Capitolo 5

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Sabato mattina arrivò molto in fretta, nel pomeriggio avrei conosciuto la sua famiglia e non sono ancora capace di giocare a baseball. Ho passato tutta la notte sveglia, quindi decido di alzarmi dal letto e uscire fuori per allenarmi ancora un pochino, continuo a pregare di non far figure di merda come mio solito d'altronde. Una volta rientrata in casa, mi misi sul divano e crollai nel sonno più profondo.
" Emma svegliati dobbiamo andare su" riuscii a capire solo questo dalle tante parole che Jasper mi stava rivolgendo mentre mi scuoteva per svegliarmi.
"Cavolo mi sono addormentata, scusa scusa, ora vado a cambiarmi e tra 5 minuti arrivo"
"Va bene però muoviti non voglio fare tardi", ma potevo essere così maldestra da addormentarmi e rischiare di arrivare tardi, per fortuna avevo detto niente figuracce, iniziamo bene.
Faccio per aprire le portiera della macchina per salire ma rimango a fissare la mazza da baseball, " Questa è quella che userò io?" chiedo, " no no tu farai il lanciatore" risponde Jasper salendo in macchina, cavolo io mi sono esercitata solo come battitore. " no ma io sono un battitore, sai nella mia vecchia scuola abbiamo vinto il campionato" ecco ho appena detto la stronzata più grande del secolo. " Davvero? perfetto allora batterai al posto dei Esme tanto lei non è bravissima", " Ottimo vinceremo di sicuro" dissi sperando di darmi forza da sola. Durante il viaggio ero molto agitata sia per la cavolata di prima sia per il fatto di conoscerli, ma vi immaginate io in mezzo a loro, oddio. Arrivammo nel parcheggio ed iniziammo a incamminarci verso il campo, non era un vero e proprio campo è più che altro una distesa di erba. Ad un certo punto mi fermai e sussurrai tra me e me:" no non posso farcela"
" Cosa?" mi chiese Jasper
" Io non posso conoscerli, non sono all'altezza "
" Ehi tranquilla, gli piacerai sicuramente, anch'io la prima volta quando dovevo conoscerli ero agitato, pensa nel mio caso era una cena formale manco una partita?"
" Beh in effetti tu eri conciato peggio ora che mi ci fai pensare" risi
" Dai ora andiamo" iniziò ad incamminarsi ma io non mi mossi
" Perchè non vieni ora?" mi chiese Jasper
" Ma tu non fai parte di questa famiglia?" Non ci stavo capendo molto sinceramente
" Sì, perché?" Pronunciò queste parole con un tono confuso
" Allora perché dovetti presentarti"
" In poche parole sai quando ti dicevo che mi mancava una persona, lei si chiamava Alice ed era la loro figlia adottiva, una volta morta i Cullen decisero di adottare anche me e da allora faccio parte ufficialmente della loro famiglia." disse con un finto sorriso che nascondeva la tristezza, lo abbraccia e gli diedi un bacio sulla guancia per toglierli quel piccolo strato di tristezza:" su forza ci stanno aspettando e non voglio far tardi" lo presi per mano e ricominciamo a camminare, percepì che gli stava tornando il sorriso. Era strano lo conoscevo da poco ma mi sembrava di conoscerlo da sempre. Io non mi tranquillizzai del tutto anzi continuavo ad avere questa agitazione in corpo dovuto ora anche al fatto che la usa ex era morta ed era loro figlia adottiva, in cosa mi stavo incastrando.

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