E tu che peso porti sulle spalle?

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                                   CAMILA

-"Entra pure"- mi dice Shawn e mi fa cenno di entrare col braccio.
L'espressione sul suo viso è un po' spenta, mi domando perchè. Insomma non sarò la ragazza perfetta, ma ci tengo molto a questo appuntamento, è la cosa più normale che faccio da anni e non voglio rovinarla...forse non lo sto dimostrando abbastanza semplicemente.
In ogni caso oltrepasso la porta, cercando di spegnere almeno per qualche ora il cervello, mi voglio godere il momento e rilassarmi.
-"Wow! Stamattina la casa non era assolutamente cosí in ordine e profumata. Io di certo non sono stata a pulirla-. Ridiamo entrambi. Ho sempre odiato fare le pulizie, specialmente passare la scopa o lo straccio sul pavimento, infatti lo lasciavo fare sempre a mia sorella.
-"Si Beh... mi sembrava doveroso dare una sistemata prima che tu arrivassi-. Dice Shawn con un pizzico di timidezza nella voce.
Io continuo a guardarmi in giro nel frattempo, cavolo quanto vorrei che il mio buco di appartamento fosse sempre cosí pulito.
-"Le pizze dovrebbero arrivare a momenti".- mi informa Shawn. Smetto di ammirare i vetri splendenti e mi volto verso di lui. Indossa una camicia blu con le maniche arrotolate fino ai gomiti, dei jeans neri, una cinta nera di pelle e le solite Chelsea Boots nere. I capelli un po' ribelli sembrano morbidi e puliti e ha un profumo buonissimo addosso, un profumo fresco e intenso come l'acqua dell'oceano. In confronto a me sembra pronto per andare a un matrimonio. Io non mi sono neanche cambiata da oggi, insomma volevo stare comoda e poi non potevo sporcare altri vestiti perchè la lavatrice si è rotta a casa.

*DRIIINNN*

-"Eccole! Non ho fatto in tempo a finire la frase visto? Ahahaha- dice Shawn mentre si dirige verso la porta.

Lo vedo porgere i soldi al fattorino e in cambio prendere due cartoni di pizza e una...una birra?
Pensavo non bevesse. Forse l'ha presa solo per me...
Shawn posa le pizze sul tavolino davanti il divano e solo ora mi ricordo che ha ordinato lui per me. Chissà se ha indovinato i miei gusti.
-"Spero ti piaccia la pizza che ho preso per te".
-"Scopriamolo subito..." - sollevo lentamente il coperchio del cartone per creare un po' di suspense e...Bianca col prosciutto cotto?! Seriamente? Pensa che io sia una tipa da pizza bianca col prosciutto cotto? Mia sorella era una ragazza da pizza bianca, ma cazzo io amo i gusti più decisi, pensavo si intuisse. Rimango un po' immobile a fissare la pizza, poi mi giro e noto che Shawn mi sta guardando a sua volta sulle spine e speranzoso di aver scelto la pizza giusta. Non posso deludere i suoi piccoli occhi color nocciola e quel sorrisetto ingenuo perciò...-"Si è perfetta! Il prosciutto cotto è buonissimo."

SHAWN

Sono un fottuto genio! Sapevo che le sarebbe piaciuta. Grazie del consiglio Angy.
-"Allora..."-comincia Camila mentre ruba un triangolo della mia pizza.
-"Hai pensato alla tua terza domanda?"
-"No ancora no"- ammetto. -"Te l'ho detto potrebbe tornarmi utile più avanti".
-"Già hai ragione..."
Ci guardiamo negli occhi e poi li abbassiamo entrambi...non sappiamo di cosa parlare. Ogni tanto a uno dei due esce un risolino, ci riguardiamo e poi ridiamo entrambi. Che imbarazzo!
-" Di che cosa parli con i tuoi amici di solito?" Mi chiede lei. Vorrei risponderle che, con l'unico amico che ho, chiacchiero di libri, scuola, studio, medicina o della mia passata fidanzata, ma preferisco evitare di dirle la noiosa e opprimente verità.
-"Discutiamo spesso di Hockey." Non è assolutamente vero. Connor odia ogni sport. L'unica attività fisica in cui è bravo è alzarsi dal divano, andare in cucina, prendere da mangiare e poi sdraiarsi di nuovo sul divano davanti la tv. Lui lo chiama "relax sport". A me però piace molto tenermi in esercizio e vado spesso a un bar qui vicino a vedere qualche partita perchè qui a casa non si vede il canale dello sport.
-"Beh io e lo sport siamo due cose opposte...pensa che quando avevo 12 anni i miei genitori mi avevano iscritto a un corso di basket perchè era da mesi che insistevo di voler provare".
-"E come è finita?"-domando col risolino sotto i baffi.
Camila ride al solo pensiero di quel momento.
-"Beh alla prima lezione ho tirato il pallone in faccia al mio avversario perchè pensavo che mi avesse fatto fallo...invece avevo sbagliato io e lui aveva ragione"- e ride fragorosamente.
-"Non ci credo! Sei matta"-. E sorrido anch'io mentre immagino una piccola Camila, con la maglietta di Mikael Jordan, ancora ingenua, ma dal carattere peperino che palleggia una palla arancione quasi più grande di lei.
-"Ok passiamo a domande serie..."- mi dice Camila, non so cosa voglia chiedermi, ma ormai la conosco abbastanza da sapere che è inutile cercare di prevede le sue mosse, resterà sempre indecifrabile. Raddrizza la schiena e  incrocia le gambe, senza togliersi le scarpe s'intende, sul divano.
-"Dimmi i tuoi cantanti preferiti"-
-"Ok, questa domanda mi piace. Vediamo..."-sarò sincero, non voglio provare ad indovinare i suoi gusti per piacerle di più.
-"Seguo molto gli Oasis che mi hanno ispirato fin da piccolo". Camila annuisce, buon segno.
"Poi..."-continuo -"un altro gruppo che ascolto molto sono gli U2".
"Si, adoro le loro melodie." Commenta Camila. Poi continua dicendo "Beh penso di aver capito il tuo genere. Vai sul classico insomma. Io ascolto molti autori cubani, sai Cuba è il paese dove sono nata...e dove adesso mia madre starà scopando con qualcuno". Si rattrista pensando alla sua famiglia e gli occhi le si spengono, ma per pochi secondi, si riprende subito e dice: "Comunque non ci pensiamo ora...da piccola i miei in macchina mettevano sempre il cd di Gorki Aguila e involontariamente ho finito per imparare tutti i testi delle sue canzoni".
-"Ok capisco ahahah"
-"Però negli ultimi anni sono in fissa per Demi Lovato, penso di avere tutti i suoi dischi!"
"Fantastico! Io ormai scarico tutta la musica che voglio sul telefono, sai è decisamente più comodo che spendere soldi in cd". Le dico.
"Si sarà anche comodo ma..." fa la bocca storta. "non so, non è...romantico. Voglio dire, la tecnologia ha portato grandi miglioramenti nella nostra società indubbiamente, ma penso che il semplice gesto di far partire un giradischi ti possa regalare più emozioni rispetto a premere semplicemente play sullo schermo del telefono."
"Sei una ragazza vecchio stile allora."
"Definiscimi come vuoi...ormai la gente mi ha etichettato in talmente tanti modi diversi: puttana, alcolizzata, zoccola, ma a me piace ritenermi semplicemente una sognatrice incompresa... e un po' vecchio stile come dici tu". E ride, ma è una risata amara. Lo leggo nei suoi occhi che la sua anima si sta sgretolando lentamente, il mio cuore diventa gelato come il mare in cui lei sta affondando, quando la sento dire queste cose.
-"Mi dispiace, nessuno sa meglio di me cosa si prova ad essere giudicati senza che gli altri sappiano che hai passato. È una merda. Nessuno conosce il peso che porto sulle spalle quindi nessuno ha il diritto di giudicarmi".
Camila mi guarda stupita, come se avesse cercato per anni qualcuno maledetto come lei e finalmente l'avesse trovato.
"E sentiamo...tu che peso porti sulle spalle?" Mi chiede tra un misto di curiosità e superiorità.
"Ho ferito in modo irrimediabile una ragazza. E se potessi tornare indietro ti giuro lo farei, proverei a cambiare le cose con tutte le mie forze, ma è impossibile." Sospiro, cercando di zittire le urla del mio cuore.

"Sai...non corrispondi affatto all'immagine che mi ero fatta di te". Mi dice Camila dopo qualche attimo immerso nel silenzio.
-"E sentiamo...-dico io scimmiottando la sua voce. "Che immagini ti eri fatta di me?"
-"L'immagine del ragazzo perfetto, con una polo, dei libri in mano e ottimi voti. Gentile, affidabile e prevedibile. Con in testa degli obiettivi logici, raggiungibili. Insomma il ragazzo che ogni genitore vorrebbe che la figlia gli presentasse."
-"Mi hai descritto come un ragazzo noioso, privo di passioni e di sogni praticamente". Se davvero Camila pensava questo sul mio conto, sono felice che abbia cambiato idea adesso.
-"Inizialmente pensavo fossi proprio cosí!"-
-"Ammetto che anche la mia mente ti aveva disegnato in modo diverso: eccentrica, maledetta, con una grande passione per l'alcool e la musica".
-"In effetti sono fatta cosí, non ti sbagliavi".
-"Invece si che mi sbagliavo ed è incredibile che tu non lo riesca ad ammettere. Sei forte, to rifugi nell'alcool e nella musica per scappare da questo mondo di merda, questo è innegabile, ma hai anche tanta paura. La vita ti ha messo davanti tanti ostacoli e sei sempre riuscita a superarli, ma adesso senti la tua anima che va in pezzi, perchè non ce la fai più a combattere da sola e a volte avresti solo bisogno di un abbraccio e di qualcuno che ti dica: ci crederò io per te".
Forse ho esagerato. Mi sono lasciato trascinare dalle parole, ma chissà perchè Camila mi tramette queste emozioni e io le riesco a leggere nonostante la sua diffidenza.
-"Tu non sai niente di me, Shawn!-scatta lei sulla difensiva e inizia ad alzare mura impenetrabili per proteggere in modo sicuro la sua insicurezza.-"Solo perchè stiamo mangiando una pizza a casa tua, seduti su questo divano scomodissimo non significa che tu mi conosca. È vero, hai ragione: ho sofferto, tanto, tantissimo. La separazione dei miei genitori, la morte di mia sorella, la decisione di lasciare la scuola o quella di abbandonare Andrew nell'uragano della droga, solo per paura di finirci anch'io, sono stata cosí egoista nei confronti di tutti!"-ormai Camila sta urlando, gli angoli della bocca le iniziamo a tremare e continua a guardare su sbattendo le palpebre.
-"Ei, ei piccola, non piangere. Scusami. Sono nel torto. Non dovevo permettermi di dire quelle cose. Senti...chiudiamola qui".
Mi avvicino a lei e l'abbraccio, stringo le braccia intorno al suo collo, perchè il mio corpo mi dice di farlo. Lei singhiozza e tira su con il naso appoggiata al mio petto. Vorrei baciarle la fronte, sembra cosí piccola chiusa tra le mie braccia.

CAMILA

Mi sento cosí piccola stretta dalle braccia bianche di Shawn.
-"Perdonami" inizio a dire con la voce ancora spezzata dal pianto. "Sono patetica lo so...ma come hai detto prima in macchina, è più facile aprirsi con uno sconosciuto che con il proprio migliore amico". Provo a sorridere, ma fallisco.
"Mi consideri ancora uno sconosciuto?" Mi chiede Shawn in tono serio, guardandomi dritta negli occhi, i miei devono essere rossi e gonfi per colpa del pianto. Odio quando mi guarda in qualche modo, odio l'effetto che mi fa questo ragazzo! I suoi occhi buttano giù la mia corazza con un soffio, come il lupo di cappuccetto rosso.
"Suppongo che ormai non lo siamo piú". Gli rispondo. Non so quale sia il punto da superare per cui due sconosciuti diventano amici e due amici diventano amanti. Se quel primo punto consiste nel cantare ubriachi in un locale , fare colazione insieme, mostrare il corpo nudo all'altro e piangere abbracciati davanti due cartoni di pizza beh...io e Shawn possiamo considerarci amici.

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