38-Ogni volta

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Osservo il visino di Mattia ancora ad occhi chiusi nella culla mentre sorseggio la mia solita tazzina di caffè, pur avendo la testa completamente da un'altra parte. Solo ripensare alle parole di Niccolò poco fa mi vengono i brividi sottopelle, probabilmente anche perché una parte di me fin troppo grande mi sta implorando di abbattere questo muro d'orgoglio che non ho ancora avuto il coraggio di rompere.

"Non ti lascio Wendy"

E infatti io non voglio che tu lo faccia, nonostante io non lo ammetterò mai in tua presenza.

"Buongiorno" la voce di mio padre risuona da dietro le spalle e mi volto di scatto a ricambiare il saluto.

"Ti sei svegliato" affermo.
Quando sono andata a controllare Mattia era mezzo sveglio ma nel momento in cui Niccolò se n'è andato stava già dormendo profondamente.

"Niccolò ancora dorme?"  chiede infatti inconsapevole di tutto. Scuoto la testa sbuffando pesante.

"Non so nemmeno dove sta" mi limito a dire alzandomi poi dalla sedia. Vado a passo veloce verso la cucina, poggio la tazzina nel lavandino e rimango con la testa tra le mani. Nel giro di qualche secondo mio padre è già qui a fianco a me, che mi guarda sconcertato.

"Non avete chiarito?"

Nego con la testa un paio di volte.

"Avevo capito così ieri sera.."

Spalanco gli occhi portando poi lo sguardo su di lui che sta evitando il mio in tutti i modi possibili.

"Cioè intendo, è venuto qui per parlare con te e alla fine siete rimasti insieme" noto il suo imbarazzo nell'espormi la situazione e se solo non fossi distrutta, lo sarei di certo anche io. Sbatto una mano sulla fronte sussurrando un "mio dio" e cercando di non farmi sentire.

"Immagino che adesso io debba spiegare qualcosa" deduco dalla sua espressione che è rimasta sul chi va la, palesemente in attesa di una mia parola.
Sbuffo per l'ennesima volta puntando poi lo sguardo sulla parete di fronte a me, come ad immaginare ogni momento.

"Sono successe un po' di cose in questi mesi, tutte per niente belle salvo Mattia" socchiudo gli occhi, ecco forse provare a rivivere ogni scena non era la cosa migliore da fare dato che mi ritrovo a stringere i pugni nelle mani.

"Finito il tour ci siamo allontanati definitivamente, non lo vedevo da mesi prima di ieri sera" decido di non raccontargli nessun particolare, dalla motivazione della rottura al fatto che io in realtà sono riuscita a vederlo, anche se ubriaco marcio su un divano contornato da birre.

"Si è degnato solo ieri di farsi vivo e non sarei stata umana a rimanere impassibile dopo così tanto tempo"  affermo sinceramente notando un sorriso sul volto di mio padre, che sta ascoltando il tutto con attenzione.

"Se n'è andato sta mattina" emetto una risata nervosa ricordando ogni particolare, soffermandomi come da copione, alle sue ultime parole.

"Cioè, abbiamo cercato di parlare ma siamo finiti per litigare come al solito. Gli è arrivata una telefonata ed è andato via" concludo il discorso chiudendo gli occhi, come se raccontare tutto questo mi sia pesato in un certo senso.

E un po' forse è così, perché il dolore in ogni situazione sommato ai suoi occhi ieri sera che ho ancora impressi nella mente, mentre mi ripetono di aver sbagliato tutto, è senza dubbio qualcosa di straziante.

"Mi dispiace solamente di non esserti stato accanto in questi momenti" ed ecco la goccia che fa traboccare il vaso della mia serietà, che mi fa scoppiare in lacrime in men che non si dica.

"Ehi" nota che non sono nelle migliori delle condizioni quando per non fargli notare il mio viso, accascio la testa verso il basso prendendomi il viso tra le mani.

"Non piangere, veramente, non ce n'è bisogno" dopo infiniti tentativi riesce a far sì che i miei occhi incrocino i suoi prendendo ad accarezzarmi le guance con le sue mani grandi.

"Si invece" dico solamente.

"No, perché non sarebbe venuto qui ieri se non volesse sistemare le cose" cerca di spiegarmi semplicemente, nonostante i miei singhiozzi che continuano ad aumentare.

"Lo conosci bene, tu più di chiunque altro, e sai perfettamente anche tu che quel ragazzo ha solo te" mi ricorda, facendomi sentire ancora peggio al solo pensiero di quello che gli ho fatto anche io. Alla fine è vero, mi ha tradita, ma io ho avuto il supporto di Desirè, Vanessa, Gabriele, Adriano e anche quello di mio padre se solo non si fosse intromessa quella donna.
Lui invece, nel momento in cui l'ho letteralmente cacciato da casa nostra, ha cominciato a vagare nel vuoto. Forse anche per questo motivo si è buttato nel vizio del bere, come per staccare la spina da tutto e dimenticarsi di essere solo.

"È che mi sento uno schifo nonostante io sia dalla parte della ragione capisci?!" esterno i miei pensieri in un'unica frase, che nella mia testa risulta mille volte più pesante di quello che realmente è.

"Non devi neanche lontanamente pensare una cosa del genere"

"Sei la ragazza più forte che io abbia mai conosciuto Emma, e non lo dico perché sei mia figlia, ma perché lo penso davvero. So tanto di te, per non dire tutto, e nessun avvenimento potrebbe mai farmi cambiare idea, quindi togliti subito quella parola dalla bocca perché non è così, non ti appartiene"

Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Come se fossi in una sorta di macchina del tempo, la mia mente ripercorre in pochi secondi milioni di momenti, attimi anche insignificanti ma che con lui diventavano indimenticabili. Ogni cosa, ogni sguardo così banalmente intenso, ogni bacio rubato oppure goduto a pieno in ogni sua sfumatura. Mi torna in mente la canzone di vasco, "Ogni volta", che descrive in breve tutto quello che in così poco tempo sto passando nella mia testa.

Ogni volta che non sono coerente, ogni volta che non è importante
Ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
Ogni volta che non c'è, proprio quando lo stavo cercando.
Ma sarò forse io a non volerlo trovare?

"Papà mi manca" le parole escono da sole, non mi accorgo nemmeno di averle dette.

"Mi manca da morire ma allo stesso tempo ho una voglia matta di prenderlo a schiaffi" scuoto la testa prima di prenderla di nuovo tra le mani.

"Fallo"

Una sola parola e il mio cuore comincia a martellarmi nel petto come mai fino ad ora.
Perché a pronunciarla è stata proprio la sua voce.

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