29-Stai ridendo pure te

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"Amore"

La voce di Niccolò risuonava nella stanza ma Emma non sembrava per niente intenta nell'alzarsi né tanto meno nell'aprire gli occhi. Si poteva ben udire un risolino leggero da parte del moro, quasi strozzato per evitare di farsi sgamare dalla ragazza.

"Amore" ripetette Niccolò ottenendo solo un mugolio indecifrabile in risposta. Allora decise di mettere in atto il piano che già aveva progettato. Appoggiò il telefono sul comodino, senza interrompere il filmato e piano piano si riposizionò sul letto accanto a lei. Allungò le mani verso il cuscino che la sua ragazza teneva dolcemente tra le braccia, cercando di sfilarglielo.

Se c'era una cosa che Emma odiava era sicuramente essere disturbata durante il sonno, per di più se si trattava di toglierle il sacrosanto cuscino del quale non poteva assolutamente fare a meno, neanche per una notte. Ma ancor più grande era il sorrisino beffardo che si formava sul volto del moro tutte le volte che lei si ribellava a questi piccoli e insoliti gesti. Proprio per questo motivo Niccolò quel giorno decise di filmare quel piccolo scherzetto che aveva ideato lui stesso, con il movente di poter poi rivedere tutte le volte che volte che voleva, alcuni di quei particolari della sua ragazza che lo facevano impazzire.

"Lasciami" mugolò Emma, già alquanto infastidita.

Allora il ragazzo aumentò la presa sul cuscino, così come lei nel momento in cui se ne accorse. Ancora ad occhi chiusi si mosse dalla posizione in cui stava già da ormai qualche minuto e cominciò a tirare il cuscino dalla sua parte, con tutte le forze che aveva.

Si arrese soltanto quando una spinta decisamente più forte della sua la fece rimanere con solamente la federa tra le mani. Aprì gli occhi e, pur incontrando quelli sorridenti del moro, i suoi si curvarono insieme alle sue labbra, formando un broncio tutt'altro che pauroso. Lui scoppiò a ridere quando la ragazza incrociò anche le braccia al petto, riassumendo in pochi secondi tutto quello che Niccolò voleva ottenere fin dall'inizio. Si alzò dal materasso e afferrò il telefono cercando di scoprirle il viso che Emma aveva ormai sprofondato nel letto.

"Bimbè" la richiamò ottenendo silenzio.

"E girate" finalmente riuscì nel suo intento, scorgendo un piccolo sorriso anche da parte sua.

"Eddai che stai ridendo pure te" non si trattenne più e scoppiò a ridere, puntando poi il dito medio verso la videocamera esterna del cellulare che ancora non aveva smesso di filmare.

"Bella che sei" strinse le guance di lei in modo tale da farle diventare la bocca a stile pesciolino, per poi lasciarle un bacio a stampo sulle labbra, seguiti da molti altri in giro per il viso, ai quali lei non si sottrasse per nessuna ragione.

Chiudo il portatile forse troppo bruscamente, ma già so che se fossi andata avanti a rispolverare nei video e nelle foto di qualche anno fa, sarei finita per crollare ancor più in basso di quanto io non lo sia già.

Respiro profondamente cercando di rimanere il più calma possibile anche se, al solo pensiero che adesso tutto quello che prima era quotidianità è solo un ricordo, mi sento male. Ho voglia di sfogarmi, urlare, piangere fino a trovare un equilibrio interiore che in ventitré anni di vita avevo scoperto solo e unicamente con lui.
Ora però non è più qui accanto a me ed io sto piano piano tornando indietro, ridiventando quella ragazza insicura ma maledettamente sfacciata allo stesso tempo, che ero riuscita a scordare di essere, accanto a lui.

Sento il rumore della porta aprirsi, quasi mi ero dimenticata del fatto che Desi sarebbe arrivata da un momento all'altro e che ho acceso il computer proprio per passare il tempo in sua assenza.

"Alla buon ora, non arrivavi più!" cerco di mascherare le mie condizioni parlando per prima. Non riesco però a sentire alcuna risposta, allora decido di andare direttamente io in salone per capire dove si trova.
Dopo un tour completo per le stanze di casa mia, mi ritrovo però qualcun altro al suo posto, girato di spalle e rivolto verso la grande finestre che sporge su Roma. Sento il fiato mancarmi in gola, eppure da dietro non ho la certezza che si tratti di lui.

"Scusami?" sussurro quasi impaurita.

Nel momento in cui riesco a riconoscere il viso di Gabriele emetto un sospiro di sollievo, rilassando poi tutti i muscoli che avevo precedentemente teso. Sento la testa girare e credo proprio che se lui non avesse avuto i riflessi pronti adesso sarei caduta a terra. Riesce a prendermi al volo facendomi sedere sul divano.

"Ehi ma che mi combini" domanda poi con voce mista tra ironica e preoccupata.

"Per un attimo ho pensato potessi essere Niccolò" ammetto intimorita portandomi poi una mano sulla fronte.

"No, sono io tranquilla" sorride a malapena affiancandomi sul divano.

"Però adesso calmati che mi fai spaventare... vuoi un bicchiere d'acqua?" domanda andando poi verso la cucina.

"Si grazie" annuisco timidamente respirando a pieni polmoni.

"Ma Desi non doveva venire qui?" sono io questa volta a chiedergli spiegazioni dato che ancora non ho capito per quale motivo siamo qui.

"In realtà dovrebbe arrivare a momenti"

Nemmeno fa in tempo a terminare la frase che il campanello suona più di un paio di volte ininterrottamente. Spalanco gli occhi e rido sincera, sicuramente sarà presa male per qualche strano motivo.
Mi alzo a fatica dal sofà e noto che ancora non ha smesso di suonare il citofono, quasi infastidita dal fatto che nessuno le ha aperto negli scorsi cinque secondi.

"Ma che ha?" ragiono ad alta voce arrivando finalmente davanti alla porta.

La apro e subito noto il suo viso infuriato che mi scruta da capo a piedi.

"Mi spieghi che ti prend..."

"Perchè cazzo ti sei sentita col tuo ex e non me lo hai detto?!"

SPAZIO AUTRICE
Ansietta...
MA TRALASCIANDO CIÒ
"Ho bisogno di amarti" ovvero la prima parte di questa storia, è arrivata a 20k letture.
Non so che dire veramente, per quanto possa sembrare un numero da niente per me non lo è affatto.
Non mi aspettavo niente di tutto questo e non posso che esserne felice, tanto.
Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e tutt'ora la stanno leggendo♡

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