23-Non è lui

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Busso per la ventesima volta alla porta del caro Gabriele, quasi come per sfondarla, e se non mi apriranno nel giro dei prossimi dieci minuti, probabilmente sarà proprio quello che farò.

Finalmente sento il rumore della serratura accompagnato dalla porta che lentamente si apre mostrandomi la figura di Desirè ancora nel pieno del sonno, con i capelli in aria e solo il reggiseno addosso. Si stropiccia gli occhi mentre sbadiglia sonoramente nel vedere che alla porta sono io, che però non ho alcuna intenzione di rimanere qui ferma impalata.

La sposto da dove si trova in modo tale da entrare in casa e rimango di stucco nel vedere Cocco sullo stipite della porta in condizioni ancora peggiori della mia amica, come se niente fosse. 

"Ma che cazzo?" biascica Desi in preda ad un altro sbadiglio.

"Ti rendi conto di che ore sono?!" riesce a prendere un minimo di lucidità dicendo una frase di senso compiuto senza stopparsi a sbadigliare. Scorgo l'orologio appeso alla parete di fronte a me.
Sono le quattro del mattino.
Scuoto la testa e riprendo in mano la situazione, ormai il danno è fatto e non posso tornare indietro proprio adesso.

"Tu lo sapevi" punto un dito contro Gabriele che mi guarda incredulo.

"Ma di che stai parlando?" parla anche lui.

"Di Niccolò"

"Niccolò?"

"Che cazzo ha combinato?" si intromette Desirè interrompendo anche gli sguardi tra me e il suo ragazzo. Non sono più tanto sicura che lui sappia già tutto dato l'interesse con cui sta aspettando una mia parola.

Apro la bocca per poter raccontare il minimo indispensabile ma rimango senza fiato, come se non riuscissi a pronunciare una misera sillaba. Comincio a sentire il respiro sempre più veloce e le lacrime in viso, che mi copro svelta per non volermi mostrare in quelle condizioni dai miei amici.

"Ehi calmati, siediti un po'... vuoi un bicchiere d'acqua?" mi affianca Desi portandomi sul divano. Fa segno a Cocco di preparare la bottiglia e il bicchiere e concede nuovamente tutta la sua attenzione su di me.

"Si è portato a letto una" mi blocco all'ultima parola portandomi una mano davanti alla bocca, ancora non riesco a crederci.

"Non ci credo manco se lo vedo" spunta Gabriele dalla cucina con in mano il mio bicchiere d'acqua.

"Credici Gabriè" faccio due sorsi continuando poi a parlare sotto gli occhi attenti dei due.

"Jessica" pronuncio solamente il suo nome.

"Che centra mo sta qui?" chiede ignara Desi, probabilmente non ha collegato il tutto.

"È con lei che ha scopato" completo la frase lasciando entrambi a bocca aperta, forse ancora più stupiti di quanto non lo fossi io.

"Ma sei seria?"

"Ti sembra che io stia scherzando?" le indico le mie condizioni, pietose a dir poco.

"Ma era cosciente?" si accerta.

"Ubriaco, ma fa lo stesso" faccio spallucce cercando di nascondere l'immensa voglia di prendere a schiaffi qualcuno, lui per la precisione, ma non cel'ho davanti, perciò meglio trattenersi per non sbagliare bersaglio.

"E te l'ha detto lui, così?"

"Lo deducevo io dalle sue parole ma il coglione piangeva, non si è sprecato ad ammettere le sue colpe" concludo con una mezza risata sarcastica.

"Non so che cazzo dire" rivela Desi, lasciandosi poi andare sullo schienale del divano.

"Non ti ha dato altre spiegazioni?" cerca di ragionare Cocco, ma ancora non ha capito che non c'è assolutamente niente da comprendere.

"Si è giustificato con un 'non l'ho fatto apposta', e ho detto tutto" alzo le mani in aria.

"E tu?"

"Non lo voglio più vedere" chiudo gli occhi cercando di cancellare anche le ultime immagini della notte passata al suo fianco. Mi chiedo con quale coraggio ha potuto guardarmi negli occhi, ha potuto baciarmi, toccarmi, con quale fottutissimo coraggio lui è venuto a letto con me, ha fatto finta di niente dopo aver fatto lo stesso con un'altra donna.

"Ma sei incinta Emma"

Lo so Dè, lo so benissimo.

"Come pensi di fare adesso? Non puoi negare ad un bambino di avere un padre"

So anche questo, Desirè.

"Ho bisogno di pensare, ora come ora di certo lo voglio lontano il più possibile da me" non dimentico di certo il suo sguardo di poco fa, che pian piano si allontanava dalla mia visuale fino a scomparire dietro la porta.
Chissà se avrà i suoi occhi...

"Mio dio" porto entrambe le mani a stringermi i capelli e tutti i buoni propositi nel non finire in lacrime sono andati a farsi benedire, dato che sto per allargare casa.
Al solo realizzare che aspetto un bambino dallo stesso ragazzo che mi ha tradita soltanto per colpa di una birra di troppo, non trovo più un senso.
A me, a lui, a noi.
Non abbiamo un senso.

"Non è lui" i miei pensieri prendono voce.

"Non è lo stesso ragazzo di cui mi sono innamorata" prendo un lungo respiro alzando la testa solo ed esclusivamente per il caldo che le mie sole mani mi trasmettono.

"O forse sono solo stata cieca per tutto questo tempo e ho voluto credere ad un cambiamento che in realtà non c'era" faccio spallucce mostrandomi indifferente anche a questa possibile ipotesi.

"Che stai dicendo Emma?"

"Anche agli inizi di tutto, è sempre stato così come mi ha dimostrato oggi. Davvero pensavo che per una come me sarebbe cambiato?" rido da sola alle mie stesse parole senza dargli un minimo peso.

"Nessuno cambia per nessuno qui, in questo stupido gioco chiamato vita. L'uomo è un essere talmente egoista..." scuoto la testa un paio di volte con un'espressione indignata in viso. Mi sto sfogando, probabilmente domani se potessi risentirmi smentirei la metà delle cavolate che sto sparando, ma adesso ho bisogno di dire anche queste.

"Eppure i suoi occhi con me cambiavano" sorrido ingenua mentre nella mia testa tornano a farmi visita infiniti aneddoti.

"Erano veri, puri, magici, bellissimi. Tutto al suo fianco diventava più bello" mi mordo il labbro inferiore cercando di riprendermi ma, niente da fare.

"Non posso credere che lo abbia fatto per davvero" socchiudo gli occhi un'ultima volta prima di abbandonarmi alle braccia della mia migliore amica che mi stringe forte a sè. Ammetto che ne avevo bisogno, infatti dopo questo gesto mi sento un po' meglio, anche se il dolore e la frustrazione rimangono presenti in ogni singolo istante.

"Vuoi stare a dormire qui?" mi chiede con un filo di voce.

"Sai che non riuscirò a dormire" sussurro a mia volta.

"Allora vuoi stare sveglia qui?" riformula la domanda facendo spuntare un semplice e inutile sorriso sulle mie labbra.

SPAZIO AUTRICE
4-7-19
Un anno
Passo e chiudo

Restami Vicino||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora