Dopo le parole di Niccolò, Adriano rimase quasi senza più un briciolo di fiato da sprecare anche per rispondere.
La descrizione perfettamente dettagliata del suo amico l'aveva lasciato senza parole, sapeva che Giusy era una ragazza estremamente fragile, ma mai si sarebbe immaginato un racconto del genere.
Il giorno successivo Niccolò si svegliò di soprassalto, Giusy continuava a piangere ininterrottamente ed era mezza sudata, non sapeva neanche da quanto fosse sveglia.«che è successo? Perché piangi principessa?» disse prendendola tra le braccia e asciugandole le lacrime dal viso.
Solo quando poggiò le labbra sulla sua fronte si ritrovò metaforicamente ustionato per quanto scottasse, volendo avrebbe potuto friggerci un uovo dato che era bollente.
Passò velocemente lo sguardo sull'orario, segnava le dieci e mezza del mattino..«non l'avessi mai detto che hai più anticorpi di un adulto, me la so chiamata sta febbre» disse cacciando un sospiro e alzandosi ancora con lei tra le braccia.
Raggiunse la cucina e la poggiò sul piano una volta lì, aveva le guance e il nasino rossi come pomodori e ancora le lacrime agli occhi, non l'aveva mai vista in quelle condizioni.
«senti facciamo una cosa, adesso chiamo la nonna Anna e la faccio scendere due minuti, poi chiamo il dottore okay?»
«non puoi chiamare Elisa papà?»
«che cosa?»
«voglio vederla, e poi l'altra volta lei ti ha portato le medicine»
Niccolò sembrò ragionarci qualche istante su, non capiva davvero cosa volesse sua figlia da quella ragazza.
Cacciò un sospiro e raggiunsero entrambi la camera per prepararsi, lui non aveva il numero della ragazza, l'unica alternativa era andare a casa del suo dottore di fiducia.
Sapeva che se avesse accontentato ancora per molto Giusy si sarebbe affezionata a quella ragazza, quando lui non voleva averci un granché a che fare.
Insomma, non sembrava né essere una cattiva persona, né una ragazza che voleva approfittarsene, ma lui aveva davvero testa per considerare un'altra.
Si chiedeva se quel momento sarebbe mai arrivato, se mai sarebbe riuscito ad andare avanti o almeno se mai avrebbe accettato che l'amore della sua vita non era più con lui.
Scosse la testa ed uscì dal bagno, già pronto a mettere il cappotto a Giusy ed andare in macchina, ma la scena che si ritrovò davanti gli fece ghiacciare il sangue nelle vene.
Si catapultò velocemente verso la bambina, la quale era immobile ai piedi del letto e aveva il respiro leggero.«Giusy, Giusy, Giusy svegliati» disse accarezzandole piano una guancia.
Non stava dormendo, aveva perso i sensi e per pochi secondi il viso di sua figlia sembrò mutarsi in quello della sua ragazza.
La scena era la stessa, gli sembrò rivivere quel giorno orribile.«non di nuovo ti prego» sussurrò mentre due lacrime gli scendevano dagli occhi ed era anche incapace di fare un solo passo.
«Giusy, Giusy svegliati, fallo per me, non anche tu»
Il suo panico iniziò a calare appena la bambina aprì lentamente gli occhi e fece una smorfia di dolore, stava bene.
«papà?» balbettò strizzando gli occhi e cercando di reggersi in piedi con scarsi risultati.
«si piccola sono papà..»
Niccolò la prese tra le braccia e la strinse così forte che a momenti sarebbero rimasti incollati tra di loro, tremava ancora per il fatto che la sua bambina era per pochi secondi aveva perso del tutto i sensi ed era svenuta.
«io stavo mettendo il cappotto..» disse lei cercando di ricordare il momento in cui i suoi occhi si chiusero e le sue gambe smisero di reggerla.
«non fa niente, andiamo adesso»
«andiamo da Elisa?»
«no, in ospedale, dobbiamo vedere che hai»
[...]
«allora Niccolò, lei è sana come un pesce quindi non farti idee strane su qualche malattia irrimediabile, ha solo la febbre.
Lì ti ho prescritto tutti i farmaci che la bambina deve prendere in questi giorni, nulla di che ma sono essenziali»«grazie Luca veramente, me so preso un colpo..»
«ci credo, dai piccoletta vai dallo zio, io parlo cinque minuti con papà» disse il dottore lasciando scenderà la bambina, la quale corse subito verso Adriano e la sua ragazza.
«nì vuoi che andiamo a farci un giro? Te la riporto a casa oggi se vuoi» propose Adriano prendendo Giusy tra le braccia.
«se vuoi cassiolì, chiamami quando me la riporti»
Dopo che i tre lasciarono l'ospedale, Niccolò seguì uno dei suoi dottori di fiducia nello studio per parlare tranquillamente.
Lui era lo stesso dottore che anni prima gli aveva parlato riguardo alla morte di Giusy, ma nonostante questo erano rimasti in buoni rapporti.«allora nì, per il resto tutto bene?»
«si va avanti, a te come va qui?»
«un periodo un po' difficile, forse l'inverno è la stagione dove quest edificio è letteralmente pieno..
Poi n'te dico proprio, operazioni su operazioni, ragazzi che si svegliano dal coma distrutti e più che altro confusi..»«nche senso se svejano confusi?»
«te faccio n'esempio, na ragazzina s'è svegliata due giorni fa, un brutto e lungo risveglio lo ammetto, comunque sembra pazza, non ricorda neanche il suo nome, dice di avere tutt'altra identità..»
«va be' ma voi la tenete sotto d'occhio no?»
«eh è ovvio, quello sempre.
Tralasciando sti fatti, ogni volta non so mai contento quando te vedo qui, preferirei vederti da altre parti»«neanche a me piace venire qui..» sussurrò Niccolò poggiandosi allo schienale della poltrona e sospirando.
«ce la ricordiamo tutti nì, era na ragazza speciale da come ne parli»
«lo so..»
«sai cosa? Dovrebbe starci una sua foto insieme alle altre nel corridoio, vieni con me»
I due si alzarono e raggiunsero il luogo indicato da Luca, il dottore, ma appena Niccolò guardò attentamente la foto della ragazza, inarcò un sopracciglio e fece una smorfia.
«lei non è Giusy» disse facendo una faccia confusa.
«che vuol dire non è Giusy? Certo che lo è, Giusy Bianchi, la ragazza morta di parto nella stanza 344»
«Luca ma che cazzo dici, Giusy aveva la stanza 345» disse il moro afferrando il cellulare e scorrendo velocemente nella galleria.
«ecco, lei è Giusy» continuò mostrando la vera foto della ragazza.
«lei è la ragazza che si è svegliata dal coma poco fa, quella di cui ti parlavo prima..»
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Vivi tu per me
FanfictionNon sempre si ha il tanto atteso lieto fine delle favole. Spesso e volentieri la realtà stravolge tutto, lasciandoti con l'amaro in bocca. L'unica persona che Niccolò riuscirà ad amare, se ne andrà troppo presto dalla sua vita, lasciandolo solo al m...