36-Il letto è diventato mare

1.8K 63 59
                                    

Tirava calci ai sassolini presenti sulla stradina, formando mano a mano nuvole di sabbia che tutto erano tranne che piacevoli alla vista. Nonostante questo però non smise di tormentare le sue scarpe, forse preso dall'ansia o dalla paura di essere respinto.

Perché questa volta era reale. Sembrava quasi un'illusione, magari vista da fuori poteva somigliare anche a uno stupido scherzo dati gli ultimi avvenimenti, eppure si era finalmente deciso.

Quella mattina era ormai la terza dall'ultima volta che aveva toccato una goccia di birra, erano giorni che si stava volutamente disintossicando. Più passavano le ore e più si odiava da solo ma non avrebbe mai permesso che vedesse per la prima volta il suo bambino e che quindi affrontasse Emma, con dell'alcool in circolo nelle vene. Sarebbe stato sicuramente quello a parlare ed agire al posto della sua persona e voleva prendere la situazione nel miglior modo possibile.

Per questo motivo adesso che era -quasi- del tutto tornato con la testa in ordine, Niccolò si era alzato dal letto, si era preparato e si era spruzzato il suo profumo, che da giorni ormai non sfiorava più.
Non era più solo la sua immaginazione, ora era lì, davanti alla porta di quella che un tempo era casa sua, ancora incerto sul varcare la soglia oppure suonare e quindi avvertire della sua presenza.

D'altronde non era neppure certo che dopo tutto ciò che in fin dei conti le aveva fatto passare, lei gli avrebbe aperto le sue porte con tanta facilità.

Era tutto così semplice e complesso allo stesso tempo. Ad ogni passo in avanti gli veniva voglia di farne due indietro e per ogni passo indietro si sentiva tremendamente in colpa e voleva tornare avanti.
Poi però mise per un secondo da parte tutto, riuscendo solamente a far restare la voglia di vedere suo figlio, che fu appunto il movente che gli fece varcare la soglia di casa.

Entrò quasi in punta di piedi, con il tremore nei gesti e gli occhi più intimoriti che mai. Si sarebbe potuto trovare Emma in qualsiasi angolo da un momento all'altro e il solo pensiero non lo faceva più muovere. Quando però riuscì a scorgere una figura maschile tra le mura subito scattò in piedi sbarrando gli occhi.

Fu un secondo, poi subito capì che si trattava solamente di Roberto che teneva in braccio suo nipote con un sorriso stampato sul volto. Proprio lui infatti riconobbe per primo il moro, occupato a 'spiarlo' quasi di nascosto.

"Nic" lo salutò lui in un sussurro, per non fare troppo rumore.

Aveva quasi paura ad entrare, come se il pavimento fosse di fuoco e potesse scottarsi al solo tocco. Prese poi però coraggio e si avvicinò.

"Ehi" la voce uscì strozzata quando finalmente poté vedere quella piccola creatura. Aveva gli occhi chiusi essendo ancora nel pieno del sonno, eppure Niccolò pensò che un'essere tanto bello non fosse mai esistito prima. Aveva il viso di un angelo e anche lui riuscì a notare l'incredibile somiglianza con sé stesso. Quelle orecchie così piccole e le labbra che sembravano essere disegnate, i lineamenti così fini da non sembrare reali.

"Ciao amore" non si trattenne più e lasciò ricadere giusto un paio di lacrime sulle guance prima di avvicinare il suo dito a quel visino dolce. Lo accarezzò lievemente, stando sempre attento a non svegliarlo.

"Dorme da un po', se ti va sta in camera" disse dopo qualche minuto Roberto, lasciando intendere la persona in questione.  Il moro allora diede un'ultima carezza al piccolino e sussurrò un lieve 'grazie' prima di incamminarsi ancora più delicatamente verso la porta di quella che era la loro camera.
Sospirò pesantemente prima di farsi coraggio ed aprire ancora di più la porta che già stava semi chiusa.

Rimase senza fiato, l'aria sembrava mancare attorno e si portò involontariamente una mano alla bocca per evitare di singhiozzare rumorosamente. Dopo tanto tempo l'aveva lì, davanti ai suoi occhi, spaparanzata sul letto e con il suo cuscino stretto forte tra le braccia.
Di certo non poteva sapere che prima di addormentarsi, come ogni sera del resto, lei ci aveva spruzzato sopra il profumo che lui era solito indossare, come per sentirlo più vicino.

Restami Vicino||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora