Chi è la sorella di Angy?

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                                   SHAWN
Io la richiamo subito, senza pensarci due volte.
Ho sempre etichettato come "deboli" , nei romanzi o nei film, quei personaggi che puntualmente ricadono nel vortice di confusione, dolore e brividi che li ha fatti soffrire. Pensavo fossero deboli davvero perchè non possedevano la forza di voltare pagina e di conseguenza venivano trascinati via più e più volte. È facile etichettare vero? Solo adesso, che mi ritrovo io ,in prima persona, a dover scegliere se ricadere in quel vortice o andare avanti, comprendo pienamente i sentimenti di quei personaggi. Sentimenti che sovrastano le persone. La loro non è debolezza...è bisogno. Quando mi perdo negli occhi neri di Camila, rivedo il mio passato e il mio costante bisogno d'aiuto. Anni fa ero come lei, veramente, cercavo il senso della vita nei bar, mi ubriacavo, mi divertivo con tutti, senza pensieri. Vivevo ogni giorno come se sarebbe stato l'ultimo. Col tempo però mi sono perso, completamente. Poi un giorno è comparsa Angy nella nuova scuola di medicina a cui mi ero iscritto solo per rendere orgoglioso mio padre, quando ancora cercavo la sua approvazione, nonostante tutto. La verità però è che non ci andavo mai a scuola e il primo anno fui bocciato per le troppe assenze. Odiavo studiare, ma dopo quel giorno... compresi che applicarmi sullo studio era l'unico modo per impedire che succedesse un'altra volta un incidente simile. Angy era riuscita a trovarmi e a salvarmi, la consideravo una angelo sceso dal cielo che mi mostrava la giusta via. Io salveró Camila come Angy ha salvato me anni fa. Non permetteró che lei arrivi a un punto di non ritorno che, quel 15 giugno 2017, io ho sfiorato.
-"Pronto?"
-"Shawn! Grazie al cielo io..."- Camila tira un sospiro di sollievo prima di continuare la frase.-"Ho bisogno di aiuto. Puoi venire alla centrale di polizia? Poi ti spiego." È preoccupata, impaurita. La Camila forte e sicura di sè dell'altra sera ha lasciato spazio ha una persona più fragile.
"Dieci minuti e sono lí." Ti prego fa che non sia troppo tardi, ti prego fa che non abbia già oltrepassato quel punto.

Cerco le chiavi della macchina frettolosamente per poi ricordarmi che la mia auto è ancora dal meccanico. Merda. Ora come faccio, non posso andarci a piedi perchè ci impiegherei un'eternità, a quest'ora gli autobus non passano neanche...cazzo come la raggiungo adesso? Pensa Shawn, pensa! CONNOR. Ma certo, puó prendere in prestito la macchina di sua madre. Lo chiamo immediatamente.
-"Hey amico! Finalmente ti sei fatto vivo! Mangiamo una pizza insieme domani?"- la voce di Connor è sempre cosí spensierata, lo invidio.
-"Connor non posso perdere tempo ora. Mi devi portare alla centrale di polizia con la macchina di tua madre. Lungo il tragitto di spiegheró".- dico con aria concitata.
-"Shawn che cazzo hai combinato?!". Il suo tono è diventato serio e fermo. "Non dirmi che è successo di nuovo ti scongiuro..."
-"No, non riguarda me. Devo aiutare un'amica. Ti prego fai in fretta".
-"Arrivo, due minuti e sono sotto casa tua".
-"Grazie amico".
Connor è un grande amico, da sempre. L'unica persona di cui mi fidi ciecamente. Siamo cresciuti insieme e mi ha sostenuto in ogni situazione, senza eccezioni. Mi reputo fortunato ad averlo incontrato.

                                          ***

Venti minuti dopo siamo in centrale.
"Amico sii prudente con questa ragazza".- Mi dice Connor mentre apro lo sportello della macchina. Gli ho raccontato tutto.
Sono già le dieci è buio pesto fuori. Entro nel grande edificio dipinto a strisce bianche e blu e chiedo a una donna se sa in quale stanza si trovi la ragazza che è stata appena arrestata.
-"4B" -mi risponde scocciata e senza prestare attenzione.
Salgo le scale a due a due, mi precipito in quella stanza con nella mente un solo obiettivo: Camila.
La scorgo subito con le manette ai polsi, seduta affianco la scrivania di un agente. Quell'uomo richiama subito la mia attenzione. I capelli e la barba bianchi come la neve, la carnagione chiara , le mani grandi, piene di calli per le troppe armi impugnate in passato... Stringo gli occhi per provare a metterlo a fuoco. Non è possibile...Carl?
Neanche il tempo di realizzare che Camila si alza e mi stringe le braccia intorno al collo.
Vorrei riuscire a dire qualcosa, confortarla,stringerla forte al mio petto, ma il mio sguardo rimane fisso su quell'agente... mi avrà riconosciuto?
Camila mi sta parlando agitata, ma non la ascolto, è come se le mie orecchie fossero tappate dall'ovatta. L'unica cosa che riesco a dire è: "Stai tranquilla, ora ci penso io a te". Lei tace, le faccio segno di sedersi e mi avvicino lentamente alla scrivania dell'agente, come un lottatore all'inizio di un incontro che non sa se attaccare all'istante o attendere che l'avversario faccia la prima mossa e quindi avanza insicuro e timoroso al centro del ring.
"Guarda chi si rivede! Caro Shawn... fra tutte le persone di questo mondo, tu eri l'ultima che mi sarei immaginato venire qui in soccorso di Camila". Mi rivolge un sorriso complice, allargando le braccia. Improvvisamente metto a fuoco la situazione.
Non so bene cosa dire, voglio solo uscire da qui il prima possibile.
"Carl dimmi cosa devo firmare per farla rilasciare e me ne andrò una volta per tutte."  Mentre lo dico non lo guardo negli occhi. Non ne ho il coraggio. So che se alzassi lo sguardo incrocerei degli occhi ancora pieni di delusione. Siamo entrambi confusi non ci saremmo aspettati di ritrovarci ancora una volta in questo contesto ...non ho intenzione però di ricadere nella trappola dei ricordi, non adesso almeno.
"Non puoi firmare i documenti di rilascio se non hai compiuto 18 anni. Sei già diventato maggiorenne per caso? " Mi chiede.
"Già..."
"Il tempo scorre cosí velocemente".
Alza un pò il mento, cerca il mio sguardo, ma continuo a fissare le sue scarpe sotto la scrivania di legno. "Firma qui e qui allora". - Dice alla fine con tono rassegnato mentre accompagna le parole con indicazioni del dito su un foglio.
Firmo e mi alzo di scatto mentre lui toglie le manette a Camila che ci guarda smarrita, con gli occhi traboccanti di domande. Si starà chiedendo come mai io conosca un agente della polizia...
Prendo la mano di Camila ora libera e la trascino con forza fuori dalla porta.
"Shawn aspetta!"- urla Carl quando ormai siamo sulla soglia dell'uscita. Mi giro lentamente, indeciso, sono già stufo di sentire la sua voce. Voglio scappare da lui e da tutte le emozioni che mi suscita quel volto. Ero già pronto a sentire uno dei suoi discorsi sul perdono e quelle stronzate lí e invece mi dice solo: "Abbi cura almeno di sua sorella". Alzo gli occhi automaticamente, confuso perchè non comprendo cosa centri quell'affermazione e finalmente incrocio il suo sguardo. Mi guarda con occhi paterni, pieni di compassione, ma non ho tempo di concentrarmi ulteriormente sulle sue parole. Mi volto ed esco da quell' edificio opprimente una volta per tutte con passo deciso e  movimenti meccanici che il mio cervello impone al corpo, senza più guardarmi indietro.

Una volta in macchina non dico nulla. Connor ormai ha imparato a riconoscere quando è meglio non parlarmi quindi tace anche lui e cosí fa Camila.
"Abbi cura almeno di sua sorella" queste parole mi risuonano nella testa come un mantra, incessantemente.
Chi è la sorella di Angy?

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