Il bosco.
Un luogo pieno di mistero e fascino, ma allo stesso tempo pieno di pericoli.
E proprio questi porteranno le persone, nel corso dei secoli, a non addentrarsi tra i tronchi degli alberi o anche solo provare a osservare aldilà delle loro fro...
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I polmoni bruciano alla ricerca di un po' d'ossigeno da poter inalare, le gambe fremono per la corsa ininterrotta, chiedendo silenziosamente di arrestarsi, mentre l'adrenalina sembra alleviare quello stato di immensa sofferenza ad intervalli relativamente brevi.
L'aria tagliente sembra quasi ferire la delicata e pallida pelle, insieme a rametti e spine incontrati durante il tragitto così infinito, mentre calde lacrime bagnano il viso dall'espressione terrorizzata e dalle guance rosse dallo sforzo e dal sangue che cosparge anche le mani tremanti.
Non si sente nient'altro che il freddo silenzio della Morte che con il suo finto mantello candido sta per accogliere un'altra vita nel suo mondo di anime.
L'unica priorità è battere il suo tempo, non importa altro.
La gola brucia, ma, non appena scorgo il Rifugio, comincio ad alzare la voce, a chiedere aiuto a chiunque mi si pari davanti, prima di trovarmi in un attimo all'entrata della capanna dei Kustosi, ignari dello scenario a cui ho appena dovuto assistere.
Il fiato corto per un attimo mi fa vedere tutto nero e sono costretta a scivolare verso il suolo, attirando l'attenzione di tutti.
«Isabelle!», la prima ad allarmarsi è Millicent che abbandona il suo lavoro per buttarsi al mio fianco, «Che succede?! Oddio, cos'è tutto questo sangue.», il suo viso è distorto in un'espressione di puro stupore mentre vedo il colore defluire lentamente dalle sue gote.
Annaspo incapace di proferire una frase di senso compiuto.
Alzo lo sguardo verso Theo, scioccato tanto quanto la gemella e in cerca di una risposta.
Mi guardo le mani, provando l'irrimediabile desiderio di staccarmele per non vedere più il colore cremisi che ha sostituto quello della pelle. Dopo pochi secondi decido di parlare.
«Cre-credo di aver trovato... di aver trovato Xavier.», balbetto cercando di farmi capire il più possibile.
«Che stai dicendo?», la voce bassa e preoccupata di Theo mi fa innervosire.
«C'è, c'è un lupo ferito gravemente, ho bisogno di aiuto!», esclamo al limite del contegno, alzandomi e avanzando verso il tavolo dei medicamenti, «Ho bisogno di tante bende, tanti stracci, tanti-», sento una presa decisa sulla spalla e vengo voltata bruscamente davanti al ragazzo che mi guarda impassibile.