Tre domande a testa

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Camila:-Mmm...non mi sembra equo- dice mentre si scioglie i capelli dalla crocchia che portava mentre lavorava. -Facciamo un gioco- inizia.
-Sentiamo- le rispondo mentre avvio la macchina.
-Abbiamo tre domande a testa per chiedere qualcosa all'altro riguardo la sua vita-
-D'accordo...ma come faccio a sapere che sarai sincera nelle risposte?-
-Beh...non potrai saperlo in effetti, ma il lato divertente è questo, no?- e ridacchia mentre mi indica di girare a destra.
-Va bene, ci sto. Chi comincia?-
-Inizio io- dice Camila in modo risoluto. Sono sicuro che abbia già programmato tutto il gioco e si sia preparata le tre domande prima che arrivassi.
-Allora innanzittutto, Shawn è il tuo vero nome?-
Andiamo bene se pensa che le abbia mentito addirittura sul nome.
-Si ovvio! Mi chiamo Shawn Peter Raul Mendes, per tua informazione- iniziamo a giocare con le carte scoperte.
-Mendes...non è il cognome di un chirurgo famoso vissuto qualche tempo fa?-
Si riferisce a mio nonno quasi sicuramente, ma preferisco evitare l'argomento, almeno per ora, perció...:- Puó darsi...ma non me lo ricordo.
Camila:- Dai ora tocca a te. Cosa vuoi sapere su di me?-
CALMA SHAWN, FAI LA DOMANDA GIUSTA, HAI SOLO TRE RICHIESTE COME IL GENIO DELLA LAMPADA.
:-Chi ti ha trasmesso la passione per la musica?- non si aspettava questa domanda, mi guarda con aria sorpresa.
Camila:- Sai giocare bene le tue carte vedo...me l'ha trasmessa mia sorella-. Guarda nel vuoto mentre lo dice, persa nel tuffo dei ricordi.
-e come si chiama tua sorella?- credo me l'abbia già rivelato una volta, ma in questo istante non mi sovviene.
-questa Peró vale come seconda domanda eh. Sicuro di volerla usare in questo modo?-
-No in effetti no...ho tante altre cose da domandarti- le regole del gioco le fa lei a quanto ho capito.
-la mia seconda domanda invece è: la prima volta da Picor hai suonato magnificamente la chitarra, come se ti appartenesse, se le sue corde ti scorressero nelle vene. Eppure a casa tua non ho visto strumenti e niente che possa ricordare vagamente la musica...come mai?-

CAMILA

Shawn sospira, devo aver toccato un tasto dolente, ma sono curiosa.
:- Da piccolo desideravo diventare un artista, ma mio padre mi impose la scuola di medicina e altri studi, non ha mai sostenuto i miei sogni. Pensa che distrusse ferocemente la mia chitarra sbattendola contro un armadio. Da quel giorno non ho voluto piú saperne della musica-.
-Mi dispiace molto...- capisco perfettamente come ci si sente. Pensavo non avessimo nulla in comune, invece a quanto pare siamo entrambi due anime piene di colori che vagano in un mondo bianco e nero e non trovano nessuno che li sostenga.
-Non è colpa tua...mio padre è sempre stato un grande stronzo, ma ormai ci ho chiuso i rapporti definitivamente-. Il suo sguardo si è fatto duro, impenetrabile.
-E non vorresti chiamarlo, sapere come sta?- ormai penso che i miei genitori mi odino , però ogni tanto chiamo mia madre anche solo per sentire la sua voce, non potrei immaginare di chiuderci completamente i rapporti.
-Questa Peró vale come terza domanda eh. Sicura di volerla usare in questo modo?- e piano piano rispuntano le fossette del sorriso sulle sue guance. Sta usando le mie regole a suo favore...
-Sei bravo a questo gioco- ammetto. -Va bene hai ragione, posso farti domande piú...piccanti. Tocca a te.- io ho già pronta la mia terza domanda.
-Perchè hai lasciato la scuola?- sapevo che me lo avrebbe domandato.
-Prima di tutto perchè voglio inseguire i miei sogni da musicista e voglio dedicarmi al mio scopo tutto il tempo mettendoci amica e corpo. E poi Perchè...-mi costa ammetterlo ad alta voce ma...-i miei genitori avevano investito tutto su mia sorella maggiore e suoi studi, per me non era rimasto un soldo-.
Shawn rimane zitto, forse ha finito le parole di conforto per oggi. Ormai siamo quasi davanti quel buco di casa mia.
-La mia ultima domanda adesso-. Riprendo- Shawn Peter Raul Mendes, quanto volte ti sei innamorato davvero?-
Lui deglutisce, stavolta l'ho sorpreso io.
-Una sola- dice dopo qualche attimo-ma...ormai è finita e non posso tornare indietro nel tempo anche se a volte è l'unica cosa di cui avrei bisogno-.
-Farebbe comodo a tutti suppongo- gli dico, ma il viso del ragazzo vicino a me è diventato indecifrabile, il ricordo del suo passato amore gli porta gioia o dolore? Non lo capisco...
-la tua ultima domanda invece?- gli domando
-Io me la tengo in serbo, non si sa mai quando potrebbe tornarmi utile-.
-Furbo...davvero molto furbo- ci guardiamo negli occhi e ridiamo, ma lo vedi che sta fingendo: il suo viso non è più solare, una nuvola grigia, gonfia di angoscia è calata sui suoi occhi color nocciola.
Ferma la macchina esattamente davanti il portone di casa mia e mentre scendo dalla sua 500 rossa gli dico:-Allora ci vediamo stasera a casa tua verso le 20:30?
Shawn:- Si, ordino le pizze. Quale preferisci?
-Mmm questa vale come terza domanda peró.
Ordina tu per entrambi...sorprendimi!

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