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«Ho i documenti dell'iscrizione, mi serve una tua firma.» Osservai come Tom la guardava e ciò non mi piacque.

«E tu sei venuta fino a qui, per una mia cazzo di firma?»
So che i due hanno avuto qualcosa, ma non mi piaceva la storia, dopo ciò che mi disse Thomas il giorno prima.

«Tua moglie è morta ed ora anche tuo fratello.»

Doveva per forza ricordarlo? Cazzo.
«Pensavo che in qualche modo ti avesse cambiato.»
Fece una pausa ed io sospirai, ricevendo uno sguardo da parte di Thomas.

«Ma sembra come se nulla ti tocca.» Ridacchiai. «Tom, andiamo che abbiamo da fare?» Con non so quale momento di coraggio, mi intromisi nella situazione, mandando via un po' di fumo dalla bocca, della sigaretta che avevo acceso.

Uscimmo dal suo ufficio e mi diressi fuori, mentre finivo la sigaretta e lui mi seguiva.

D'un tratto mi afferrò dal gomito e mi sbattè contro il muro. «Che ti prende?» Feci spallucce, buttando via la sigaretta. «Charlie mi ha detto che ti devo tenere stretto e non farti portare via da nessuna.»
Tom alzò un sopracciglio.
«E da quando fai quello che ti dice Charlie?»
Sorrisi beffarda.
«Infatti non faccio quello che mi dice lui.»

Restammo a guardarci per qualche secondo fino a quando le nostre labbra si unirono in un bacio focoso.

Si staccò e mi guardò, accarezzando la mia guancia con il suo pollice.

«Vieni con me, voglio la tua compagnia oggi, ti va?»
Sorrisi.
«Certo che mi va.» Mi diede un altro bacio e poi mi porse la mano, che strinsi senza pensarci e feci anche intrecciare le nostre dita.

***

Arrivammo in questa specie di palestra e ciò mi fece pensare a Bonnie.
Avanzammo verso uno dei tanti ring, fino a ritrovarci di fianco ad Aberama Gold e l'allenatore di suo figlio.

Alzai lo sguardo e trovai Bonnie scontrarsi con uno.

«Mi raccomando, non consumare tutta la saliva.»
Sentii sussurrare da Tom e ciò mi fece trattenere una risata. «Geloso?» Posai lo sguardo sul suo e gli angoli della sua bocca si inclinarono verso il basso, facendo poi spallucce.

Quando il ragazzo finì, mi fece l'occhiolino prima di appoggiarsi alla rete e guardare il suo allenatore, chiedendogli un altro sfidante.

Il suo gesto mi fece sorridere.
Volevo tanto vedere la faccia di Thomas, ma non mi voltai verso di lui, volevo farlo ingelosire un po'.
«Non sei in una cazzo di fiera! Fai duecento salti con la corda, per aver preso per il culo un bravo pugile.»

Gli ordinò l'allenatore. Bonnie mi guardò e scosse la testa, ridendo e levandosi i guantoni.

Ridacchiai.

«Il ragazzo ha la testa dura.» Commentò l'allenatore e ciò mi fece posare lo sguardo su Thomas, che aveva appena posato gli occhi sull'uomo che si stava accedendo una sigaretta.

Aberama sorrise.

«Anche il pugno.
Allora? Che ne pensate?» Domandò. «Lavora sodo, ha coraggio. Deve lavorare un po' di più sulla difesa. Al momento il sinistro va bene solo per farsi le seghe.» Non riuscii a trattenere la piccola risata e Thomas mi guardò divertito.

«Non guadagnerete solo se vince, ma, in ogni caso è pronto?» Domandò Tom.

L'uomo lo guardò. «Qualcuno almeno l'ha iscritto?»
Thomas annuì, ma capii solo che l'aveva messo tra quelli migliori, così da poter diventare un professionista.
Poi aggiunse: «Manca solo la vostra controfirma.»

L'uomo ridacchiò.
«Come se potessi dirvi di no.»
Quella volta mi intromisi io, perciò Tom mi guardò sorpreso. «Ditecelo: è pronto?»

L'allenatore mi guardò ed alzò un sopracciglio, poi spostò lo sguardo su Bonnie.

Bonnie aumentò la velocità dei salti.

«È inesperto. Ma in trent'anni non ho mai visto uno più pronto di lui.» Il ragazzo posò la corda per terra e ci raggiunse, dicendo che aveva fatto tutti i salti.

Bonnie guardò Thomas.
«Chi sarà il mio avversario?» Chiese proprio a Tom.
Tom lo guardò e congiunse le proprie mani, dopo aver indicato un punto davanti a lui. «Quando sali sul ring, cosa vedi e cosa ti spinge a combattere?»

Bonnie fece spallucce e sorrise.

«Vedo me stesso a quarant'anni che avrà fatto qualunque cosa, qualsiasi tipo di esperienza. Non voglio diventare un barbone.»

In quel momento posò lo sguardo su di me e mi guardò dalla testa ai piedi, mettendomi inquietudine.
«Non sprecherò la mia vita, io riuscirò a diventare un campione.»

Gli disse qualcosa nella loro lingua, la lingua degli zingari, l'unica cosa che non ero riuscita ad imparare; ma dalla faccia di Bonnie era sicuramente qualcosa di incoraggiante.

Tom mi fece segno di seguirlo, mentre lo informò sull'identità del suo sfidante.

A f***ing mess 4 || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora