«Pensavo che quando dicevi di non volermi eri sincero, perché me lo dici solo adesso? Perché proprio quando mi sto allontanando man mano da te? Dopo che ho sofferto per tutte le tue relazioni, i tuoi modi di farmi ingelosire nonostante non mi volessi, il dirmi continuamente che ero importante per te. E adesso, ti fai avanti? Perché sono l’unica ragazza che alla fine di tutto non ti ha mai mentito e che ti ha amato veramente più di tutte le altre per tutto questo tempo? Dimmelo William, perché io non ti capisco proprio.» sbotto arrabbiata. «Ti sto dicendo che mi piaci e vorrei che ci frequentassimo, e tu mi dici solo questo? Non ti sto prendendo in giro, dico sul serio e ti ho anche detto che ho sbagliato a farti soffrire in quel modo ed è per questo che voglio rimediare… voglio provarci, dammene la possibilità. Sono stato un’idiota a dirti quelle cose per farti ingelosire, dovevo apprezzare ciò che mi davi e dovevo capire quanto fossi importante io per te tanto da litigare tu con gli altri, che litigare con me. Mi dispiace davvero.» insiste. Non posso crederci, dopo che mi sono allontanata da lui, dopo che sto cercando di farmi la mia vita lontano dai sentimenti che provo per lui, spunta così? Dicendomi che prova qualcosa per me e vuole provarci? Perché non poteva farlo prima, quando ero fottutamente innamorata di lui? Non ho più intenzione di ascoltarlo, ormai è tempo perso. Mi volto per andarmene nella direzione opposta alla sua ma mi afferra il polso impedendomi di andare il più lontano possibile da lui e quando pensavo che avesse allentato la presa del mio polso per lasciarmi, lo riprende. Mi tira velocemente verso di sé, ed è proprio in quel momento che mi ritrovo a guardarlo nei suoi occhi marroni stupendi. In questo momento, il mondo, la gente che ci guarda incuriosita e tutto il resto in mezzo a noi, sembra scomparire letteralmente. Siamo solo io e lui, la persona di cui non riesco a liberarmi, la persona che è impressa nel mio cuore di cui non so il motivo esatto. Mi avvicina sempre di più a lui e nemmeno il tempo di sbattere le palpebre e riaprire i miei occhi che mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Sono morbidissime, sono dolci, più di quanto pensassi. Quando mi baciava sulla guancia o sulla fronte, il suo tocco era dolce e gentile come in questo momento. Mi sembra tutto irreale, non posso ancora crederci che… «JOHANNA MA TI VUOI SVEGLIARE? SONO LE OTTO MENO VENTI, DEVI ANDARE A SCUOLA!» urla mia madre così ad alto volume che credo l’abbia sentita tutto il vicinato. Apro lentamente gli occhi ed è proprio nel momento in cui realizzo che sono in camera mia che comincio a capire che era veramente un fottutissimo sogno. Un fottutissimo sogno che non diverrà mai realtà a quanto pare... sogni del cazzo. Questa giornata non poteva cominciare meglio di così (intendo ironicamente) dato che non solo il sogno è andato male (si fa per dire dato che era il più bello) ma è andata male anche il ritardo a scuola, visto che ho dovuto prendere di nuovo l’autobus, è oggi lì dentro c’era una puzza di muffa che sembra che non pulivano quel veicolo, dalla morte di Leonardo Da Vinci. Questo è il mio primo Venerdì andato parecchio male, anche perché non sempre tutto mi va male, ma nemmeno bene a quanto pare. Siamo già arrivati all’ultima ora e controllando il mio diario per vedere quale materia ci sia adesso, mi passa anche la voglia di vivere quando leggo: “Educazione fisica”, la materia che dovrei adorare di più e che amo di più di tutte le altre, oggi è proprio la mia sfortuna, non solo non è giornata, ma ora si ci mette anche il prof di educazione fisica che rompe le palle dicendoci: “correte che sembrate dei molluschi lenti più delle lumache” lo odio. Suona la maledettissimo campanella e finalmente posso tornarmene a casa lontano da tutto e tutti. Può sembrare che sono asociale, sì, ma il fatto è che voglio essere asociale con coloro che dovrei chiamare “compagni di classe”, cosa che non riesco a fare dato che ogni ragazza di quella scuola o è antipatica fino all’osso oppure non le piace parlare con gente nuova, e ciò mi porta a stare lontano il più possibile da quella gente. Per non parlare dei ragazzi: loro non sbrano nemmeno dei tredicenni, sembra che ne abbiano dieci, quindi mi chiedo: cosa hanno fatto in questi tre anni della loro vita? Zappato le vigne? Rovistato nelle borse dei prof? Perché di studiosi qui, io non ne vedo. Non mi vanto di essere più brava o più avanti in quella scuola, anzi, vorrei che almeno fossero al mio livello. Nella mia vecchia scuola era tutto diverso. Lì se non studiavi o ti rifiutavi, venivi espulso (in tutti i sensi della parola) avevi le note sul diario come si deve, ed esistevano anche le note di classe. Tu eri l’unica della classe a non aver fatto proprio un bel niente in quel momento che un tuo compagno si alzava e faceva casino? La prof se ne fregava e la dava anche a te e a tutto il resto della classe, perché era giusto così. Per loro, perché io mi disperavo appena ne ricevevo una che non era nemmeno causata da me quindi figuriamoci se era causata da me, piangevo a dirotto per tutta l’ora e se non la smettevo? Arrivava anche la seconda. Viva la mia “felice” infanzia. In quarta elementare ( e non ero nemmeno in questa scuola) ero ancora nel New Jersey e lì era il posto dove mettevano “note dove non c'è travi maledettamente nulla”, era anche la scuola più disciplinata della città, quindi, c’erano ragazzi e non “bambini” che mi tenevano testa e anzi, ero io che cercavo di tenere testa a loro e mi era molto difficile farlo. Quindi, quando sono arrivata in questa scuola, mi sono trovata: “leggermente” spaesata, sono in prima media? Quelli di quarta elementare, nella mia vecchia scuola, facevano i discorsi di prima media mentre qui, quelli di prima media, fanno quelli di quarta elementare. Assurdo.
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Amore a Senso Unico
RomanceJohanna ragazza di 12 anni, studentessa gentile e solare. Si trasferisce a Chicago da 2 anni e nel settembre del 2018, la sua vita cambia radicalmente portando in lei, nuove aspettative e persone facendole cambiare stile di vita. All'inizio sembra t...