona importante, non la prima che capita." Disse lentamente.
Le guance della ragazza si fecero rosee e Giorgio sorrise. "Per favore, Alice? Ti vorrei davvero lì sabato."
Alice sospirò senza rispondere e il ragazzo sorrise più ampiamente, "Grazie!" la abbracciò di slancio. "Sei la migliore." Le strizzò una guancia e poi se ne andò in camera sua ed Alice rimase in cucina sbigottita. Non gli aveva detto di sì.
Il sabato arrivò in fretta ed Alice era nel panico. "A che ora dobbiamo stare lì?" Chiese a Giorgio girando come una trottola per la casa. Erano solo le undici del mattino, però lei aveva già iniziato a prepararsi.
"Alle sette, Alice. Ti vuoi dare una calmata?" Giorgio era sdraiato sul divano con una tazza di caffè nella mano destra e il telecomando nella sinistra. Stava facendo zapping cercando qualcosa di interessante.
"Vado a farmi una doccia, non entrare nel bagno!" Lo informò. La chiave era misteriosamente sparita e spesso c'erano stati degli inconvenienti.
Entrò correndo nel bagno e si tolse i vestiti per poi entrare nel box doccia. "Dai, Alice, muoviti. Mancano solo otto ore alla cena." Giorgio la prese in giro alzando gli occhi al cielo.
"Mi stai mettendo fretta!" Le rispose lei da sotto la doccia. Iniziò a insaponarsi e mentre si stava per fare lo shampoo Giorgio entrò nel bagno.
"Cosa hai detto?" Si sedette sul water e guardò il corpo d'Alice che non si riusciva a distinguere bene col vapore attaccato al vetro. Un mezzo sorriso vigeva sul suo volto.
"Esci di qui!" Sbottò la ragazza. "Mi sto facendo la doccia!"
"Lo so." Disse Giorgio. "Ti volevo ringraziare per quello che stai facendo per me. È molto importante." Ed Alice lo sapeva che era importante, per questo l'aveva preso così seriamente.
"Mi passi l'asciugamano?" Il rumore dell'acqua era cessato, Giorgio si alzò e prese il suo grande asciugamano per poi passarglielo da sopra la doccia.
Alice se lo avvolse in torno al corpo e poi uscì dalla doccia. "Sei meglio senza trucco." Lo disse così, come se fosse una cosa da niente.
La ragazza lo guardò per poi regalargli un piccolo sorriso. "Vado a vestirmi." Stava per uscire dal bagno quando Giorgio la fermò per il polso. Alice lo guardò in attesa che le dicesse qualcosa.
"Alice, senti.." Iniziò. La guardo negli occhi, la studiò a lungo con un sorriso sul volto: era bellissima. "No, niente, lascia stare." Glielo stava quasi per dire, c'era mancato poco.
Una volta che Alice indossò la biancheria e una maglietta di Giorgio andò in cucina. Prese una tazza e ci mise dentro i cornflakes per poi versare il latte.
Il ragazzo varcò la soglia della cucina. "Che mangi?"
"Cornflakes." Rispose Alice mentre metteva un'esagerata dose di zucchero sopra i cereali. "Vuoi?" Ne prese un cucchiaio e lo mostrò al ragazzo.
"Sì." Giorgio si avvicinò aprendo la bocca ed Alice - per dispetto - deviò il cucchiaio in direzione delle sue labbra e ne mangiò il contenuto. Il ragazzo la guardò male.
"Fatteli da solo." Ne mangiò un altro cucchiaio e guardò di sottecchi Giorgio.
Il ragazzo prese la tazza coi cereali e proprio quando Alice pensò che li stesse per trangugiare solo per farle un dispetto, lui sorrise e pose la tazza a qualche centimetro sopra la sua testa. Poi la rovesciò.
Ci fu un attimo di silenzio. Alice aveva aperto la bocca e lo guardava con occhi spalancati, Giorgio prese un cereale dai capelli di lei e lo mangiò. "Ci metti troppo zucchero!"
Alice sbuffò sonoramente prima di spingerlo con tutte le forze che aveva. "Vaffanculo! Il latte puzza!"
"Puzzerai anche tu." Alzò le spalle e la ragazza gli diede uno schiaffo talmente forte che esso riecheggiò per l'appartamento per pochi secondi.

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