𝗖𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝟱- 𝗦𝘂𝘀𝗽𝗲𝗰𝘁

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Camminando lontana dal bosco, continuo a chiedermi perché mi trovavo proprio qui

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Camminando lontana dal bosco, continuo a chiedermi perché mi trovavo proprio qui.

Nell'ultimo luogo dove vorrei essere in questo momento.

Intorno a me non vi è altro che una distesa immobile di neve che, insieme alle rocce sparse in giro, forma una coltre candida sopra il terreno.

I miei scarponi affondano a ogni passo e mi sembra di aver corso una maratona per quanto sono stanca, decidendo di fare qualche sosta per riposare e prendere fiato.

Mi sento così debole che potrei lasciarmi cadere nel freddo e umido strato di neve e dormire tutto il giorno... non so nemmeno che ora siano.

Neanche il silenzio della natura mi permette di riordinare i pensieri che vorticano liberi e impetuosi nella mia mente confusa.

Tutti gli interrogativi che in questo momento m'inondano come una cascata d'acqua gelida non fanno altro che accentuare il mio malessere. Non riesco a capire come possa essere arrivata fino ai limiti del bosco e non ricordarmi niente, come se qualcosa abbia assorbito tutti i ricordi di quest'attimo e mi abbia lasciato con un'enorme lacuna da colmare, solo che non so come fare.

Più cerco di ricordare e più il dolore alla testa aumenta e capisco che è inutile sforzarsi per rimembrare qualcosa che l inconscio non permette di fare.

Arrivo all'interno di Proust e subito le case mi proteggono dal freddo vento che ha iniziato a soffiare, facendo suonare i piccoli campanelli posti fuori dai negozi e alzando qualche foglia secca.

Stranamente in giro si possono ancora trovare le persone intente a godersi l'inverno: i bambini giocano a palle di neve, costruiscono pupazzi o si mettono per terra e allargano braccia e gambe a formare un bel angelo, alimentando l'esasperazione delle mamme che dovranno mettere tutto a lavare e dovranno impedire che si ammalino; gli anziani tutti ben coperti si dilettano a passeggiare per la piazza, stando attenti a non scivolare e fare un volo in aria e infine gli altri, beh... sono semplicemente sorridenti, felici di vedere gli altri sorridere.

Felici della vita.

Sorrido anch'io.

Tutto si può pensare di questa cittadina tranne che, per quanto riguarda il periodo più triste dell'anno, a tutti i suoi abitanti piaccia vivere il momento senza pensare alle bufere, al freddo o a una possibile polmonite. Si pensa al lato positivo: ai giochi, alle passeggiate e alle chiacchiere.

Poco importa se poi ci si ritrova a letto per una settimana, almeno ci si è divertiti come si voleva fare.

O almeno è quello che la maggioranza degli abitanti pensa.

C'è sempre una parte che preferisce stare a casa a bersi una bevanda calda davanti al fuoco e magari vedersi un bel film, come me, l'ammetto.
Tutti lo vorrebbero, ma è anche bello stare fuori qualche volta.

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