Capitolo 17

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Non capisco proprio perché il maestro Tobia ha annullato la lezione con le viole e sta ancora suonando con i violini. A volte è così, quando prende una decisione, è quella. Non cambia. Ma solo se lo stressi tantissimo cambierebbe idea. Comunque in un certo senso è meglio perché sono stanca e mi fanno male un po’ le gambe quindi, mi siedo su quel comodo divano messo all’ingresso e mi rilasso sperando di non addormentarmi, sarebbe un russare continuo, soprattutto perché se William mi vedesse: messa male con la bava che mi cola per il sonno ( non sono sicura che mi venga veramente), sarebbe un disastro lo stesso. Non so, da quando l'ho conosco ho iniziato a curarmi di più della mia persona, del mio stile, di alcuni miei modi di fare e tutto per merito suo. Prima ignoravo il fatto di avere i capelli in disordine perché tanto sapevo che non mi avrebbe mai guardata nessuno eh beh quello rimane lo uguale, ma stavolta sono io a guardare un ragazzo e mi preoccupa il fatto  mi veda anche un filo di mascara colato dagli occhi o che mi si veda la pancia o tipo che so le caccole del naso per dire. Ed è per questo che sto attenta a come mi vesto ecc…. Ultimamente penso anche al fatto che vorrei chiedergli se ci possiamo fare una foto, ma poi quando mi avvicino per chiederglielo, mi blocco e sono costretta ad inventare altro per non fargli capire il mio imbarazzo, anche se so che lo nota a distanza il fatto che mi piace e che divento ancora rossa quando mi guarda. Penso che non svanirà mai questo effetto che ha su di me. E non deve svanire assolutamente. Ormai lui mi risuona in testa come “Grattacielo “ e gli si addice molto, solo per il fatto che dalla mia parte quando guardo un grattacielo ne sono come incantata, e non ha nulla che vada male in esso, come se fosse così perfetto, che anche i suoi sbagli sono perfetti. Ed è così che io vedo William quando lo chiamo così. Dentro quella parola ci sono dei pregi e difetti stupendi, come lo è lui. Siamo sotto il portone della fondazione insieme alla madre di William e la mia migliore amica Bea, aspettiamo di salutare tutti per poi andare via e io nel frattempo, aspetto che William esca dal panificio dato che aveva detto di avere fame. Dopo poco arriva e mi viene una risata spontanea, mi ha fatto ridere come ha preso a morsi quel rollè con il wurstel, è così buffo e tenero allo stesso tempo, che mi verrebbe di dargli tanti baci. ehm sulla guancia. «devo dire che hai proprio dei bei gusti». Cosa cazzarola ho detto? «grazie» risponde lui  mentre fa uno strano movimento con la lingua verso il wurstel. Oh no, dimmi che non ha capito male… «Ma io non intendevo quello pervertito» gli dico ridendo seguendomi anche lui in quella risata. Dai Jo, chiedigli la foto. Tanto che sarà mai: «ehm senti…. Beh...» non ce la faccio. «Mi consiglieresti alcune canzoni? Sai, non ascolto nulla di nuovo e mi chiedevo se ne conoscessi qualcosa tu.» come non detto. «sì certo, magari ti mando i titoli su WhatsApp» mi risponde lui. Io gli rispondo con un: «okay, grazie!» sono una vera idiota.

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