Il signor Picor

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SHAWN
I vestiti con le paillettes di Camila luccicano tra gli alti palazzi grigi della città. Anche i miei occhi luccicano, ma per un altro motivo. Sento un lacrima che mi riga la guancia. Preferisco ignorare le urla del mio cuore, asciugarmi il viso e reprimere ogni minima forma di sentimento che provavo per quella ragazza adesso, prima che sia troppo tardi.
Pazienza, forse doveva andare cosí. Sono sempre stato uno che si lascia trascinare dagli eventi, che sta fermo a guardare, che usa il "destino" come una scusa per la propria insicurezza, non mi sono mai sentito protagonista della mia vita, ma in fondo mi è sempre andato bene cosí. Ogni mattina mi sveglio, mi alzo dal letto e non ho bisogno di un motivo per farlo. L'ho faccio e basta.
E dando retta a questo mio pensiero entro da Picor spegnendo completamente il cuore, lascio che le mie gambe si muovano da sole e che la mia bocca parli senza consultare il cervello, spento anche lui.
"Buon pomeriggio"- dico. Non so bene come iniziare la conversazione ad essere sinceri. "Lei è il signor Picor, giusto?" Chiedo all'uomo davanti a me, lo stesso che il giorno prima ci aveva cacciati gridando. "Si sono io" risponde lui con voce profonda. "tu sei quello che ieri ha fatto confusione nel mio locale no?! Ti stavo aspettando. È passata pochi minuti fa la tua ragazza."
"In realtà non è affatto la mia ragazza..."-ribatto...o no il cuore si sta riaccendendo.
"Non mi interessa se è la tua ragazza o no! Ieri voi due avete improvvisato un concerto nel mio ristorante, avete rotto un tavolo e per di più disturbato i miei clienti!"
"Ma i suoi clienti sembravano divertirsi..." mi giustifico.
"SILENZIO!" -mi zittisce lui. Il signor Picor è un uomo alto, ben piazzato con una bella pancia. La carnagione olivastra e i capelli, pieni di gel, sono neri come la pece. La bocca sottile e seria è nascosta sotto dei baffi folti. Quegli occhi  scuri, piccoli, ma vivaci ora mi stanno fissando, aspettando una risposta.
"Allora? Io non ho tutto il giorno. Mi devi dei soldi per i danni che hai creato ieri. Tirali fuori. Ora."
Mi sento il cuore in gola. Non ho portato con me neanche un euro. Cosa gli rispondo? Nella fretta di stamattina ho completamente dimenticato di prendere il portafogli.
Aspetta, ho un'idea.
"Senta signor Picor, poichè ho qualche difficoltà economica...definiamola cosí- gesticolo ampiamente come fanno gli italiani-che ne dice di assumermi nel suo ristorante? In poche settimane la ripagherò fino all'ultimo spicciolo. A me farebbe comodo un lavoretto per guadagnare qualcosa e sicuramente a lei non dispiace una mano in più. Non ho esperienza come cameriere, ma imparo in fretta. Stia tranquillo può avete piena fiducia in me!" Tento di dirlo con il tono più convincente che ho e stampandomi un gigantesco sorriso in faccia. Non ho mai lavorato da solo. L'idea di avere qualche soldo mio di cui non devo rendere conto a nessuno, mi piace molto però. Non ci avevo mai pensato perchè il denaro me lo dava mio padre senza problemi, mi ha sempre coperto le spalle. A scuola tutti mi chiamavano "figlio di paparino"o "il viziatino" , ma non li ho mai dato importanza. Mio padre non mi ha mai fatto mancare nulla e gliene sarà sempre grato, ma dopo tutto il dolore che mi ha provocato non riuscirò mai a perdonarlo, preferisco non dovergli chiedere più nulla.
"D'accordo allora anche tu sei assunto come cameriere. Benvenuto da Picor!"- dice lui allargando le braccia. Il suo umore è decisamente mutato, la serietà sul suo volto è scomparsa. Che strana persona...-" Presentati qui domani alle 11:00 cosí Guillerme ti guiderà un pò per il locale e ti illustrerà tutto ciò che c'è da sapere per essere un buon cameriere." Dice dando qualche pacca alla spalla del ragazzo dietro il bancone, lo stesso di ieri.
"Grazie mille signor Picor, davvero grazie e ancora scusi per ieri. Le prometto che non la deluderò."
Detto ciò esco dal ristorante agitando la mano per salutare il signor Picor e Guillerme . Mi incammino verso casa nella direzione opposta rispetto alla strada intrapresa da Camila. Non riesco più a vedere i suoi vestiti con le paillettes, ormai sarà troppo lontana.
Pazienza.

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