"Cristian." Un lieve cenno di saluto, lo sguardo divenne duro e gelido.
"Giorgio." La voce era sforzata, gli costava pronunciare il suo nome. In mano aveva un rossetto e un paio di tacchi.
"Non vedo l'ora di vederti dimenare su quel palco. Sei davvero sexy, Cristian." Lo beffeggiò Giorgio.
"Voi due smettetela!" Urlò Alice dai capelli rossi scompigliati e indomabili. Strappò il rossetto dalle mani di Cristian e se lo mise lentamente sul labbro inferiore, osservando i due amici che si scambiavano occhiatacce di tanto in tanto. Strinse le labbra fra di loro alzando gli occhi al cielo. "È a posto o devo rifinirlo?" Chiese.
"Odio quando ti metti quella roba sulla faccia. Sembri una poco di buono." Bofonchiò Giorgio.
Cristian prese il rossetto dalle mani d'Alice e lanciò uno sguardo al biondo sorridendo leggermente. Si avvicinò al viso della rossa e Giorgio assunse un'espressione impassibile. Posò il rossetto sul labbro inferiore e poi su quello superiore picchiettando delicatamente. "Hai delle bellissime labbra, Alice."
La rossa neanche si accorse del complimento che corse verso la sua postazione. "Che devo indossare?" Chiese alle ragazze già pronte.
Sara le si affiancò. "Oggi solamente lingerie, Ali. Lingerie dannatamente provocante." Si indicò il corpo che era coperto da un reggiseno push-up nero e dei tanga in pizzo.
"E se mi mettessi una maglietta?" Chiese Alice con voce piccola.
"Ti chiederanno uno spogliarello. Il pubblico ti adora." Sara alzò gli occhi al cielo. Era una ragazza abituata a stare al centro dell'attenzione, ad avere i riflettori puntati su di lei. Otteneva tutto ciò che voleva ma da quando Alice fu assunta non aveva più nulla. La sua era solo finta gentilezza.
La ragazza dai capelli indomabili fece una piccola smorfia. Prese l'unico completo che era rimasto, cioè un reggiseno senza spalline e un tanga striminzito. "Come faccio a ballare con questa roba?" Chiese esasperata.
La mora sorrise divertita. "Problemi tuoi."
Alice si mosse veloce fino a raggiungere Cristian. "Ti vuoi muovere?" Sbottò. "In scena fra dieci minuti e non sei nemmeno truccato!"
Giorgio distolse lo sguardo da quello marrone di lui. Il castano la guardò. "Tranquilla, Alice." Le diede una carezza e la rossa si chiese il perché di tutte quelle attenzioni.
"Che ti prende?" Chiese, infatti, sorridendo un po'.
"È geloso." Rispose Giorgio per lui.
Cristian ringhiò infastidito. "Chiudi quella fottuta bocca." Sbottò allontanandosi. "Alice, tesoro, vieni con me. Ti trucco."
La rossa alzò un sopracciglio. Seguì lo stesso il castano, anche se enormemente confusa. Si sedette e Cristian le mise dell'ombretto, della matita e del mascara. "Grazie!" Gli diede una pacca sulla spalla e si alzò di slancio. "Ora muoviti o non andiamo in scena. È solo il terzo spettacolo, ce ne spettano tanti altri." Si avvicinò a Giorgio e gli mise una mano sul braccio. "Vai in sala." Gli disse.
Giorgio mosse passi veloci e si diresse in fondo la sala. Si guardò in torno e vide solo tanti uomini, tanti ragazzi ubriachi. Scorse anche il ragazzo che aveva dato del filo da torcere ad Alice la prima volta che si presentò lì. Jacopo aveva un sorriso in volto e lo sguardo attento: aspettava con ansia Alice. Non dovette attendere molto, poco dopo le ragazze e Cristian furono sul palco e si muovevano in modo seducente e troppo provocante. "Vai così, Rossa!" Disse Jacopo sopra tutti gli schiamazzi e le urla.
Alice lo guardava gelidamente ma con un sorriso in volto. Non ci poteva credere.
Si mise seduta con le gambe piegate e leggermente aperte alla base del palo e lo risalì piano toccandolo solo col sedere. Il pubblicò impazzì.
Giorgio sorrise perché lui conosceva la vera Alice e non era quella sul palco, la vera Alice era quella che si vestiva di felpe e jeans e che tornava a casa con lividi e tagli sul corpo. Alice lo scorse fra tutti e gli fece l'occhiolino per poi leccarsi lentamente il labbro inferiore. Giorgio rise rumorosamente.
Quando la rossa scese dal palco andò da un paio di uomini evitando prontamente Jacopo. Si diresse verso l'amico e ballò un po' in torno a lui. "Dovresti smetterla di essere così provocante, Alice." Le disse.
"Perché mai?" Si portò le mani ai capelli in modo sensuale e strusciò il suo sedere sul fianco di lui.
"Tutti hanno occhi solo per te, le altre neanche le guardano."
"Non dire cazzate." Rise.
"Sono tutti girati verso di noi e il tuo bellissimo sedere che si muove attorno a me." Disse Giorgio. Sembrava che fosse l'unico ad essere immune al fascino d'Alice.
La ragazza si voltò ed effettivamente era così. "Torno sul palco, ciao Giorgio." Gli lasciò un bacio sulla guancia e rimasero delle tracce di rossetto su di essa.
Jacopo gli si avvicinò. "La conosci?" Chiese cercando di sembrare minaccioso.
"Chi?" Chiese Giorgio senza guardarlo nemmeno.
"Nun fa' lo stronzetto co' me che caschi male, Biondo." Disse Jacopo. "Quella che t'ha lasciato un bacio sulla guancia."
"Si chiama Alice." Disse il biondo inespressivo.
"'A conosci sì o no?" Jacopo era poco più basso di Giorgio, aveva gli occhi marroni e i capelli neri leggermente tinti di biondo.
"Sì, ci vivo insieme." Non era intimorito da quel ragazzino.
"Com'è a letto? Da come se move scommetto che è popo 'na bomba." (Da come si muove scommetto che è proprio fantastica.)
"Non ci sono andato a letto, ragazzino." Disse Giorgio. "Ce l'hai l'età per stare qui?"
"Certo, amico."
"Non sono tuo amico." Il tono non lasciava trapelare nessuna emozione.
"Vabbe oh, stai carmo."
"Sei proprio di Roma." Alzò gli occhi al cielo. "Parlate, parlate ma non concludete nulla. Siete bravi solo ad insultare e a mentire."
Jacopo alzò il viso in modo altezzoso. "Perché te da dove vieni?"
"Periferia." Lo liquidò.
"'No stronzetto de periferia." Il moro sorrise.
"Molto stronzo, bimbo." Ringhiò Giorgio. "Vedi di non infastidirmi."
"Manco me guardi nell'occhi e dovrei avecce paura de te?" (Neanche mi guardi e dovrei aver paura di te?)
Il biondo girò la testa e puntò lo sguardo negli occhi marroni di lui. Lo afferrò per la camicia e lo portò alla sua altezza senza sforzo. "Vedi di non infastidirmi o fai una brutta fine."
Jacopo lo guardò. "Non vieni dalla periferia di Roma. Di dove sei?" La voce gli tremava un po'.
"Tevi." Lasciò il ragazzo che scappò a gambe levate dai suoi amici.
Giorgio sentì lo sguardo d'Alice su di lui. Si girò verso di lei che scosse la testa contrariata e leggermente delusa. Se lo aspettava diverso, pensava fosse cambiato.
STAI LEGGENDO
Wild world
RomanceAlice e Giorgio sono nati e cresciuti in un ambiente che non fa per loro. Si incontrano per la prima volta alle elementari e si perdono di vista, per poi ritrovarsi insieme al Tre. Una volta finite le superiori le loro strade si dividono. Due anni d...