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Hero's POV

Salgo di corsa le scale di casa, furioso e impaziente come non mai anche se vorrei essere altrove.

Dovrei essere in macchina per guidare verso casa di quel figlio di puttana che ha terrorizzato a morte la donna che amo negli ultimi anni.

Stasera però è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

E' stato Felix a negarmelo.

Dicendomi che lei ha bisogno di me. Perché è stata una giornata difficile e domani lo sarà ancora di più.

La porta della mia camera è socchiusa, intravedo una piccola luce accesa, e avvicinandomi la sento. Anche se sta cantando a voce molto bassa, riconosco subito la canzone perché è in lingua italiana.

Ed è la canzone che avevamo scelto per il nostro primo ballo come marito e moglie. Abbiamo sentito questa canzone al college. Avevamo seguito un corso di italiano e anche se eravamo dei principianti, avevamo capito le parole e ci era piaciuta cosi tanto da impararla a memoria.

Perché rappresentava alla grande la nostra storia d'amore. In realtà a me tutte le canzone romantiche mi ricordano la nostra relazione. Ma questa a lei piaceva cosi tanto che aveva imparato anche a suonarla al piano.

Apro la porta lentamente non volendola spaventare, e la vedo mentre cammina per la stanza cullando dolcemente Josh tra le braccia.

E i sensi di colpa iniziano a investirmi. Come un treno in corsa.

Perché quando lei l'ha scoperto io non c'ero. Quando è nato io stavo già con un'altra. Se solo mi fossi messo su un aereo per raggiungerla, avrei capito cosa c'era che non andava senza dubitare neanche per un secondo del suo amore nei miei confronti.

Nessuno mi amerà mai quanto lei. Lei che ha chiamato nostro figlio con il nome che mi piaceva, lei che l'ha cresciuto nella paura di poterlo perdere.

E io? Io dov'ero?

Diesel alza la testa da sopra al mio letto, ma resta dov'è senza venirmi a fare le feste. Perfino il mio cane l'ha capito prima di me.

Quanto sono stato imbecille?

Si volta verso di me e sembra essere spaventata per la mia presenza qui. Giù mi hanno detto che è stata una loro idea chiamarmi. Lei non voleva.

Deve odiarmi dopo quello che ci siamo detti stamattina. La guardo in silenzio incerto su cosa dirle in questa circostanza.

Un mi dispiace?

Un sono stato un coglione?

Perdonami?

Sono stato ceco?

Vorrei solo farle capire che d'ora in poi non ci sarà più nulla di cui avere paura. Perché mi prenderò io cura della mia famiglia.

Non Felix, non Katherine, nessuna squadra di sicurezza.

Io. Solo ed esclusivamente io.

E farò qualunque cosa affinchè loro siano al sicuro.

Lei mi guarda e capisce che so. Inizia a piangere silenziosamente mentre stringe Josh più forte a se, e io senza pensarci due volte la raggiungo per stringerli entrambi a me.




Silenzio.

Solo silenzio.

No anzi qualcosa c'è.

Pace. Tanta pace.

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