ASLI
Sono passati otto mesi da quando mi sono trasferita a Firenze. Non conoscendo bene la lingua italiana, inizialmente non è stato facile, ma con il tempo ho iniziato ad abituarmi. Devo ringraziare soprattutto i miei colleghi, ora diventati degli amici meravigliosi, che con le loro premure, mi hanno fatto sentire da subito a mio agio.
Da 2 anni lavoro come organizzatrice di eventi per una società che ha la sede centrale ad Istanbul e poi diverse sedi, in alcune città italiane, tra cui appunto Firenze. Quando mi proposero il trasferimento, decisi che era giunto il momento di dare una svolta decisiva alla mia vita e così, seppur dispiaciuta di dover lasciare la mia città nativa, accettai senza ripensamenti. Sono andata via principalmente, cercando di dimenticare una persona, Burak il mio migliore amico o almeno credevo di considerarlo solo un amico. Ci conosciamo dall'età di 3 anni, siamo stati compagni di banco dall'asilo e trascorrevamo i nostri pomeriggi a giocare insieme, essendo che i nostri padri sono soci di un'azienda tessile a Istanbul, di conseguenza Ipek, la mamma di Burak e la mia, hanno instaurato un bellissimo rapporto di amicizia e passavano molto tempo insieme. Anche Cemre, il padre di Burak, è una persona squisita. Sono sempre stata molto timida, solare ma timida, lui invece un piccolo dispettoso. Crescendo il nostro rapporto non è cambiato affatto. Nel nostro quartiere avevamo formato una grande comitiva, avendo unito le mie amicizie alle sue. Stando sempre in classe insieme, nel corso degli anni, spesso combinavamo qualche pasticcio, prendendo a volte dei voti discutibili, a causa dei quali il più delle volte, per recuperare e non farci abbassare la media, eravamo costretti a stare sui libri. Avevo una media discreta, l'unica materia che proprio non riuscivo ad amare era la matematica. Al contrario mio, Burak invece era un genietto in questa materia, quindi con molta pazienza, cercava di aiutare anche me, ci ritrovavamo in una delle nostre case e tra una chiacchiera e un immancabile suo dispetto ai miei danni, riuscivo a capire almeno una piccola percentuale di quella materia aliena.
Nell'ultimo periodo però, poco prima di accettare il trasferimento, avevo notato una certa freddezza da parte sua nei miei confronti e non riuscendo a capirne il motivo, provai a parlargli svariate volte, ma era sempre molto evasivo nelle risposte. Gli proponevo di uscire, ma lui aveva sempre una scusa pronta. Il giorno in cui gli dissi che avrei lasciato Istanbul, lessi nei suoi occhi della tristezza, ma mi dissi che sarebbe stato strano il contrario, dato il rapporto che ci univa.
Pensai che forse era troppo preso dalle sue conquiste, quel pensiero mi rendeva nervosa, anche se sono sempre stata molto brava a mascherare ogni tipo di emozione. A Burak le relazioni fisse non sono mai piaciute, diceva che la parola "fidanzata" gli provocava crampi allo stomaco. Non aveva di certo problemi a trovarne una. È molto bello, alto, con una corporatura statuaria, moro, ma la cosa che colpisce di lui, a livello estetico intendo, sono i suo occhi verdi. Inoltre ha un sorriso in grado di ipnotizzarti.
Da quando sono qui, Burak ha provato a mettersi in contatto con me qualche volta, inizialmente. Il suo tono di voce era smarrito, piatto e mi sarebbe tanto piaciuto che si confidasse con me, volevo sapere cosa lo turbava.
L'ultima volta che l'ho sentito è stato tre mesi fa.
Mi manca molto, ma forse è stato un bene allontanarsi. Spesso mi fermo a pensare a cosa starà facendo, se è felice e spero proprio che lo sia. È un ragazzo meraviglioso e si merita il meglio.Sono in ufficio da stamattina, sto organizzando il matrimonio della figlia di un importante imprenditore del paese. Il mio ufficio è ampio. Ha una grande vetrata, da dove posso ammirare un bellissimo panorama. C'è una piccola pianta di Spathiphyllum, ad un angolo della vetrata. Fortunatamente accanto al mio ufficio c'è quello della mia amica Luna, cosi ogni tanto viene qui e la annaffia, dipendesse da me sarebbe già morta, non ho assolutamente il pollice verde.
Le tonalità delle pareti sono neutre, ma ho preteso di avere una scrivania colorata. Per la precisione color azzurro cielo e per essere sicura che fosse proprio come la desideravo, sono andata a sceglierla personalmente.
Passo gran parte della giornata qui dentro e i miei occhi hanno bisogno di vedere colori che trasmettono gioia.
Con tutto questo lavoro mi è venuta un po' di fame, forse è meglio che vada a prendere qualcosa al self service qui vicino. Prendo la borsa ed esco dal mio ufficio dirigendomi a passo svelto verso quello di Luna, la mia collega.
«Luna, vado a prendere qualcosa da mangiare qui vicino. Vuoi venire?» grido per farmi sentire, prima ancora di essere arrivata, ma mi blocco sui miei passi quando mi fermo davanti alla sua porta e noto un ragazzo in piedi, accanto a lei. Entrambi si sono girati verso di me.
Ha i capelli castano chiaro, occhi azzurri, un tipo molto bello che di certo non passa inosservato. È poco più basso di Burak, che è alto 1,85.
Luna si avvicina a me sorridendomi.
<<Purtroppo ora non posso, Asli. Devo finire di creare l'invito per il compleanno della piccola Samira, inoltre, sto finendo di mostrare i nostri uffici Liam ».
Si gira verso di lui e sorride.
«A proposito, Liam, lei è Asli».
Punta lo sguardo su di me e riprende a parlare. «Liam viene dall'ufficio di Venezia e da oggi sarà ufficialmente un nostro nuovo collega».
Prima che si accorga che lo sto fissando, allungo una mano verso di lui per presentarmi.
<<Piacere di conoscerti e benvenuto nel nostro team, spero ti troverai bene>>.
<<Il piacere è tutto mio. Sono Liam Sartori.
Asli hai detto? Allora forse sei tu, se non ce ne sono altre in questa agenzia>>.
<<Confermo di essere l'unica che ha questo nome qui dentro. Ma scusa se te lo chiedo, ti occorre qualcosa in particolare da me?>> domando in modo gentile.
<< Ecco vedi, Daphne il nostro capo mi ha detto che avrei collaborato con te per la buona riuscita di quel matrimonio>>.
<< Cosa? E perché io non ne sono stata informata?>>
<<Asli stavo per avvisarti ma ho avuto alcuni impegni urgenti e non ho avuto modo di farlo prima che arrivasse lui>>, mi dice Daphne, comparendo dal nulla. È una bravissima persona, ha 42 anni ma ne dimostra molto meno. Fisico asciutto, i suoi capelli sono di un bellissimo biondo dorato, che risalta moltissimo sui suoi ricci composti. Ha gli occhi di un nero intenso. È grazie a lei se le cose vanno così bene nella nostra agenzia, al suo carattere grintoso, ma allo stesso tempo autoritario. Non si lascia intenerire da nessuno, ma odia le troppe formalità, per questo si fa chiamare semplicemente Daphne senza l'appellativo di signora. È sposata ed ha due bambini, si chiamano Mattia e Simone rispettivamente di 10 e 6 anni.
Ma tralasciando per un attimo i dettagli, tu guarda cosa devono sentire le mie orecchie! L'unica cosa certa è che non posso oppormi, ho bisogno di questo lavoro, ma soprattutto lo adoro e spero un giorno di poter aprire un'agenzia tutta per me. Dopo questa brevissima riflessione, sapendo in partenza che nulla potrà farle cambiare idea mi rassegno.
<<Gli imprevisti mi lasciano interdetta, ma sono felice di lavorare con te>>.
<<Sono felice anche io, Daphne mi ha detto che sei un'organizzatrice impeccabile>>. Certo ora fa anche la ruffiana, ma meglio tenere questo pensiero per me.
<<Bene Liam, a questo punto che ne diresti di accompagnarmi qui vicino? Mangiamo qualcosa e ti espongo alcune idee che mi sono venute>>.
<< Con piacere!>>, mi dice lui sorridendo.
<< Dai andiamo!>>. Gli dico a mia volta prendendo il cappotto, mentre ci apprestiamo ad uscire dall'agenzia.
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SEI DA SEMPRE NEL MIO CUORE
ChickLitIstanbul. Asli e Burak, si conoscono da quando erano bambini , vivevano nello stesso quartiere e sono stati sempre molto legati. Con il passare degli anni lei divenne una bellissima ragazza e lui un ragazzo tanto bello, quanto ribelle. Il loro rap...