13-Ma che dico Roma, del mondo

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Rientrare in questa casa fa sempre effetto, per di più se è passato così tanto tempo dall'ultima volta. Non ho avvisato nessuno di questa mia visita, salvo Desirè che mi ha fatto da taxista per portarmi qui. Voglio fargli una sorpresa, anche perché mi sembra corretto avvisarlo di persona su tutto ciò che sta accadendo.

"Papà" lo chiamo una volta varcata la soglia della porta d'entrata. È ancora tutto com'era quando abitavo anche io tra queste mura, non ha spostato nessun mobile, non è cambiato niente di una virgola.

"Emma?" vedo la testa spuntare fuori dal corridoio, per poi realizzare e avvicinarsi a me.

"Pensavo fossi andata a farti una vacanza a vita insieme a quel matto del tuo ragazzo" mi stringe in un abbraccio che non esito a ricambiare con tutta la forza che ho in corpo.

"Nah non ti libererai di me così facilmente" ammetto che ero indecisa se utilizzare il plurale o meno. Alla fine la mia voce è andata per conto suo.

"Come stai?" mi chiede allontanandosi poi per vedermi in viso.

"Dove sta Niccolò?" nemmeno mi da il tempo di rispondere alla prima domanda che già me ne ha posta un'altra. Sto per dare una risposta almeno ad una delle due ma vengo interrotta di nuovo.

"Desi! Anche tu resuscitata dall'oltretomba?" scherza notando anche la mia amica alle mie spalle. Mi lascia in disparte e va ad abbracciare anche lei che rimane felice come una pasqua, non vedeva mio padre da ancor più tempo di me.

"Venite dentro?" ci invita in cucina ma Desi si affretta a dire di avere altro da fare, lasciando così soli me e papà. Dopo qualche minuto entro in cucina, e senza pensarci mi siedo prontamente sulla mia solita sedia, ormai per abitudine. Papà mi versa una tazza di the al limone, la prendo tra le mani bevendone subito metà.

"Allora, visita spontanea o c'è una motivazione precisa?" si siede di fronte a me, con i gomiti poggiati sul tavolo e l'espressione di chi si aspetta qualcosa.

"Possibile che ci azzecchi sempre?" scuoto la testa sorridendo di sfuggita. È sempre così con lui, non riesco e non sono mai riuscita a nascondergli niente che mi riguardi perché in un modo nell'altro veniva sempre a scoprirlo. Dice che i miei occhi parlano molto più del dovuto, e forse ha ragione, ed ora, proprio in questo momento vorrei che facessero tutto loro in modo tale da evitare una conversazione.

"Sei sparita, ma rimango pur sempre tuo padre tesoro mio" mi fa un occhiolino penoso per poi tornare con l'espressione seria.

"Quindi?" chiede incutendomi soltanto più ansia.

"Quindi non so..."

"Non sai come dirlo?" annuisco timidamente portando lo sguardo verso il basso.

"Non fare tanti giri di parole e dimmelo" riesce a darmi quel pizzico di coraggio che mi mancava per rivelargli il 'segreto' della gravidanza.

"Aspt n bmbn" mi mangio tutte le parole, presa totalmente dalla paura.

"Eh?!"

"Aspetto un bambino" sussurro in una maniera che forse nemmeno io stessa sono capace di tradurre, eppure lui sembra aver sentito.

Chiudo chi occhi per paura di una sua reazione eccessiva ma quando li riapro non vedo altro che un sorriso sul suo volto, che riesce a tranquillizzarmi finalmente. Si alza e ripone nuovamente il the nel frigorifero mentre io rimango a bocca aperta.
Scopri che tua figlia è incinta e tu ti preoccupi del the?!

"Allora?! Tutto qui?" sono io stessa a spazientirmi. Si gira e trovo lo stesso sorriso di poco fa, che scorgo adesso come un qualcosa di complice, che non promette niente di buono. Nel momento in cui sento anche una vera e propria risata fuoriuscire dalle sue labbra riesco forse a capire.

"Tu..."

"Lo sapevo già, si" mi precede riuscendo finalmente a guardarmi negli occhi.

"Ma come? Non è possibile non l'ho detto a nessun..." io stessa mi blocco sul posto ragionando sulle mie parole, trovando da sola la risposta a tutto.

"La nonna" arrivo dritta al punto notando di nuovo quel sorriso da parte sua che conferma le mie ipotesi.

"E come sapevi che non sbagliava?" chiedo curiosa, incrociando le braccia al petto.

"Ricordo benissimo che aveva predetto anche la tua nascita, tua nonna non ne canna una" ride contagiando così anche me.

"Nient'altro da dire?" lo stuzzico apposta notando poi che si è già alzato dalla sedia per venire verso di me. Mi prende dai fianchi fino a tenermi in braccio come se fossi una bambina piccola. Lo imploro di mettermi giù e solo dopo qualche altro giro in aria, ascolta le mie richieste.

"Sono felicissimo, davvero" sorride sincero posandomi poi un bacio lungo sulla guancia, con tanto di schiocco.

"Solo che... dai guardami, sono troppo giovane per diventare nonno!" afferma indicandosi da solo con un'espressione da finto offeso in volto.

"Sarai il nonno più figo di tutta Roma" lo abbraccio sprofondando la testa nel suo petto.

"Ma che dico Roma, del mondo" mi correggo riuscendo a scorgere una faccia soddisfatta da parte sua.

"Ma Nic ora dove sta?" rimane vago, veramente non sa del tour?

"Sta facendo i concerti, adesso se non sbaglio sta a Bologna" ragiono tra me e me non ricordando il luogo esatto del prossimo concerto.

"Quindi fammi capire" sbatte le palpebre un paio di volte assottigliando lo sguardo su di me.

"Tu sei a casa da sola, incinta, senza nessuno a farti compagnia ma soprattutto senza nessuno ad occuparsi di te?" mette in lista tutte le caratteristiche che ormai in questo periodo sono quotidiane nella mia vita, stupendosi ad ognuna sempre di più.

"Che io abbia memoria non sei capace di cucinare niente di commestibile" ammetto che mi sta venendo da ridere ma sto cercando di contenermi.

"Tu non sei tanto meglio papà" lo sfido.

"Si però hai mangiato dalla mia tavola per tutta la vita e adesso sei viva e vegeta, perciò ne so sicuro meglio di te" riesce a zittirmi e, come tutte le volte, finiamo per fare come dice lui.

"Adesso ti accompagno a casa, prendi la tua roba, e vieni a stare qui fino a quando Niccolò non finisce il tour" non me lo sta chiedendo, sta solo confermando una cosa che sembra aver già deciso da solo, senza aver bisogno di confrontarmi.

"Ma..." sto per commentare la sua decisione ma non mi è possibile

"Non voglio obiezioni" prende subito il borsello contenente le chiavi della macchina e mi fa cenno di andare verso la porta.

"Subito?" chiedo vedendolo già indossare le scarpe, invitandomi a fare lo stesso.

"E quando sennò?" scuoto la testa, realizzando che pur non conoscendo mia madre, sono certa che la testa dura l'ho presa da lui.

SPAZIO AUTRICE
Domani sarei stata a San Siro💔

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