12.

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«Buongiorno principessa.»

La voce di Finn mi fece sospirare. «Dormito bene?» Lanciai un'occhiataccia a Finn. «Torni a casa? Ti prego.» Scossi la testa. «Torno solo per cambiarmi, dato che voglio andare a trovare Michael. Ho bisogno di estraniarmi un po'.»

Alzai lo sguardo verso il suo e, dai suoi occhi, capii che aveva capito, o almeno, sperai fosse così.

***

Mi assicurai che la casa fosse vuota ed entrai dal retro, salendo direttamente verso camera mia.
Entrai e chiusi la porta a chiave, così come la lasciavo quando uscivo.

Aprii il cassetto dove tenevo i vestiti e scelsi dei pantaloni grigi, una camicia bianca ed il gilè grigio, con il solito cappotto nero, medesimo colore dei mocassini.

Mi feci una doccia veloce, una coda bassa e poi mi vestii.

Indossai il cappello col rasoio ed uscii.

Durante il tragitto verso l'ospedale, fumai almeno tre sigarette.
Quando arrivai vidi Thomas uscire dall'ospedale.
Anche lui lì? Mi leggeva nel pensiero?

Spensi la macchina e restai ad aspettare che se ne andava definitivamente.

Quando non lo vidi più, scesi dalla macchina e dopo un po' di camminata qualcuno mi afferrò dai fianchi e, dal profumo capii che era Thomas, cazzo.
Mi aveva sbattuta al muro ed alzato le mie braccia in alto, come faceva sempre.

«Cosa vuoi? Mi fai male, Tom!»

Sbottai senza guardarlo negli occhi.
«Sapere che cazzo ti passa per la testa! Davvero credevi di fregarmi così? Andando a dormire in scuderia? Finn mi ha detto tutto.»

Alzai gli occhi al cielo e poi li chiusi, sospirando.

«Non sei nessuno per dover sapere quello che faccio o non faccio.» Dissi a denti stretti, riaprendo gli occhi e posandoli sui suoi.
«Beh, qui ti sbagli.» Risi di gusto. Aveva confermato le mie parole urlate ieri, senza rendersi conto.

«Vedi che ho ragione? Ti è passato il ciclo ed ora sei dolce con me, tesorino? Non funziona così. Neanche Lucas era così rincoglionito come te!»

Gli sputai tutto in faccia e, con una ginocchiata ai gioielli di famiglia, riuscii a liberarmi e dirigermi verso l'ospedale, ma venni bloccata di nuovo, quella volta dalle sue fottute labbra sulle mie.

No. Non poteva vincere così.
Quella volta non avrebbe ottenuto quello che voleva, come faceva sempre.

Mi staccai contro voglia e gli diedi uno schiaffo sulla guancia, liberandomi per la seconda volta ed ottenendo la mia fottuta libertà.
La scusa di andare a trovare Michael mi avrebbe aiutata a restare lontana da tutti per qualche minuto.

***

Charles mi passò uno dei suoi giocattoli e mostrò uno dei sorrisi più veri che avevo mai visto, facendomi capire che voleva compagnia.
Mi alzai dalla sedia e mi piegai sulle ginocchia, sedendomi sul tappeto insieme a lui.

In quel momento entrò Polly.

«C'è Thomas. Ti prego, resta e basta.» Mi pregò zia Polly, così feci come disse, solo per il suo bene! Sia chiaro.
Diedi le spalle alla porta, ma, sentii lo stesso i passi di Tom ed il suo sospiro.

Charles mi passò un cavallino di legno e continuò a sorridermi.

«Cosa penserai di dire ad Arthur?»

Sentii dire da Polly, mentre il resto della conversazione non la ascoltai minimamente.
Mi alzai per prendere in braccio Charles, non volendo stare tra di loro.

«Vieni qui! Andiamo in camera della zia.»

Polly si schiarì la voce e Thomas mi bloccò. «No. Lui resta qui e tu vieni di là con noi.»
Non volevo litigare davanti al bambino, perciò lo misi giù e li seguii.

Affiancai Finn, che era appoggiato col bacino ad un mobile, e quest'ultimo mi accarezzò la schiena, facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla.

«Allora, che è successo? Abbiamo sentito diversi spari.»

Disse Arthur mentre sistemava della cocaina sul tavolo.
«Si, è così.»
Guardai Tom ed osservai il modo in cui gli tremavano le mani e lui cercava di nasconderlo.
«Oggi ho ucciso tre uomini ed ora i nostri nemici sono otto.»

Posai lo sguardo su Arthur, quando prese parola.

«Beh, immagino che... ti abbiano colto di sorpresa.» Thomas scosse la testa e non lo guardò. «No, io lo sapevo.»

Polly si intromise.
«Subito dopo Natale mi è arrivata una lettera di Luca Changretta. Mi offriva di risparmiare mio figlio se avessi consegnato Tom.»

Polly guardò Arthur.
«Ed io gli ho consegnato Tom.»

Thomas fece segno di 'si' con la testa e riprese parola.
«Questo era il piano su cui io e Polly ci siamo accordati. Sapevo che Luca avrebbe voluto premere il grilletto personalmente.»

Fece una piccola pausa ed Arthur fece sparire tutta la cocaina.

«Perciò ho usato la sua trappola per portarlo qui.»
Continuò Thomas.
Arthur tirò su con il naso per la cocaina e guardò Thomas.

«Sei un coglione, Tom.»

Thomas abbassò lo sguardo e torturò le sue stesse mani, nervoso come non mai.
«Senti, non avrò preso Luca ma ne ho presi tre! Questa è la situazione.»

Ridacchiai.

«Tu che hai da ridere?» Si voltò di scatto verso di me. «Ha ragione Arthur. Che cazzo ti costava premere quel grilletto?»

Tom continuò a guardarmi e scosse la testa, non rispondendo.

Mentre Johnny Dogs si complimentava con lui e rammentava il fatto che non si era rammollito, arrivò Charles che venne preso in braccio da suo padre.

Il mio sguardo cadde su Lizzie e detestai il modo in cui lo osservava.

«Brindiamo a Tom, il pazzo bastardo.»

A f***ing mess 4 || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora