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Hero's POV

"Che cosa ha fatto?" chiedo entrando nel suo ufficio senza neanche bussare trovandola con la testa tra le mani mentre guarda un punto fisso.

Dovrei chiedergli chi è quel bambino. Quel bambino che qualche giorno fa si è gettato tra le sue braccia nella hall di questa azienda.  Quel bambino che assomiglia cosi tanto a lei che mi fa tremare all'idea di sapere la verità.

Anche se dentro di me già la so la verità.

E' andata avanti . Mi ha mentito dicendomi che non c'era stato nessun'altro nella sua vita se non io e invece non solo c'è stato qualcuno... ma ci ha fatto pure un figlio.

Una volta rientrato dal pranzo di lavoro, pronto a parlarle, Morgan mi ha chiamato dicendomi cosa fosse successo tra lei e Alex durante il loro incontro perciò ora sono qui più che altro per sapere se sta bene.

"Hero..."

"Dimmelo. Subito." Sibillo furioso. "Seth e Morgan mi hanno detto della sparata di cazzo che ha fatto qui dentro."

"Dovevi immaginartelo visto che non torni a casa da una settimana." Ribatte secca alzandomi dalla sedia solo per andare a chiudere la porta. "Ma che cazzo ti dice il cervello?"

"Di che stai parlando?" chiedo confuso.

E ora cos'ho fatto?

"Ti rendi conto che cosi mi complichi solo le cose?" chiede furiosa. "Io non ci voglio entrare in questa storia te l'ho detto."

"Lo so hai rag..." dico tentando di metterle le mani sulle spalle ma indietreggia volendo mettere distanza.

Perché si comporta cosi ?

"Almeno una cosa l'hai fatta." Puntualizza . "Non hai annullato il matrimonio."

Si aspettava che lo facessi? O ne è davvero contenta?

"Stavo per..."

"Non farlo." Mi ordino seria interrompendomi di nuovo. "Solo perché abbiamo fatto sesso non significa che io non ti odi con tutta me stessa o che le cose possano cambiare."

"Che stai dicendo?" chiedo confuso pensando di aver capito male.

"State lontano da me. Ci riuscite per i prossimi due mesi a starmi lontano?" chiede retorica visibilmente sotto pressione. "Solo due mesi e poi me ne ritorno a Perth e riprenderete le vostre vite."

"Io non riesco a starti lontano." Ammetto sincero zittendola di colpo facendomi rendere conto di quanto sentisse la necessità di sentire queste parole da parte mia. "Piccola io non riesco più a starti lontano."

"No..." dice quando tendo ad avvicinarmi. "Per favore, davvero..."

"Che succede?" domando apprensivo finalmente arrivando a toccarla bloccandole il viso tra le mani. "Jo, parla con me non sembri neanche tu." 

"Non c'è nulla da dire." Sbotta divincolandosi dalla mia presa.

"Qualunque cosa sia la possiamo affront...."

"Affrontarla insieme?" chiede sarcastica interrompendomi. "Dovevamo affrontare le cose insieme 5 anni fa, ora è tardi!"

"No che non è tardi. " aggiungo sicuro di me. "Sei solo spaventata per qualcosa e non so cosa."

"Spaventata?" chiede con le lacrime agli occhi. "Vivo nella paura da 5 anni , e tu dove cazzo ieri?" mi rimprovera urlandomi contro. "Ah giusto..." aggiunge ironica. "Eri troppo impegnato a scoparti Alex nel nostro letto!"

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