Il bosco.
Un luogo pieno di mistero e fascino, ma allo stesso tempo pieno di pericoli.
E proprio questi porteranno le persone, nel corso dei secoli, a non addentrarsi tra i tronchi degli alberi o anche solo provare a osservare aldilà delle loro fro...
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Hunter's pov
Mi svegliai sotto le grida di persone lontane e lo sguardo sollevato di Chloe che, dall'alto del tavolo, mi fissava con un leggero sorriso.
Non so quanto tempo sia passato da quando sono svenuto per il dolore dilaniante che mi stava lacerando l'anima, ma ora mi sento decisamente meglio, anche se ancora un po' dolorante.
Chloe era uscita a vedere cosa stesse succedendo fuori da quella che poi ho riconosciuto fosse la bottega della signora Mand, mentre quest'ultima si premurava di curarmi la ferita e di farmi sentire meglio.
Dopo qualche minuto, Chloe è rientrata insieme alla madre di Isabelle, Amanda, e Zenaida.
Tutte e tre avevano delle espressioni esauste e scioccate addosso.
Avrei voluto poter assistere a quello che mi è stato riferito dal momento della mia perdita di coscienza, ma purtroppo non ho potuto resistere al dolore.
È stata più che una serata movimentata, è stato un incubo sotto forma di romanzo fantastico.
Non credo che ne rileggerò per molto tempo.
Troppe informazioni mi sono state riferite in quel lasso di tempo completamente nero, e ho dovuto starmene seduto a fissare un punto lontano per poter mettere a posto i pezzi e poter metabolizzare la faccenda.
Chloe sembra molto più turbata di me, ora che si trova al mio fianco, seduta comodamente in una poltroncina, mentre si tortura le mani e continua a guardare il cellulare sulle sue gambe.
«Vedrai che non è successo niente.», la rassicuro ancora indebolito.
Ho sentito il suono delle sirene dell'ambulanza da qui e subito dopo tante voci che chiedevano cosa fosse successo.
Non sono riuscito a capire cosa abbia detto Isabelle, il suo tono di voce era troppo basso.
Poi se ne sono andati e da quel momento il silenzio era l'unica cosa presente nei dintorni.
Chloe si volta verso di me, abbassando lo sguardo sulla ferita coperta da una fascia stretta.
«Ti fa ancora male?», chiede con occhi persi, continuando a torturarsi ininterrottamente quelle mani.