Interagire con le persone?

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Appena Vivian uscì di casa i due ragazzi cominciarono a parlare. "Il cane non può stare qui, non me ne voglio prendere cura quando sei all'università." Disse piano Giorgio.
Alice lo guardò. "Ho cercato il suo padrone dappertutto ma non c'era, non possiamo abbandonarla per strada. È crudele." Inclinò la testa mentre in viso aveva un'espressione seria.
"E se la portassimo al negozio d'animali?"
"No!" Disse Alice con voce un po' più alta. Vide Giorgio aprire la bocca per ribattere ma lo interruppe: "E non lo porteremo nemmeno al canile." Sibilò.
Il ragazzo alzò le mani. "Le troverò un padrone."
La rossa a quel punto non poteva che acconsentire. Annuì piano, impercettibilmente.
"Stanno venendo Nat e Luca, rimangono a cena." Alice sbuffò infastidita e Giorgio la guardò interrogativamente.
"Non mi piacciono quei due." Disse semplicemente la ragazza.
"Perché?"
"Non lo so, non mi piacciono e basta. Hanno qualcosa negli occhi che non mi convince."
Il ragazzo le sorrise dolcemente. "Alice, non sono come noi. Quel qualcosa che hanno negli occhi non è altro che normalità. Non sono cattivi, puoi stare tranquilla."
"Lo so che non sono cattivi." Disse la rossa. "È questo che non mi convince. Tutti sono cattivi."
Giorgio non la capì, rimase semplicemente a guardarla. "Esci a prendere i croccantini per Shyla? Per favore?" Gli chiese Alice dopo un po' sporgendo leggermente il labbro inferiore.
Il ragazzo la guardò duramente, "Non se ne parla!" disse scuotendo la testa. Le aveva appena detto che non si sarebbe preso cura del cane, era un controsenso chiedergli se potesse comprare le crocchette.
Eppure dieci minuti dopo - non capì come - si ritrovò per strada accanto ad Alice e Shyla. "Come hai fatto a convincermi?" Chiese trattenendo un sorriso.
La ragazza alzò le spalle. "Non lo so."
Quando ritornarono a casa trovarono Nat e Luca fuori dalla porta, Nat stava bussando energicamente alla porta mentre Luca era sulle sue, sembrava tranquillo e indifferente a quello che stava succedendo. "Calma tigre, sennò ci butti giù la porta." Disse ridendo Alice.
Nat fermò il pugno a mezz'aria e si girò. "Alice, Giorgio!" Si avvicinò ai due ragazzi e guardò interrogativamente il biondo che teneva in braccio un sacco da un chilo di crocchette per cani.
"Lunga storia." Lo liquidò lui.
Nat si avvicinò ad Alice per poi lasciarle un bacio sulla guancia. "È un piacere rivederla, piccola principessa." Disse una volta allontanatosi da lei. Alice rimase indifferente alle sue avances e Giorgio e Luca alzarono gli occhi al cielo.
La ragazza prese le chiavi dalla tasca ed aprì la porta per poi lasciare entrare il resto del gruppo. "Che volete per cena?" Lasciò Shyla a terra e lanciò le chiavi sul tavolo davanti il divano. Si lavò le mani per poi tornare nuovamente in cucina.
I ragazzi si guardarono fra di loro, fu Luca - stranamente - a parlare. "Opterei per delle patatine fritte e della carne." La sua voce era calda, non l'aveva mai sentita.
"Ok." Disse Alice. "Ora uscite."
"Possiamo restare sul divano? Non disturbiamo, guardiamo solamente la tv." Chiese Nat.
Giorgio lo fulminò con lo sguardo. "Nat, è casa mia, non devi chiedere il permesso per fare niente." Disse.
"È anche casa mia fino a prova contraria, quindi se chiede il permesso è meglio: almeno non si ritrova sterile da un momento all'altro." Disse la ragazza prendendo l'occorrente per cucinare.
I tre ragazzi, alla fine, si sedettero sul divano e accesero la televisione mentre Alice cucinava le patate e faceva scongelare la carne. La cena fu pronta quasi un'ora dopo e la ragazza chiese ai tre di apparecchiare in quanto non ne aveva la minima intenzione. Prese una ciotola di plastica e ci mise dentro i croccantini per Shyla e poi la poggiò per terra chiamando il cane a gran voce. Poco dopo Shyla fu lì a mangiare dalla ciotola di plastica. Giorgio guardava tutto ciò contrariato.
"Cos'hai contro i cani?" Gli chiese Alice aggrottando le sopracciglia. Giorgio fece altrettanto, "Non ho nulla contro i cani." disse.
"La guardi come fosse un mostro!" Disse la ragazza ridacchiando. "Devono averti fatto qualcosa."
Il ragazzo alzò le spalle. Una volta che tutti si sedettero a tavola iniziarono a mangiare in silenzio. "Mi porti tu a lavoro?" Chiese d'un tratto Alice mandando giù un boccone.
Giorgio bevve un sorso di birra. "Sì, ok. A che ora?"
"Oggi attacco dopo, verso le tre."
Luca li guardava attentamente, sembrava li stesse studiando. Prese con la forchetta un pezzo di carne e lasciò il boccone a mezz'aria mentre guardava i due ragazzi lanciarsi occhiate furtive. Si guardavano attentamente e, appena l'altro incrociava il suo sguardo, abbassavano gli occhi sul piatto. "Che lavoro fai?" Le chiese non guardandola negli occhi.
Alice alzò improvvisamente il capo, sembrava in difficoltà. Masticava lentamente il boccone che aveva in bocca e aveva gli occhi leggermente spalancati. "Lavoro a stretto contatto con le persone." Tossì per poi fare un sorriso tirato.
"Potremmo venire a farti da supporto morale, vero Nat?" Chiese Luca dando una gomitata al suo amico. Il ragazzo moro ingoiò di fretta e sorrise annuendo velocemente. Aveva uno strano brillio negli occhi.
"Non penso sia il caso." La ragazza si alzò e prese il suo piatto ed il suo bicchiere per poi posarli sul ripiano della cucina. "Sapete, è molto noioso."
Giorgio trattenne a stento una risata.
Nat e Luca insistettero per rimanere fin quando non sarebbero usciti, poi se ne sarebbero andati anche loro. Tutto questo era una grande bugia da parte di Luca, Nat l'aveva capito ma gli stava bene così.
Luca era attratto da Alice, non da un punto di vista fisico come lo erano tutti. Al ragazzo piaceva Alice per i suoi modi di fare, la intrigava. Sapeva che dietro quegli occhi marroni c'era qualcosa di brutto, qualcosa di losco. Aveva lo stesso sguardo di Giorgio. La cosa lo preoccupava e lo intrigava al contempo.
Tutti verso le due e mezza scesero le scale e si diressero verso le rispettive macchine. Nat andò con Luca e Alice con Giorgio.
La ragazza toccò un braccio a Giorgio. "Quei due stasera erano strani. Tramano qualcosa."
Il ragazzo rise. "Dai, Alice, non essere ridicola!"
Arrivarono a L'Alibi e qualche macchina dietro la loro si trovava quella di Nat. "L'Alibi?" Chiese Luca una volta si trovarono davanti la discoteca.
Nat alzò le spalle. "Farà la barista."
Luca non parve del tutto convinto ed entrò nel locale. Al bancone non c'era Alice e così i due si addentrarono verso i vari ambienti. Dopo dieci minuti si trovarono in un'ala del locale piena zeppa di uomini super sbronzi ed eccitati. "Rimaniamo qui e godiamoci lo spettacolo. Dopo continuiamo a cercare Alice." Disse Nat sedendosi ad un tavolo in fondo la sala. Luca lo seguì disinteressato.
Partì la musica dopo alcuni minuti e tutti iniziarono ad urlare o fischiare.
Quando sul palco apparvero le ragazze e Cristian, né Luca né Nat potevano credere ai propri occhi.
Vestita in stile country attaccata sensualmente al palo si trovava Alice.
Il ragazzo dai capelli biondi istintivamente si guardò attorno alla ricerca di Giorgio e lo trovò quasi subito, era in fondo la sala poggiato al muro e osservava lo spettacolo, o meglio: Alice.
"Beh," Nat interruppe i suoi pensieri. "non ci ha mentito. Interagisce davvero con le persone." Indicò col capo come Alice si era diretta verso un uomo e gli aveva lasciato un bacio sulla guancia.
"Questo ti sembra interagire con le persone?" Chiese retoricamente. "Non capisco."
"Cosa non capisci, amico?" Nat sembrava gradire la situazione, non sembrava per nulla al mondo in conflitto con se stesso o turbato dal modo in cui Alice si muoveva e si atteggiava.
Luca scosse la testa. "Questa non è Alice."
"E te che ne sai di cosa è e cosa non è Alice? L'hai vista mezza volta."
L'osservazione del moro era giusta, però Luca se lo sentiva che quella non era Alice, che la vera Alice era un'altra. "Non lo so, Nat, però questa non è Alice."
Dopo quella frase la rossa e tutte le altre ragazze aprirono la camicia a quadri che indossavano strappando i bottoni. Il pubblico fece un urlo d'approvazione.
Luca continuò ad osservare Alice con sguardo attento. Dopo poco la ragazza incrociò il suo sguardo, il sorriso di cortesia che aveva sul volto sparì e si fermò per un secondo buono. Nel suo sguardo si poteva leggere il terrore.
Una volta che lo spettacolo finì Alice si vestì come una furia per poi correre - letteralmente - verso il pubblico. "Che cazzo ci fate qui?!" Urlò ai due ragazzi che erano seduti tranquillamente al tavolo. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, il suo sguardo sembrava infuocato, il suo viso era ancora ricoperto da quel trucco che non le serviva.
"Lavori a stretto contatto con le persone, eh?" Luca rise.

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