SHAWN
"Ed è per questo ragazzi che il genoma fagico ricombina con il nucleotide della cellula accettrice." Conclude il mio professore di genetica.
Non ho ascoltato granchè la lezione di oggi, il mio foglio di appunti è rimasto bianco...la mia concentrazione è stata rubata da una ragazza dai capelli blu evidentemente.
Il suono della campanella mi riscuote finalmente. Riordino i libri e infilo le penne nell'astuccio per poi mettere tutto nella borsa a tracolla di cuoio che mi ha regalato mia nonna un paio di anni fa.
Vedo Connor che si avvicina al mio banco lentamente, con aria sospetta, come se nascondesse qualcosa.
:- Hey amico- inizia lui sussurrando. - com'è finita con quella ragazza strana ieri sera?- lo dice con la mano davanti alla bocca, continuandosi a guardare intorno per paura di essere sentito da qualcun'altro oltre me.
-Connor, perchè parli a bassa voce?- gli dico a mia volta sussurrando.
-Amico lo sai...da quando...Angy e tutto il resto. La gente aveva quasi paura di te che da un giorno all'altro eri finito in carcere perchè...-ma lascia cadere il resto delle parole nel vuoto. Deglutisce e torna a guardarmi negli occhi. :-Shawn, ormai da due anni hai una cattiva reputazione in questa scuola, nonostante tu sia diventato uno studente modello, la gente continua a giudicarti per quell'errore che hai commesso anni fa e non lo dimenticherà tanto facilmente. Non so cosa potrebbero dire se venissero a sapere che una sconosciuta ha dormito a casa tua...-
Odio ammetterlo, ma Connor ha ragione. La gente giudica, è sempre pronta a puntare il dito contro qualcuno. Se scoprissero che una nuova ragazza abita a casa mia inizierebbero a girare voci false sul mio conto, il ricordo di Angy tornerebbe a galla tra i corridoi e la mia vita a scuola diventerebbe insopportabile.
Quindi gli rispondo:- Io ho già sofferto abbastanza per Angy e non posso continuare a vivere ancorato al passato. Ho bisogno di frequentare il futuro e Camila mi aiuterà. Non mi interessa ció che penserà la gente-.stavolta lo dico ad alta voce con fermezza, per convincere più me stesso che lui.
Il mio amico di una vita non sembra essere d'accordo con le mie parole. Nei suoi occhi verde mela c'è solo disapprovazione.
Connor:- Cazzo Shawn io lo dico per te! Ascoltami una buona volta! Quella ragazza non mi piace per niente, non la conosci, ti porterà solo altri guai qui a scuola! Non ti bastano quelli che hai già con tuo padre?- mi urla iniziando a scaldarsi.
Cosí gli rispondo alzando i toni anch'io:- Dici cosí perchè TU non la conosci! O forse perchè semplicemente ti preoccupa l'opinione dei nostri compagni. Se è cosí stai pure tranquillo, non ho bisogno della tua amicizia, non devi mostrarti mentre parli con me, la tua reputazione potrebbe sgretolarsi.- dico cosí, mi alzo furiosamente dalla sedia ed esco, senza voltarmi, dalla classe che sembra diventare più opprimente ogni secondo che passa.
Connor è basito, ma continua a seguirmi urlandomi dietro:- Cosa stai dicendo! Io ti sono stato vicino tutti questi anni e non ti ho mai voltato le spalle, mentre tutti gli altri che reputavi amici ti chiamavano "assassino" quando non c'eri!-
Basta, basta non voglio più ascoltarlo. Anche adesso che Camila aveva cominciato a portare un granello di luce nella mia vita, la memoria di Angy mi tormenta, ma stavolta non ho intenzione di scappare come ho fatto finora, devo voltare pagina una volta per tutte.
Mi fermo di scatto, mi giro verso l'unico amico sincero che io abbia mai avuto, mi avvicino a lui col dito puntato, accusatore. Lui indietreggia impaurito e io gli dico:- Hai ragione...hai perfettamente ragione.- ammetto mentre lascio cadere il dito. -Io non ti ho nemmeno mai ringraziato per l'aiuto che mi hai donato, perciò lo faró adesso.- lo abbraccio intensamente, per recuperare tutti gli abbracci e quei "grazie" che non gli ho mai detto, ma che si meritava. Lui non se lo aspettava, rimane per qualche secondo immobile e sorpreso con le braccia aperte, ma all fine le chiude sulla mia schiena.
Tiro un gran sospiro, placando la rabbia di pochi minuti fa:- Amico, non so se riuscirò mai a perdonarmi per quanto successo ad Angy e probabilmente non sarò mai libero. Quella ragazza strana di ieri sera, non era la prima volta che dormiva a casa mia...-gli confesso. - Non ho idea di cosa mi porterà, ma ti assicuro che fin ad ora mi ha regalato solo tanti sorrisi. Mi sono divertito molto con lei e in qualche modo mi ha aiutato a ritrovare me stesso o per lo meno sento che mi sta guidando sulla giusta via per riuscirci-.
Connor non sembra affatto convinto, continua a toccarsi i capelli biondi come fa quando è nervoso.
-Lei sa di Angy?- mi chiede penetrandomi con lo sguardo.
-No.-ammetto- e non deve saperlo-
-La farai soffrire, lo sai anche tu-.
Non rispondo, perchè so che ha ragione un'altra volta, ma mi rifiuto di accettarlo. Connor mi conosce troppo bene, sicuramente ha intuito che provo qualcosa per lei anche se non ancora capito cosa di preciso.
-Come si chiama?- mi chiede dopo qualche attimo di puro silenzio.
-Camila-
-Perchè non la inviti al Mc'donald stasera cosí ce la presenti a me e a Taylor. Ieri in macchina mi sembrava abbastanza frustrata. Che ne dici?- e tira fuori uno dei suoi mezzi sorrisi.
-Magari un altro giorno ok? Stasera in realtà avevamo programmato di ordinare una pizza a casa.-
Connor tira un grosso respiro, penso per mantenere la calma. Lo so che si preoccupa per me, ma ormai siamo adulti, so riconoscere i rischi che corro e non è necessario che qualcuno me li indichi.
-D'accordo-. Dice alla fine. -Ricordati almeno di mandarmi gli appunti della lezione di oggi che non ho capito niente di quello che ha spiegato il prof.- e ride.
-Devo confessarti che non ho preso appunti oggi, non ho ascoltato per un minuto la lezione-. Lo dico con un tono leggermente imbarazzato.
-Merda- risponde lui. -Allora significa che Camila ti ha davvero rubato il cuore e invaso la mente. Hai pensato a lei tutto il tempo vero?-.
Gli do una spinta amichevole e scoppiamo a ridere. Sappiamo entrambi che ha ragione...di nuovo.
La mia amicizia con Connor è sempre stata cosí: litighiamo, ci gridiamo in faccia i peggio insulti, ma alla fine ci abbracciamo e lasciamo scivolare via i sentimenti di rabbia con una grossa risata.***
Nel tragitto verso casa mi solletica l'idea di andare da Picor semplicemente per salutare Camila. Inutile dire che cedo alla tentazione.
Parcheggio la macchina davanti al ristorante, prendo il cellulare, apro lo sportello e scendo.
Il locale non è pieno: c'è solo una coppia di anziani ,vestiti elegantemente, seduti al tavolo nell'angolino a destra che chiacchierano in modo spensierato sorseggiando del vino rosso e un uomo al bancone degli alcolici che sta intrattenendo un'animata conversazione con Guillerme. Chissà cosa si stanno dicendo.
Mi avvicino al bancone e subito a Guillerme spunta un sorriso di sollievo sul volto e dice:- Shawn! Vieni vieni, ti presento il signor. Giuseppe- e mi fa gesto con la mano di andargli vicino.
Stringo la mano all'uomo seduto davanti a me: è basso e ha una bella pancia piena di alcool e sigarette probabilmente. È vestito in modo curioso con dei pantaloni blu e una camicia a maniche corte bordeaux con disegnati sopra dei fiori arancioni. Il viso tondo, la testa calva, la bocca sdentata incorniciata da una folta barba bianca. Gli occhi invece sono nascosti da un paio di piccoli e stretti occhiali da sole.
Guillerme si rivolge al signor. Giuseppe:- Signore, la lascio nelle mani del mio caro amico Shawn-. Poi guarda me e mi dice sottovoce:- Grazie bello mi hai salvato, questo non la smetteva più di parlare.-
Non ci posso credere. Che bastardo.
Cosí rimango per 30 minuti buoni a parlare, o meglio ad ascoltare, il signor. Giuseppe. Mi inizia a raccontare della sua vita, di come è entrato nella Marina militare, di come è sopravvissuto alla guerra, della sua famiglia, di sua moglie, dei suoi figli, ma è solo quando pronuncia la parola "musica" che il mio orecchio inizia ad interessarsi alle sue parole. D'un tratto la conversazione prende una piega interessante: scopro infatti che il signor. Giuseppe, insieme a suo figlio, sono direttori una casa discografica e sono sempre in cerca di nuovi talenti. Cosí comincio a raccontargli anch'io qualcosa di me, trascinato dai suoi insoliti modi di fare. Gli parlo di mio padre, della chitarra distrutta quella sera, dei miei sogni, della mia carriera da medico, delle canzoni che continuo a scrivere per conto mio nonostante tutto, fino ad arrivare all'incontro con Camila.
-Figliolo, da quello che mi hai detto riguardo questa misteriosa ragazza, da come ne parli, si intuisce che ti sei innamorato piú dell'idea di salvezza, tua e sua, piuttosto che di lei veramente. Rifletti bene su quello che fai. Se giochi con l'amore e hai la presunzione di vincere, caro mio, hai già perso in partenza-.Purtroppo compresi troppo tardi il vero significato di quella frase. Ma la voce dal timbro caldo e pastoso del Signor. Giuseppe non la dimenticheró mai.
:-Hey Shawn! Mi riaccompagni a casa? Ho appena finito il turno di lavoro-. la voce familiare di Camila interrompe il discorso del signor. Giuseppe su come sua moglie cucinasse il pollo fritto.
-Si, certo.- le dico e poi rivolgendomi al signor. Giuseppe :- Grazie per la compagnia Signore, è stato un piacere conoscerla.
Giuseppe:- Il piacere è mio figliolo. Sei un bravo giovanotto ricorda ció che ti ho detto- mentre lo dice si alza piano e solo ora noto che dietro lo sgabello teneva un bastone per cecità che Camila gli passa con gentilezza.
Uscendo dal locale Camila rimane in silenzio, aspetta che siamo entrambi in macchina per cominciare a ridere.
Camila:- Il signor. Giuseppe viene qui ogni giorno e ogni volta il povero Guillerme è costretto ad ascoltare gli aneddoti della sua vita durante la gioventú. Oggi è toccata a te peró. -
-In realtà ero venuto qui solo per salutarti- ammetto un po' imbarazzato- ma è stato piacevole ed oserei dire illuminante conversare con quell'uomo, è incredibile come risulti piú facile aprirsi con una persona appena conosciuta piuttosto che con i nostri migliori amici-.
-Forse è per questo motivo che mi apro tanto facilmente con te- dice Camila soprappensiero.
-Sinceramente non mi pare che tu ti sia aperta molto...anzi ti conosco davvero poco. Perchè non mi parli di te lungo il tragitto?- forse sto osando, ma le parole di Connor e del Signor.Giuseppe mi hanno fatto riflettere.
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Bad reputation
FanfikceLui è il classico bravo ragazzo con una polo, dei libri in mano e ottimi voti. Lei è eccentrica, arrogante e maledetta con una grande passione per la musica e per l'alcool. Due ragazzi che non si erano mai visti prima, scoprono di aver condiviso un'...