55-Sei sempre stata tu

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Avendo ricevuto la notizia insieme e nello stesso preciso istante, tra noi non ci furono troppi dubbi. Certo, dispiaceva ad entrambi lasciare Los Angeles solo a poche ore dal nostro arrivo e quindi cancellare anche il programma già pensato per i giorni a venire, forse anche un po' più a me che a Nicco, però tutta la nostra attenzione adesso era rivolta totalmente altrove.
Non avevo la minima idea di cosa potesse avere la nonna, ed infatti nessuno si aspettava niente.
Aveva avuto un infarto durante la notte e la cosa peggiore era che nessuno se ne sarebbe accorto se papà guarda caso non avesse avuto in casa una pentola da ridarle indietro proprio quella sera.
Ma d'altronde dovevamo essere realisti e capire che l'età ad una certa comincia a pesare.
Niccolò sembrava a tratti più provato di me nel sentire delle condizioni di mia nonna, ancora ricordo bene quando per la prima volta gliela presentai, come fin da subito gli risultò una donna divertente ma soprattutto ammirevole, e stessa cosa lei nei confronti di Nic.

Abbiamo rifatto le valigie di fretta e preso subito il primo aereo diretto per Roma. Ed infatti eccoci qui, atterrati dopo ore interminabili di viaggio che sommate a quelle dell'andata sono decisamente troppe. Gli occhi stanno lottando per rimanere aperti e le gambe a momenti non cedono. Siamo distrutti, eppure adesso quasi sembra non importare. Nicco guida velocemente per poter arrivare il prima possibile nell'ospedale indicato da mio padre ed io al suo fianco sto tremando dalla paura di ciò che sarò in grado di vedere quando sarò entrata in quello stabile. Una volta arrivati scendiamo insieme dall'auto per poi varcare la soglia dell'ospedale nello stesso istante.

"Ti ricordi il numero della stanza?" domanda forse per scaricare la tensione che si è creata.

"Mi sembra la quaranta del terzo piano. Però non lo so, non ne sono sicura" dico a raffica non accorgendomi di avere la voce tremante.

"Andrà tutto bene ok?" mi prende il viso tra le mani mentre io cerco di annuire con gli occhi già lucidi.
Si aprono le porte dell'ascensore e subito percorriamo il corridoio alla ricerca della camera giusta. Poi però ci metto poco tempo a riconoscere la figura di mio padre seduta su una delle sedie poste ai lati. Gli corro incontro e senza pensarci due volte lo abbraccio, sentendomi avvolgere come solo lui è capace di fare.

"Come sta?" domando ancora tra le sue braccia. Non sentendo risposta mi allontano un minimo, notando i suoi occhi stracolmi di lacrime.
È la prima volta che vedo papà piangere davanti a me, e ribadisco che si tratta di una delle sensazioni peggiori che si possa mai provare in una vita.

"È là, se vuoi" mi indica la porta di fronte a noi, ed allora annuisco. Mi volto verso Niccolò che è rimasto qualche passo indietro per lasciarmi i miei spazi.

"Vuoi entrare con me?" chiedo con la mano già sulla maniglia argentata.

"Va tu, hai bisogno di vederla e sicuramente anche lei di vedere te" sorride sincero.

Sforzo una smorfia anche io prima di farmi coraggio ed entrare nella stanza, dando inizio ad alcune delle scene più orrende mai vissute fino ad ora. Il suo viso rugato più pallido che mai, immobile ad occhi chiusi con dei tubicini dappertutto. Porto una mano davanti alla bocca per trattenere un singhiozzo avvicinandomi sempre più lentamente al lettino.

"Nonna" provo a chiamarla, ma tutto ciò che riesco ad ottenere non è altro che una voce stridula e soffocata.
Prendo un lungo respiro prima di sedermi sull'unica sedia presente qua dentro.

"Nonna sono qui" le prendo una mano, stringendola forte tra le mie.

"Non so se mi senti" ci lascio un bacio sopra, accarezzando le sue dita una per una.

"Dovevi farci prendere un colpo proprio adesso eh?" cerco di sdrammatizzare scherzando un po' su, ed in effetti è così. Ha colto il momento esatto in cui stavamo tutti realizzando questo nostro tornare alla normalità.

"Avevi ragione sai?"

"Con Niccolò intendo. Mi avevi detto che ci sarebbero stati momenti bui, ostacoli, delusioni, pianti, ma che nonostante ogni cosa il sentimento sarebbe sempre riuscito ad avere la meglio. Ed è successo nonna. I momenti bui erano veri e propri pozzi senza fondo e più che ostacoli i nostri erano dei muri. Ho pianto tanto, ho sofferto tanto, mi sono sentita delusa, sola, forse anche un po' per scelta mia. È stato difficile, tanto difficile, ma quando lo stesso motivo dei miei pianti è tornato a farmi ridere come da tanto tempo ormai non facevo più, non ho più avuto alcun dubbio. Perché sai, io quando sto con lui mi sento bene come con nessun altro, perché forse lui è quel mio posto nel mondo, il principe azzurro del quale non ho mai creduto l'esistenza. Con lui vado fuori da ogni schema, da ogni margine di realtà, con lui è tutto una favola, e nonna, adesso lo so, che ci voglio vivere fino alla fine dei miei giorni"

Ho ormai il viso rigato dalle lacrime, che nemmeno conto più per quante sono. Adesso ho come un peso tolto dalla testa, come se tutto ciò che le ho detto, sentivo già il bisogno di raccontarlo ed ho colto l'occasione giusta.

"Devi ancora farne tante con Mattia, non puoi... no" stringo gli occhi fino a vedere tutto nero, quasi come se così facendo potessi cancellare tutto e ricominciare a scrivere su foglio bianco.

"Ti prego, non te ne andare adesso" sussurro un'ultima volta, accasciandomi piano con la testa accanto alla sua.

Non avendo mai avuto una figura materna accanto a me durante la mia crescita, mia nonna è sempre stata colei che ha preso il posto di una mamma. Ad oggi posso dire che forse è anche più di una semplice madre per me. Lei è l'insieme di tutto quello che non ho mai avuto come da copione, in grado di rendere ogni particolare diverso, e per questo unico.
È stata lei ad insegnarmi a cucinare quel poco che so, è stata lei ad ascoltare i miei drammi da bambina e le mie ribellioni da ragazza, sempre lei mi ha mostrato come diventare la donna e la mamma che sono.
È stata lei a spiegarmi la verità su di me, quando io ancora non ero a conoscenza della vera motivazione per il quale mi ritrovavo sola con papà.
È stata lei ad aprirmi gli occhi in più di un'occasione, a mostrarmi la realtà e a svegliarmi dalla favola in cui ogni giorno vivo.
Sei sempre stata tu, e solo pensare che domani potresti non esserci, mi distrugge.

SPAZIO AUTRICE
-5 capitoli alla fine di tutto.
Posso piangere?

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