SMALL HEAT, BIRMINGHAM
«Rose...» Mi voltai verso la voce e vidi Arthur, che mi venne incontro per stringermi in un abbraccio.
«Piangi cazzo, non trattenerti. Lasciati andare.»Nessuno mi aveva vista versare una lacrima dalla morte di John.
Nessuno.
Non riuscivo a piangere, non riuscivo a sprigionare la rabbia che avevo dentro.
Mi continuavo a dare la colpa. La colpa per tutto.Quando arrivò Tom, il mio cuore prese a battere più lentamente.
«Vieni qui.» Allargò anche lui le braccia e mi ci fiondai, senza perdere tempo.
Solo quando la mia guancia sprofondò contro il petto di Thomas, riuscii a piangere.
Ed a sentirmi un po' più leggera.La sua mano si posò sui miei capelli e li accarezzò con una delicatezza disumana.
«John...»
Il mento di Tom si appoggiò sulla mia testa e lo sentii sospirare. «Lo so, lo so.»
Le sue mani strinsero il mio viso dalle guance, in modo tale da farmelo alzare verso di lui e guardarlo negli occhi. «Cazzo hai una pallottola nel petto pure tu e nemmeno te ne stai rendendo conto.»«Vai con Ada, okay? Cerca di farti un bagno caldo e farti levare questa pallottola; poi non pensare a niente. Intesi? Niente.»
Le sue labbra si posarono contro la mia fronte ma non sentii niente di niente. Sembrava come se la mia anima fosse stata strappata via insieme a quella di John.
Perché noi eravamo così: due corpi e una sola anima. L'una valeva l'altra.Non mi accorsi neanche del fatto che Ada mi circondò le spalle e mi fece salire in macchina, dirette verso casa sua.
***
«Cazzo, Rose stai con me e cerca di provare a collaborare! Devi stringere i denti, okay?»
Riuscì ad avere la mia attenzione e con un solo sguardo, mia sorella capì che poteva procedere.
«Brucerà un po'. Ma farò veloce, okay? Te lo prometto.»Prese lo strumento adatto per tirare fuori quella dannata pallottola che non mi ha portata insieme a John, e la estrasse con una facilità assurda, facendomi toccare il cielo con un dito per un secondo e scendere di nuovo sulla Terra in un altro nano secondo.
«Scusa scusa, ora non brucerà più con questo, non brucerà più.»
Ada aveva la voce che tremava e il pianto ad un passo dal solcare le palpebre inferiori, ma non lo fece. Non lo fece per fare forza a me, come faceva sempre con i suoi fratelli, sempre e nonostante tutto.
Posò il suo sguardo sul mio e mi accarezzò i capelli, sospirando.
Depositò un bacio sulla mia fronte e dopo avermi aiutata a pulirmi dal sangue superfluo, mi infilai i vestiti puliti e caddi in un sonno profondo.***
Quel momento di riposo non durò molto.
Ada mi svegliò per un'ennesima riunione di famiglia.
Non ero pronta ad affrontare la visione della famiglia al completo, senza John.Infilai i mocassini e scesi giù con tutta la calma del mondo, trovando la famiglia attorno al tavolo che aspettava Thomas.
Appoggiai una spalla al pilastro vicino alle scale ed incrociai le braccia al petto; in quel momento scese Thomas, restandomi accanto, ma, di un metro più avanti.
«John è morto. Esme è tornata con i Lee insieme ai bambini e la nostra Rose si è presa una pallottola per proteggere nostro fratello.»
Finn portò di scatto lo sguardo sul mio.
Notai la preoccupazione che lo dominava, ma cercai di non pensarci troppo e di evitare gli sguardi degli altri.
«Michael è gravemente ferito. Sono sessanta o quaranta, le possibilità a suo favore.»
Zia Polly si voltò verso Thomas con sguardo contrariato. «Non c'è un numero e neanche una percentuale. Ce una mano, una mano sotto di lui che ferma la sua caduta.
Ho parlato con qualcuno... mio figlio vivrà.»Portai il mio sguardo preoccupato su Ada e lei ricambiò, posandolo poi, su Tom.
Quest'ultimo sospirò.
«Gli hanno sparato perché abbiamo ucciso una persona.»
Si voltò di poco verso di me, ma poi tornò sulla sua famiglia. «Vicente Changretta.»Arthur fece una smorfia.
«Suo figlio Luca è venuto per vendicarsi.
Sono arrivati uomini da New York e dalla Sicilia.
Finché non moriranno tutti i membri della famiglia, non se ne andranno.»Chiusi gli occhi, sospirando piano.
«È così che funziona.
Si chiama vendetta.»Ridacchiai.
«Quindi anche io dovrei vendicarmi, uccidendo Luca per John.» Dissi.Thomas scosse la testa.
«Assolutamente no. Tu non toccherai un'altra arma.»
Risi di gusto. «Vuoi che John muoia così? Senza qualcuno che lo vendichi? Bene.»
Tom lasciò correre il mio discorso.
Non ci diede chissà quale peso, ma non sapeva cosa gli aspettava.Dentro di me c'era una furia e quella furia doveva essere sprigionata.
«Ha ragione lei, Tommy.»
Si intromise Arthur.
«Quindi, appena arriverà il momento, io da fratello maggiore quale sono, pianterò questa pallottola nella sua testa di cazzo.»Posò la pallottola sul tavolo, con il nome di Luca inciso sopra, e Tom fece 'si' con un gesto impercettibile della testa.
«C'è stato risentimento tra di noi.»
Polly rise, al suono di quella frase che uscì dalla bocca di Thomas.
Come se si sentisse presa per il culo.
Arthur le disse di smetterla.«Finché non si risolve questa faccenda, si resta uniti.» Quella volta si girò del tutto verso di me e mi guardò negli occhi, senza ricevere una mia approvazione o altro.
«E si resta qui. Perché qui e nei dintorni ci possiamo fidare. Conosciamo ogni volto, ogni persona è un nostro soldato, qui.
Quelli sono professionisti, sanno quello che fanno, perciò ci servirà aiuto.»
Fece una breve pausa.«Ho chiesto ad Aberama Gold.» Johnny Dogs lo guardò con occhi spalancati. «No, Tom. Servono uomini buoni, non i selvaggi che ha lui ed io posso procuratene almeno cinquanta dei miei.»
Tom sospirò.
«Servono uomini cattivi per la guerra, Johnny.»
Johnny scosse ancora la testa. «Sono barbari, Tom. Non li facciamo neanche entrare alla fiera e, quando ci riescono, rubano i cavalli ai tuoi uomini, cazzo, alla tua gente.»Polly disse anche la sua, gesticolando.
«Quindi sarebbe questo il tuo piano, Tom? Una pallottola con un nome... ed un branco di selvaggi.»
Ci disse anche che Moss stava facendo di tutto per trovarli e che la polizia se ne fregava di noi.
Poi ci chiese di votare per mettere pace tra di noi.
Io votai per la pace, anche se non vedranno assolutamente quella.
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A f***ing mess 4 || Peaky Blinders
FanfictionDAL TESTO: Incrociai gli occhi di ghiaccio di quell'uomo che aveva reso la mia vita un inferno ma, al contempo, un piccolo angolo di paradiso. Incrociai gli occhi di colui che non riuscivo a smettere di amare nonostante tutto. Gli occhi di colui c...