Dopo altri minuti passati interamente l'uno tra le braccia dell'altro, a scambiarsi coccole, carezze e baci che sembravano non voler finire mai, avevano deciso finalmente di alzarsi da lì ed andare a controllare la situazione in casa. Anche la fame aveva in cominciato a farsi sentire per tutti e due, un motivo in più per non rimanere ancora fermi impalati ed incollati al materasso.
"Vai tu" abbozzò lei una risposta con voce rauca.
"Stai muta che peggiori la situazione della tua povera gola" le fece segno sulle sue labbra di stare in silenzio con il dito indice, sostituendolo poi proprio con le loro bocche unite in una. Ci avevano ormai preso gusto, quel contatto ad entrambi era mancato talmente tanto che adesso sembravano voler recuperare ogni secondo del tempo perduto, seppur non avevano ancora messo in chiaro nulla verbalmente.
"Ho fame" disse Emma in un sussurro.
"Allora và di là"
"Tu!" cercava in tutti i modi di pronunciare meno sillabe possibili, per evitare di farsi del male e anche per sfuggire ai richiami del ragazzo che sembrava essere mille volte più preoccupato della salute di lei rispetto a quanto lo potesse essere lei stessa.
"Che cosa?" trattenne un sorriso, era palese che la stesse prendendo in giro fingendo di non capire.
"Ho fame e desidererei che tu mi portassi qualcosa qui per non farmi sforzare, se non ti dispiace!" lei d'altro canto rispose prontamente alla provocazione, lasciandoci sfuggire poi una lunghissima tosse dopo la frase, che si limitò a soffocare nel gomito.
"Tu non stai bene" ragionò con sé stesso Niccolò, scuotendo la testa lievemente.
"Andiamo insieme, ok?" dedusse poi da solo, ricevendo un accenno da parte della ragazza che lo prese per mano prima di aprire la porta della camera.
Insieme si diressero in cucina, nella quale con grande sorpresa, si ritrovarono i volti conosciuti di Gabriele e Desirè."Da quando casa mia è diventata una sosta pubblica?" si ritrovò a pensare Emma, che in quel momento purtroppo non poteva permettersi di esprimersi a voce.
"Alla buon ora piccioncini!" si lasciò sfuggire un sorrisetto sghembo Desirè, mentre Niccolò sprofondava dall'imbarazzo nonostante si trovasse davanti due dei suoi amici.
"Posso gentilmente sapere da quanto tempo state qui?" per un attimo cercò di slegare il contatto con Emma, ma proprio questa strinse più forte la presa della sua mano in quella di lui, dandogli conferma che tutto questo non era solo un bel sogno.
Ora potevano anche smettere di fingere."Solo qualche ora, sapevamo che avreste fatto tardi" Nicco strabuzzò gli occhi.
"Ah si, forse la tua ragazza si è lasciata scappare qualche dettaglio di una possibile uscita ieri pomeriggio" spiegò vaga la ragazza, mentre Emma era a un passo dal volersi sotterrare in quel preciso istante.
Solo il fatto che l'avesse definita 'la sua ragazza' comprometteva il suo stato mentale e di conseguenza anche quello fisico. Inutile dirlo, stessa cosa valeva per lui, che si sentì avvampare a quel termine che un tempo era quasi abitudine ma che adesso era diventata solo un'aspirazione.
"Emma non parli?" cercarono di interpellarla i due ma ovviamente fu Nicco a rispondere.
"Ha il mal di gola, non fatela parlare altrimenti si sforza troppo"
"Non voglio sapere per quale motivo ha perso la voce"
"Mi spiegate perché cazzo state in casa?" sviò l'argomento il moro, leggermente innervosito da tutte quelle affermazioni senza un fondo di razionalità. Era sempre stato il primo a fare battute, soprattutto di quel genere, eppure adesso quasi lo disgustava il solo pensiero.
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Restami Vicino||ultimo
Fiksi PenggemarSequel "Ho bisogno di amarti||ultimo" •tratto dalla storia• "Sai che ti dico?" le lacrime mi annebbiano la vista, ma adesso l'unica cosa che mi muove è la rabbia. "Che se è questo quello che vuoi, se davvero preferisci buttare all'aria tutto quanto...