𝗖𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝟭𝟰- 𝗣𝗿𝗲𝘁𝗲𝗻𝗱 𝘁𝗵𝗮𝘁 𝗻𝗼𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗵𝗮𝗽𝗽𝗲𝗻𝗲𝗱

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Isabelle's pov

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Isabelle's pov.

«Ci spieghi come sono avvenuti i fatti.», l'agente davanti a me si sporge verso il tavolo, poggiando i gomiti sulla superficie e allungando il collo in avanti.

«Sono uscita per fare una passeggiata e ho trovato il signore a terra già in quelle condizioni. Ho provato a fermare il sangue e chiamato i soccorsi.», spiego per l'ennesima volta con tono piatto, guardandolo dritto negli occhi.

«E che ci faceva così presto in giro?», assottiglia lo sguardo aspettando un mio accenno di titubanza.

«Volevo farmi una passeggiata. È vietato?», la mia pazienza ormai ha raggiunto limiti che non potranno più tornare come prima, mentre l'uomo boccheggia per il mio tono seccato.

«Vogliamo solo accertamenti.», si limita a dire, alzandosi dalla sedia e guardando il suo collega dietro di lui «Ora che abbiamo tutte le informazioni, può andare.»

Non me lo faccio ripetere due volte e me ne vado da quella stanzetta buia e vuota.

Le luci artificiali dell'ospedale mi colpiscono in pieno, facendomi aggrottare la fronte per il fastidio.

Mi guardo intorno disorientata, soffermandomi sul viavai di dottori, infermieri e pazienti che animano i corridoi ampi e spogli.

Da quando sono arrivati i paramedici, la mia mente si è spenta, non sono riuscita a pensare a nient'altro che non fosse l'uomo incosciente sulla barella, grondante di sangue e sudore.

Mi hanno fatto domande su domande alle quali rispondevo a monosillabi, non volendo rivelare la realtà dei fatti. Ho costruito una storia su due piedi, davanti a medici e poliziotti e mi sento una persona cattiva.

Certo, quel cacciatore meritava di essere punito, ma mai avrei voluto la sua morte, nonostante il male che ha recato.

Ora non so dove andare.

Per di più ho lasciato indietro gli altri, troppo scioccata dalle vicende che si sono susseguite, e ora non ho la più pallida idea di cosa fare o dove andare.

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