«spugna, vai a riprendere la pallina!»
Il povero cagnolino corse la millesima volta verso la piccola pallina rossa lanciata dalla sua padroncina, ormai stavano da una buona mezz'ora al parco cosparso di neve candida.
Niccolò sedeva su una panchina nelle vicinanze, abbastanza lontano da non essere preso in pieno da qualche palla di neve, ma abbastanza vicino per far sì che non succedesse nulla a sua figlia.
La bambina fece una pallina di neve più grande che poteva e, armata di guantini e buona mira, colpì spugna da dietro.
Quando però il cane colpito abbaiò, si accorse che in realtà non era spugna.
Erano simili come razza, ma non conoscendo la bambina, la prima cosa che venne in mente al cane fu correrle contro.«papà!» urlò lei indietreggiando.
Per sua fortuna una ragazza dai capelli biondi chiarissimi corse nella sua direzione e lo bloccò appena in tempo per il collare.
Pochi attimi dopo anche Niccolò e spugna raggiunsero Giusy, ma probabilmente se non ci fosse stata quella ragazza il cane le sarebbe già saltato addosso.«papà quel cane voleva mangiarmi!» disse lei coprendosi gli occhi con le mani e tuffandosi tra le braccia di suo padre.
«ma no che non voleva mangiarti.. spero.» rispose Niccolò ridacchiando, per poi alzare lo sguardo e portarlo sulla ragazza che aveva di fronte.
Stava accarezzando la testa del cane dal manto bianco per farlo calmare, finché anche lei rivolse i suoi occhi verso di lui.
«mi dispiace se le stava andando addosso, non c'era nessuno nel dintorni del parco e avevo pensato di togliergli il guinzaglio» parlò la bionda gesticolando con la mano libera.
«oh no figurati, anzi grazie..» rispose Niccolò accennando un sorriso e abbassando nuovamente lo sguardo.
«tu stai bene piccola?»
«si, grazie per avermi salvata!»
«oh beh, non c'è di che»
La bambina venne contagiata dal sorriso contagioso di quella ragazza, tanto che si staccò dalle braccia di suo padre e fece un passo in avanti.
«come ti chiami?» le chiese senza alcun timore nella voce, il bello sei bambino forse era proprio quello, "forti e fragili, senza paura".
«Elisa, e tu?»
«io Giusy, il mio papà invece si chiama Niccolò»
«no ma fai con comodo eh» disse Niccolò scoppiando a ridere e trascinando le altre sue nella stessa reazione.
«comunque, piacere» disse il ragazzo stringendole la mano.
«piacere mio.
Mi scuso ancora per Aron, avrebbe potuto farle male»«tranquilla, non c'è problema come le ho già detto»
Pochi istanti dopo, la bambina corse a qualche metro di distanza dato che spugna aveva recuperato la pallina per giocare, lasciando suo padre ed Elisa fermi in quella posizione.
«beh.. allora ciao, salutami anche quella bellissima bimba» disse la ragazza alzandosi.
Il moro annuì e fece un saluto con la mano, per poi guardarla la frazione di pochi secondi andarsene.
Tornò a sedersi sulla panchina e rimase con lo sguardo perso verso gli alberi innevati, avrebbe mai risolto tutto quel casino che aveva in testa?[...]
«papà ma stai dormendo? Mi avevi detto che avresti guardato i cartoni con me!»
Niccolò sobbalzò dal sonno e alzò il capo, probabilmente la piccola Giusy aveva preso da sua madre la costante voglia di restare sveglia di notte.
Ogni volta la stessa storia, arrivavano alle due di notte con lei che finalmente si addormentava, dando un attimo di pace anche a suo padre.
Anche Niccolò fino ai diciotto anni era abituato a star sveglio di notte e dormire di giorno, amava così tanto quel cielo stellato che sarebbe stato sprecato non vederlo.
Ma da quando la persona al suo fianco non era la stessa e aveva il triplo delle responsabilità, arrivava a fine giornata ormai distrutto per fare le ore piccole.

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Vivi tu per me
FanfictionNon sempre si ha il tanto atteso lieto fine delle favole. Spesso e volentieri la realtà stravolge tutto, lasciandoti con l'amaro in bocca. L'unica persona che Niccolò riuscirà ad amare, se ne andrà troppo presto dalla sua vita, lasciandolo solo al m...