Capitolo 16;

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«questo qua invece?» propose Eleonora prendendo l'ennesimo vestito dall'armadio, uno lungo e nero, con uno spacco sulla gamba e le maniche a mezze braccia.

«eh? No! Non metterei mai un vestito del genere..» disse Giusy scuotendo la testa e bocciando totalmente l'idea.

Quella sera Niccolò aveva deciso di uscire in compagnia di Eleonora e Adriano, prima avrebbero mangiato in qualche ristorante, poi avrebbero raggiunto uno dei locali più vicini per passare la serata.
Niccolò e Giusy principalmente non erano tipi da discoteca, anzi, lui non ci andava da diversi anni e lei non ne aveva mai frequentata una, ma era un'esperienza da fare, pure se una sola volta.
Dato che però l'armadio di Giusy aveva tutto tranne che un vestito adatto ad una serata per andare a divertirsi, Eleonora le aveva proposto di passare a casa loro per prepararsi insieme.
Adriano più volte le aveva parlato di Giusy, principalmente nell'ultimo periodo dove le aveva raccontato per filo e per segno le vicende degli ultimi giorni in cui lui e Niccolò ebbero la possibilità di vederla.
Eleonora fin da subito ebbe l'idea di passare più tempo con lei, per conoscerla e magari farle capire che da parte sua poteva ricevere un'amicizia che a quindici anni non aveva trovato.

«andiamo Giusy! Sono certa che ti starà benissimo, altrimenti questo qui è fino al ginocchio e copre anche bene, provalo e poi decidiamo»

Giusy sospirò e afferrò il vestito dalle mani della bionda, per poi metterlo svogliatamente.
Non si sentiva nemmeno tanto a suo agio in un abito così bello, si sentiva come se non le appartenesse l'idea che "una come lei" potesse apparire così bella all'esterno.
Eleonora le passò anche un paio di tacchi non troppo alti del medesimo colore scuro; e una volta concluso le si affiancò allo specchio.

«stai perfettamente, una passata di piastra per allisciare ancora di più i capelli e probabilmente questa sera Niccolò non esce vivo di casa» disse la bionda accennando un sorriso e avviandosi verso il bagno, così da accendere la piastra.

Giusy cacciò un lungo sospiro e abbassò lo sguardo, avrebbe tanto voluto vedersi con gli occhi degli altri per capire se quei complimenti erano veri, per capire se anche lei aveva qualcosa di buono o fosse solo un immagine sbiadita.
Sistemò alcuni vestiti che erano sparsi sul letto matrimoniale nell'armadio, e appena si voltò, riuscì a vedere anche Eleonora pronta davanti a lei.
Aveva un vestito beige che arrivava a metà coscia, le maniche arrivavano fino ai polsi e c'era uno scollo a V anche abbastanza profondo; il tutto concluso con appena un filo di mascara e dei tacchi dello stesso colore del vestito.
Le si mozzò il fiato nel vederla, se solo ci pensava, Eleonora era maledettamente bella, mentre lei non si vedeva in quel modo neanche un po', a stento riusciva a guardarsi.

«cosa c'è? Non mi sta bene? Forse potrei cambiarlo con..»

«no! Ti sta benissimo ele, veramente..» la bloccò sulle sue parole, se la guardava senza proferire parola di certo non era perché le stesse male il vestito, anzi, l'opposto.

«Giusy ascoltami, ho parlato molto con Adriano di te in questi giorni, e mi ha detto molte cose, vorrai parlartene» aprì discorso la ragazza afferrandole una mano, per poi prendere posto sul letto.

«mi ha raccontato di quando spronava Niccolò agli inizi per conoscerti, di quanto è stato felice quando ha saputo della vostra relazione, di quanto si sia dispiaciuto della rottura..
In poco tempo anche lui ti ha voluto un bene dell'anima, e non lo biasimo dato che io stessa ti conosco da pochi giorni e mi è impossibile avere un giudizio negativo su di te.
Mi ha parlato di quando è corso in farmacia a prenderti il test di gravidanza, di quando cercava di accertarsi che stessi bene per passare la notizia a Niccolò...
Soprattutto mi ha accennato di quel brutto periodo, e non ho potuto fare a meno che ragionarci su, soprattutto questa sera, vedendo che non ti piaceresti neanche con un vestito firmato Elisabetta Franchi probabilmente.» parlò la bionda cercando un contatto visivo, nonostante Giusy più volte avesse abbassato lo sguardo o spostato altrove.

«A quindici anni penso che sia normale non piacersi, no?
E te lo dico per esperienza!
Ho due anni in più a te ma alla fine credo che possiamo definirci coetanee, ti assicuro che io a quindici anni nemmeno riuscivo a guardarmi allo specchio.
Portavo gli occhiali, l'apparecchio, i quali non sono assolutamente segni di non essere bella, ma vedevo molte mie compagne che non li portavano e automaticamente mi sentivo meno bella di loro.
Io non so per quale ragione tu non abbia mai riuscito a vederti bella, però ti assicuro che puoi iniziare da adesso.
Hai un ragazzo che ti ama da morire, te lo assicuro, e ti amerebbe in qualsiasi maniera come puoi vedere.
Avete una bambina bellissima, che con un pochino di tempo imparerà a fidarsi anche della sua mamma, e l'ultima mossa tocca a te.
Sei una donna e devi sentirti tale, anche io ho le mie insicurezze, ma sai che dico?
Dico che ho un fidanzato fantastico, conviviano da quattro anni e ogni giorno dimostra di amarmi; ho finito da un'anno di studiare per il lavoro che vorrei e soprattutto so quanto ci si sente bene ad accettarsi, quanto è bello mettersi una maglia anche più stretta fregandotene di chi ti guarda fuori.
Non so quali orribili persone tu abbia incontrato nella tua vita per definirti sola o con unicamente Niccolò a cui poggiarti, però ti assicuro che io voglio conoscerti, veramente però, non per come appari fuori»

Quel discorso da poche e semplici parole sembrò riempire così tanto la testa di Giusy che non si accorse nemmeno della lacrima che scivolò lentamente dal suo viso, lo capì solo quando Eleonora avvicinò piano il il dorso della mano per spostarla.
Chiuse per un secondo gli occhi e poi la abbracciò, nessuno mai in vita sua aveva provato così tanto a capirla, nessuna ragazza che definiva "sua amica" ci aveva mai provato.
Da quando era tornata tutto sembrava andare nella direzione giusta, sperava davvero che non finisse in fretta.

«e comunque ti conviene farti piacere i vestiti e non solo maglie e jeans, per Natale voglio vederti con uno bellissimo indosso» aggiunse Eleonora dividendosi da lei.

«perché? Cosa c'è a Natale?»

La bionda le mostrò l'anello luccicante che portava al dito, lasciando intendere la festività che ci sarebbe stata il giorno di Natale.

«che cosa!? Vi sposate? Adriano ti ha chiesto di sposarlo!?» disse forse troppo ad alta voce la mora, per poi portare le mani sul viso e sorridere incoscientemente.

Conosceva Adriano da quando aveva nemmeno diciotto anni, vedere che lui e una splendida ragazza sarebbero presto convolati a nozze non poteva che renderla felice.

«si, dovrò sopportarlo per una vita intera probabilmente»

«non so cosa dire, non me lo aspettavo, chi l'avrebbe mai detto che Adriano cassio, l'unico che al liceo non voleva fidanzarsi, a breve si sposerà..»

«non chiedermelo, sono ancora incredula quando ci penso..
Adesso però dovremmo andare di là, Nicco e adri ci stanno aspettando da un oretta buona, faremo tardi»

Eleonora uscì per prima dalla stanza, mentre Giusy rimase qualche altro minuto a sistemarsi.
Prese un bel respiro guardandosi allo specchio, le parole della bionda ancora non l'avevano convinta del tutto, però almeno per quella sera poteva anche solo provare a mettere da parte le sue paranoie.
Uscì dalla porta e ritrovò solo Niccolò nel salone, il quale aveva lo sguardo fisso sul cellulare.
Quando però lo alzò per guardarla, rimase a fissarla senza parole da aggiungere.
Le sue guance iniziarono a tingersi di rosso quando vide che faceva più e volte su e giù con lo sguardo, come se squadrarla una volta non fosse sufficiente.
Sorrise ingenuamente e abbassò lo sguardo imbarazzata, non era mai stata brava a mantenere il contatto visivo.

«sei bellissima» sentì pronunciare a pochi centimetri da lei, e in pochi fecondi si rese conto che Niccolò l'aveva raggiunta

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«sei bellissima» sentì pronunciare a pochi centimetri da lei, e in pochi fecondi si rese conto che Niccolò l'aveva raggiunta.

Sorrise e gli lasciò un bacio abbastanza prolungato sulle labbra, sperava che quella sera andasse tutto bene, almeno per una volta.

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