Siamo seduti tutti quanti nelle sedie e aspettiamo che il maestro Tobia che accordi I nostri strumenti per provare e nel frattempo non posso fare a meno di guardarlo. La camicia che ha indosso lo rende assolutamente perfetto ed elegante, vederlo vestito in questo modo mi fa un certo effetto che nemmeno io riesco bene a comprendere ma è a dir poco bellissimo. A volte mi accorgo che mi guarda ma poi distoglie subito lo sguardo, credo che ancora sia un po’ preoccupato del fatto che mi piace e spero gli passi presto. «Questa volta, ho preso io il posto di Sophie, contenta?» mi dice Vane risvegliandomi dai miei pensieri. «Beh grazie, dato che mi avevi abbandonata e ti sei messa insieme a Bea. Ah a proposito, hai visto chi c’è davanti a noi?» le chiedo facendola diventare subito rossa. «Sì, lo so chi c’è davanti a noi e non sono cieca!» mi risponde guardandomi male. Scoppio in una fragorosa risata e le rispondo: «Perché non lo vai a salutare? Sarebbe una cosa carina.» la incoraggio. «Assolutamente no! Non voglio che mi veda, sono orribile.» mi risponde. «tu sei tutta scema non orribile.» rispondo dandogli una gomitata. Penso che non debba fare così se questo ragazzo gli piace, anzi, dovrebbe farsi vedere. Decido di alzarmi e salutarlo io dato che lo conosco, e sembra anche simpatico. Sto andando in direzione del ragazzo e dietro di me Vanessa mi supplica di non andarci. Pensa che gli dica qualcosa su di lei? Sto per fermarmi e ad un tratto sento qualcuno alle mie spalle che mi afferra, cerco di liberarmi e sento la voce di Vane che mi dice che non devo dire nulla. Cerco di togliermela di dosso, e quando ci stavo per riuscire lei mi tira di più e finiamo completamente per terra e io cado sopra di lei. Ci stanno guardando tutti, altri ridono, altri ancora ci guardano straniti e i soci della fondazione ci guardano male. Poi vedo lui, mi guarda a bocca aperta ma senza ridere perché penso abbia capito cosa stesse succedendo. Mi alzo e guardo in modo omicida Vanessa dato che mi ha fatto fare una vera e propria figura di merda, e non riesco a trattenermi quindi sbotto: «Ma si può sapere cosa ti salta in quella testa? Ti rendi conto di che figura mi hai fatto fare?» sto sbottando sempre di più. «Scusa, non era mia intenzione perdonami. Non sapevo sarebbe successo. Io credevo che gli stavi andando a dire cose su di me, non pensavi gli stessi per dire altro.» risponde scusandosi. Ora mi ha stancata, non doveva farlo e soprattutto deve fidarsi di me, cazzo siamo amiche da ben due anni. Come può pensare che andrei a dire cose al ragazzo che le piace? Questo è troppo. Prima il post che mi piace Will e ora mi ha fatto cadere per terra davanti a tutti senza un valido motivo. Che cavolo ha in quella testa, scimmie che ballano per caso? «Basta con le tue stupide scuse. Prima il post per William e ora questo? Mi hai stancata.» dico infine andando a sedermi al mio posto senza nemmeno degnarla di uno sguardo. Ha sbagliato di nuovo, e di grosso stavolta. Come posso fidarmi di una persona se quella persona stessa non si fida di me? Dopo due anni di amicizia? Non me l’aspettavo proprio da lei, e forse era anche l’ultima persona che pensavo non si fidasse. Stiamo scendendo di sotto per andare verso la chiesa dove si terrà il concerto e ora sento l’ansia sempre più vicina. Dai Jo, andrà tutto bene. Giusto? Siamo quasi arrivati e non credevo che fosse così vicina alla fondazione come immaginavo. Stiamo per entrare e noto che è pieno di gente, non mi aspettavo tutta questa folla. Wow. Entriamo dentro una stanza che a quanto pare, serva per posare i nostri strumenti e infatti, così faccio. Stiamo andando a sederci proprio al centro della chiesa e il maestro Tobia ci indica i posti assegnati: io sarò con un ragazzo di nome Steven e se non ricordo male, il cognome è Jackson. Steven è un ragazzo che studia nella fondazione di Chicago da noi e fa le lezioni dei grandi e il suo strumento è la viola. Se non sbaglio di vista, sembra che la sua età sia sui diciassette anni più o meno. Credo che avrò l’occasione di chiederglielo più avanti. Siamo tutti messi a cerchio e a destra sopra le scale dove il prete predica la messa c’è William insieme ad altri due ragazzi di cui non conosco il nome. Sono molto curiosa di cosa suonerà stasera. La chiesa è molto grande e spaziosa. È pieno di statue dei santi come dovrebbe essere e ci sono dipinti di angeli sul tetto, sembra troppo appariscente per i miei gusti. Vedo arrivare Scarlett, la presidente della fondazione che sale sull’altarino e inizia a parlare: «Salve a tutti, questa sera la nostra orchestra Falcone e Borsellino farà un concerto molto importante. Perché importante? Beh perché anche in questo giorno di festa vogliamo insegnare e far capire al mondo, cosa sia la legalità e chi sono stati e sono: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e cosa hanno fatto purché noi fossimo qui oggi, a cercare di dare il grande esempio che loro ci hanno dato in passato e che continuano, ovviamente a darci.» dice seria facendo delle pause per far comprendere a noi, l’importanza della situazione. Per un’ora e mezza ha spiegato e raccontato alcune cose sulla legalità e il suo rammarico per quello che successe nelle stragi in Sicilia e del fatto che lo stato non si occupa come dovrebbe di proteggere a tutti i costi, i magistrati che diventano di giorno in giorno dei martiri per la mafia. Non riseco a comprendere bene la sua indignazione, la sua rabbia. Ma sono sicura che sia per qualcosa di davvero importante. Non sono ha conoscenza dei fatti delle stragi o di altro. Per il momento credo che me ne importi poco, ma non lo dico perché è menefreghismo, no è solo perché non comprendo bene questa rabbia e queste spiegazioni strane. Poco dopo, vedo arrivare una bambina con il suo violino in mano e inizia a suonare: Little star di Beethoven ed è così brava e carina. Penso abbia almeno sei anni, sei anni di tenerezza pura. Mi sto per sciogliere. Appena finisce, il maestro si gira e inizia a presentare il primo brano che stiamo per suonare, cioè: l’inno alla gioia sempre di Beethoven. Ci mettiamo in posizione e ci ordina di iniziare a mette l’arco poggiato alle corde. Ci mostra con le mani il tempo del brano e al suo tre silenzioso, suoniamo. Da quando sono arrivata qui, non abbiamo mai provato con tutta l’orchestra al completo e ora che stiamo suonando tutti insieme, il suono di tutti i nostri strumenti che combaciano perfettamente a tempo è veramente rilassante e a dir poco stupendo. Mi meraviglio anche di me stessa che non sto sbagliando per niente credevo che con tutti i cambi di battuta che hanno gli altri strumenti, mi sarei confusa e invece. Siamo arrivati al quinto brano e il brano è jingle bells, il brano natalizio più famoso al mondo ovviamente, anche questo lo suoniamo tutti bene e io ne sono felicissima. Continuiamo per i cinquanta minuti con tante altre canzoni e ad una certo punto il maestro annuncia una cosa: «Adesso con grande piacere, vi faremo sentire un brano composto dai percussionisti dell’orchestra. Prego, quando volete.» dice sorridendo. Aspetta. Cosa? Un brano fatto da loro? Wow, non vedo assolutamente l’ora che inizino. Vedo William che da il tempo ai due ragazzi dato che lui è al centro e iniziano a suonare. Mi piace davvero questo brano composto da loro e voglio assolutamente provarlo in futuro. Suoniamo altri due brani e arriviamo al brano finale e quello più importante: Merengue del Primero. Questo brano lo abbiamo imparato qualche settimana fa e mi è entrato in testa, hanno anche detto che saranno solo i percussionisti a fare la prima entrata non so come sia il loro assolo ma spero sia bello. Il maestro dà il tempo ai percussionisti e loro iniziano a suonare. Adoro. La parte dei percussionisti in questo brano è assolutamente stupenda e mi sono anche incantata, devo assolutamente impararlo. William è assolutamente bravo non so come faccia, forse perché è da molti anni qui quindi ha preso l'abitudine di non preoccuparsi. È bello anche quando fa il serio. Scarlett dice le ultime cose e ringrazia tutti mentre noi iniziamo ad alzarci e andare a riporre i nostri strumenti dentro le nostre custodie per poi uscire dalla chiesa. Questo concerto è stato stupendo! Amo questa orchestra e non me ne andrò mai da qui. Stiamo per andare verso l’autobus per tornare a casa ma la madre di Vanessa si è offerta di accompagnarmi, quindi non posso rifiutare. Abbandono l’idea di guardare per un’altra oretta Will e vado con loro a casa. Sono a casa finalmente e abbiamo finito davvero tardi e non me ne sono nemmeno accorta infatti sono le undici di sera e ho una fame da morire. Scendo di sotto dopo essermi cambiata e mi dirigo in cucina dove vedo mia sorella chiamare e ordinare delle pizze. La amo. Mia madre non è venuta per niente al mio concerto perché aveva del lavoro da fare quindi, al posto suo è venuta mia sorella che non ha fatto altro che farmi foto e a farmi segni strani quando guardavo verso Will. Ha capito che è lui la persona della foto: “assolutamente stupenda”. Almeno non mi ha detto nulla in macchina o appena arrivati a casa. Suonano alla porta e mia sorella va a prendere le pizze. Ho un’acquolina in bocca che tra poco mi uccide se non mangio. «Allora, ti sei divertita oggi? Come ti sei sentita?» mi chiede mia sorella mentre prende un trancio di pizza e lo mangia. «È stato stupendo, e spero ce ne siano altri migliori di questo.» rispondo abbozzando un sorriso. «Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Ma dimmi una cosa…» ecco mi sa che ho parlato troppo presto. «Quel ragazzo che guardavi ogni due tre, è quello lì della foto “assolutamente stupenda”?» si vede che è mia sorella? «sì è proprio lui, perché me lo chiedi?» le dico. «Nah, solo per sapere tutto qui.» risponde infine. Ho appena finito di mangiare la mia pizza, butto il cartone nella spazzatura e salgo di sopra dirigendomi verso camera mia. Penso che dopo questa giornata, dormirò di meno pensando a come era vestito Will questa sera.
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Amore a Senso Unico
RomanceJohanna ragazza di 12 anni, studentessa gentile e solare. Si trasferisce a Chicago da 2 anni e nel settembre del 2018, la sua vita cambia radicalmente portando in lei, nuove aspettative e persone facendole cambiare stile di vita. All'inizio sembra t...