SHAWN
Il caldo sole dell'estate è già alto nel cielo.
Sulle panchine dei parchi sono seduti i vecchi signori, quelli che si alzano sempre presto anche d'estate per un'antica abitudine. Tutti asfissiati dal caldo che ormai da giorni ha invaso la città. C'è solamente qualche bambino con un gelato sgocciolate in mano che viene rincorso dai nonni mentre scappa per le strade.
Non ho chiuso occhio questa notte. Vicino al mio cuscino si era posata una zanzara molesta che non la smetteva di ronzare nel mio orecchio destro, mentre in quello sinistro sentivo risuonare il battito del mio cuore.
Alla fine mi sono arreso alla zanzara, mi sono alzato e nonostante siano solo le 6.00 del mattino, sto già passeggiando con la speranza che una tazza d'aria fresca mi svegli. Invidio quel cagnolone che si è appena gettato nella fontana rinfrescandosi e ora scondinzolante ha ritrovato l'energia per saltare.
Con le mani in tasca continuo a camminare per dove mi portano i piedi. Mi guardo intorno in silenzio e cerco di fotografare nella mia mente questo istante e di fissare nei ricordi ogni particolare: il rumore dei miei passi sul cemento, l'odore acre del sudore, un signore che sorseggia una birra gelata su una panchina. Da quando ho conosciuto Camila la mia mente è andata a rotoli. Prendersi dei momenti per esistere semplicemente è una cosa fondamentale. Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo fermare i nostri pensieri e in questo momento è proprio ció di cui ho bisogno. Riprendere in mano la mia vita, questo devo fare ora. Odio mio padre, ma ha ragione riguardo la musica, riguardo gli studi, riguardo tutto! Camila mi tenta, ha quell'energia che mi spingerebbe a mollare tutto, a fare una pazzia e ricominciare da zero. Camila è quel romanzo che ti spinge a sognare, che ti lascia credere che un futuro straordinario possa esistere. Io invece sono quella voce che ti riporta alla realtà. Ci provo, continuo a lottare e giuro che vorrei con tutto me stesso voltare le spalle a quella ragazza perchè la mia vita prima di lei era decisamente piú semplice, eppure ogni sera mente e corpo mi rimandano al pensiero di lei, cosí dannatamente tentatrice.
Durante l'estate Picor rimane aperto tutto il giorno, è il periodo dell'anno in cui si lavora di piú e nel quale c'è bisogno di piú collaboratori a quanto dice lui stesso. Il mio turno inizia alle otto di mattina, ma non ho piú idea di dove andare quindi mi dirigo lî con un'ora di anticipo stamattina.
C'è un chiosco aperto in centro città, una birra gelata potrebbe rialzarmi l'umore. So bene che è sconsigliabile bere di prima mattina ma...fa talmente caldo, solo un sorso per rinfrescare la gola.
-Salve, vorrei una lattina di birra Kirsten-
-Ecco a te bello.- mi risponde il ragazzo dietro al chiosco, porgendomi la lattina che avevo indicato.
-Grazie, quant'è?-
-2 euro amico-
- Eccoli precisi. -
-Buona giornata bello-
La lattina mi congela subito la mano e mente mi rivolgo nuovamente verso Picor faccio a giochini della linguetta: per aprire la lattina muovo la linguetta a destra e a sinistra ripentendo in mente l'alfabeto e la lettera sulla quale la linguetta si stacca sarà l'iniziale della mia anima gemella. È una cavolata che faccio sempre, senza pensarci.
-A, B, C...-
Ah.
La linguetta si stacca sulla C. Grazie lattina per avermi confuso ancora di più le idee.
Tiro un sospiro rassegnato e finalmente mi porto la bibita alle labbra e il fresco bruciore dell' alcool mi riempie la gola.
Tra un sorso e l'altro arrivo da Picor e spingo la porta per entrare.
- Hey Guillerme!-
- Buongiorno Shawn! Come mai sei qui cosí presto oggi?- mi chiede il mio amico, senza smettere di pulire il bancone degli alcolici.
-Non riuscivo a dormire...-
-Eh eh quando non si riesce a dormire in estate ci posso essere solo tre cause: una zanzara bastarda, una bella ragazza o una bella ragazza bastarda che continua ad ossessionarti il cervello.- Afferma lui tenendo il conto con le dita.-Qual è la tua amico mio?- Mi guarda saccente con un riso a 32 denti.
-Solo una zanzara bastarda purtroppo...- gli rispondo mentre provo a legarmi il grembiule bordeaux dietro la schiena.
-Aspetta ti dò una mano.- Sento una voce sottile e delle mani piccole, delicate ma con dei calletti toccano le mie e al posto loro mi fanno un nodo dietro la schiena.
Mi irrigidisco all'istante sotto quel tocco.
-Ah Si Shawn mi sono dimenticato di avvertirti. Credo proprio che anche a Camila stanotte abbia fatto visita una zanzara bastarda ed è venuta qui prima anche lei. Beh meglio cosí ragazzi. Faccio pausa sigaretta, continuate voi qui visto che siete in due?- Guillerme getta lo straccio sul bancone e si allontana senza aspettare una risposta, ma orami nessuno di noi ci fa caso, persi nel ricordo di ieri sera.
Mi giro lentamente, Camila continua a guardarsi le scarpe per non dover essere costretta a guardarmi negli occhi.
Proprio come ieri sera però, le pongo due dita sotto al mento e delicatamente le tirò su il viso, finalmente ci guardiamo negli occhi.
-Ciao...- comincia lei esitante
-Hey-
-Senti mi dispiace per ieri sera...ci stavamo divertendo, poi ho rovinato tutto andandomene in quel modo-.
-È colpa mia, non avrei dovuto mai chiederti di restare a dormire è chiaramente troppo presto...- uno scemo, sono uno scemo.
-Ti sei già pentito di avermelo proposto?-a sua bocca ha cambiato espressione, non è una seria linea dritta, comincia a piegarsi all'angolo in un sorrisetto.
-Beh...No, forse dovrei?-
-Stasera alle 19:00 a casa mia, ti mando l'indirizzo per messaggio anche se forse te lo ricordi.-
-So bene dove si trova casa tua...- e come potrei dimenticarlo.
-Ordino il sushi se ti piace, cosí per non mangiare di nuovo la pizza-.
-Il sushi è perfetto-
La guardo immobile mentre si allontana verso il retro del ristorante.
-Shawn un'ultima cosa...- si ferma d'improvviso e si riavvicina a me. Posa due dita sul mio petto e inizia a picchiettarle e a tracciare dei piccoli cerchi in modo decisamente sensuale.
-Porta del vino, rosso mi raccomando. Sono sobria da troppo tempo. Niente Coca Cola, nè birre di pessima qualità come quella che hai lasciato lí sul tavolo. Ci occorre qualcosa di forte-.
Un'occhiolino veloce e Camila si dirige nuovamente in cucina per mettere in ordine le ultime cose, lasciandomi stupefatto, senza parole.Avete presente quando in un sogno vorreste muovermi, camminare, correre, parlare, urlare, ma qualcosa vi blocca gambe e voce? Ecco, esattamente in quel modo mi sentivo in quel momento. Confuso, impotente. Quella proposta aveva causato un blackout totale nella mia mente tanto che la mattinata è proseguita cosí, tra gesti automatici, dubbi e profumo di arancia.
***
Il solito portone in legno rovinato dall'umidità della sera è spalancato. Fortunatamente ho trovato un parcheggio per la macchina proprio qui davanti. Scendo dalla macchina, chiudo lo sportello, controllo di aver spento le luci e chiudo. Cammino verso il portone. Nonostante sia aperto preferisco citofonare per farmi dire anche il piano.
"Andres, Smith, Hall, Green, Citen...ma dov'è Cabello?"
Estraggo il cellulare dalla tasca della giacca per scrivere un messaggio a Camila.
"Hey, sono qui sotto ma non vedo scritto il tuo cognome sul citofono..."
Attendo qualche minuto prima di chiamarla, non vorrei sembrare insistente, magari si sta ancora preparando, non voglio disturbarla. Shawn perchè cazzo sei venuto qui. Quella ragazza ti ha in pugno...qui ho finisce male o finisce malissimo. Il vino merda! L'ho lasciato in macchina. Speriamo le piaccia, non è una bottiglia costosa o troppo raffinata, me la sarei potuta permettere con tutti i soldi di mio padre che ho sulla carta di credito, ma non volevo apparire troppo...troppo. Più passa il tempo più mi inizia a salire l'ansia e l'agitazione e i dubbi aumentato a ogni ticchettio dell'orologio della piazza. È stata una pessima idea venire qui. Mi ha solo preso in giro, desiderava ridere di me mentre mi guardava fuori dal suo portone a dondolarmi sui talloni con una bottiglia di vino rosso in mano. Torno in macchina.*Bip Bip*
"Si scusa Shawn mi ero dimenticata di dirtelo, colpa mia. Il nome sul citofono è quello della mia coinquilina Smith. Terzo piano comunque la porta sulla destra. Ti aspetto su è tutto pronto".
Ha una coinquilina? E se stasera ci fosse anche lei con noi? Che imbarazzo. Tiro un bel respiro e via. Suono il citofono, anche se inutilmente ed entro nell'atrio, senza aspettare una voce di risposta, ne quella di Camila nè tantomeno quella di Smith...
-Vedo che sei puntualissimo!-
Sono ancora sulla rampa delle scale e già Camila mi saluta cosí. Arrivato finalmente la vedo. Stessa storia dell'altra volta. Indossa una semplice canottiera rossa scarlatto senza pizzi, ma che le mette in risalto la scollatura, jeans aderenti neri strappati sulla ginocchia, stivaletti camosciati beige e i capelli sciolti naturalmente ondulati, ma sembrano più in ordine del solito. Ogni volta è come vederla per la prima volta, rimando sempre senza fiato per quanto è bella e il suo sorriso che mi accoglie è il suo accessorio più delizioso, che mi fa dimenticare ogni dubbio o esitazione.
-Ciao...stai molto bene.- Le dico ancora prima di entrare in casa.
-Beh grazie, ma smettila di fissarmi le tette ora-. Cazzo, neanche mi ero accorto di aver indugiato sulla sua scollatura. Lei ride per il mio imbarazzo e divertita mi invita a entrare con il braccio e accompagna il gesto le parole:- Dai entra-.
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Bad reputation
FanfictionLui è il classico bravo ragazzo con una polo, dei libri in mano e ottimi voti. Lei è eccentrica, arrogante e maledetta con una grande passione per la musica e per l'alcool. Due ragazzi che non si erano mai visti prima, scoprono di aver condiviso un'...