9.

936 41 0
                                    

Mi afferrò dalla spalla e mi fece passare per prima. «Andiamo ad avvisare Arthur, cazzo!»
Feci come disse e corremmo verso quella dannata casa.

Arrivammo di corsa e Finn avvisò Arthur. «Quegli uomini non erano per te. Forse sono da Michael!»

Arthur ci guardò con la rabbia negli occhi e si alzò, guardando male la donna.
Scaraventò il tavolo per terra ed uscì la pistola dal cappello. Capendo le sue intenzioni, mi intromisi nella situazione e lo strinsi dalla spalla.

«Dobbiamo andare all'ospedale. Ora!»

Ma Arthur non mi ascoltò.
Lasciai perdere la situazione e corsi dal resto del gruppo, arrivando piegata sulle ginocchia per lo sforzo.

«Loro ci raggiungeranno, noi andiamo da Michael!»

Dissi a Thomas ma, per fortuna, Finn riuscì a portare Arthur da noi, così andammo tutti insieme.

***

Entrammo nell'ospedale e ciò che ci trovammo davanti fu uno scenario angosciante: sangue sparso dappertutto.

Avanzammo lentamente, non sapendo cosa ci saremmo trovati davanti, fino ad arrivare alla camera di Michael.
«Michael!» Lo raggiunsi e lo aiutai a rimettersi in piedi.

Thomas ci raggiunse ed iniziò a fargli domande.

«Li ho sentiti arrivare ma la pistola-» Recuperò fiato ed io gli accarezzai la schiena, guardandolo negli occhi.
«La pistola si è inceppata. Sono scappati.»

Tom diede l'ordine agli altri di andarli a cercare, io, invece, corsi diretta alla ricerca di Luca.

Doveva morire, cazzo.

'Dove cazzo è andata?' Sentii urlare da Thomas e, non so come, me lo ritrovai davanti. Se ne approfittò per sbattermi contro il muro e farmi alzare le braccia, sempre contro di esso.

Le sue gambe si incastrarono nelle mie così da bloccarmi del tutto.

«Davvero credevi di riuscirci? Quelli non ci pensavano due cazzo di volte di farti fuori! Non fanno caso neanche al fatto che sei una donna. Una donna, cazzo! La mia donna.»

Davvero: Thomas era una frana in amore.
Prendeva sempre i momenti sbagliati.

Dal mio sguardo capì che non ricambiavo. O almeno, non in quel momento.
Mi lasciò andare e finalmente respirai.
«Andiamo alla sala scommesse. Ti calmi ed io faccio una telefonata, nel frattempo. Poi parliamo di noi. Okay?»

Annuii. Ma solo perché ero stanca e non avevo voglia di controbattere.

***

Finii di preparare la mia tazza di thè così, raggiunsi Thomas nel suo ufficio che, in quel momento, stava chiudendo una telefonata.
«Non abbiamo ucciso nessuno, porca troia.»

Mise giù il telegrafo e portò la schiena allo schienale della sedia, guardando un punto indefinito della stanza.

Io restai con la spalla appoggiata allo stipite della porta, mentre soffiavo sulla bevanda.

«Vieni qui, siediti.» Disse di punto in bianco.

Mi feci avanti e posai la tazza sulla scrivania, prima di sedermi.

«Non sono solo parole quelle che ti ho detto, okay? Io provo veramente qualcosa per te. E conoscendomi, dovresti sapere che devi sapermi tenere testa, cazzo.
Con Lizzie è stato uno sbaglio.
Tutto quello che hai visto era un errore. Non dovevo portarla lì e non stavo scopando veramente lei.»

Ridacchiai e lui mi guardò male.

«Infatti: non stavi scopando nemmeno me, ma la ragazza con cui sei stato prima di partire per la Francia. È questa la cosa che mi fa più schifo, Thomas!»
Spiegai, guardandolo dritto negli occhi.

Il suo sguardo restò incastrato nel mio.

«Come posso farmi perdonare?»
Feci spallucce.
«Dimostrandomi che davvero provi qualcosa per me.»

***

Il giorno dopo arrivammo al fiume ed intravidi, su una barca, la donna che si era occupata di Il segreto di Grace: May Carleton.

Vidi Tom apprestarsi nell'aiutare la signorina a scendere e ciò mi diede un po' fastidio, ma cercai di non farlo vedere troppo.
Charlie mi lanciò uno sguardo che non ricambiai.

La donna mi guardò e sorrise falsamente.

«La sua insistenza nel farmi venire in barca e non con un taxi è stata per farvi divertire, non è vero?»
Tom scosse la testa e lasciò andare la sua mano, affiancandomi.

«No, temo che tu venga uccisa o rapita.»

Charlie si intromise.
«In barca si vedono i posti più belli della città.»
Ridacchiai e la donna mi guardò, così presi parola.
«Sei con noi ora, sarai al sicuro.» Le feci l'occhiolino, ciò fece ridere Thomas.

***

Prima di entrare nel suo ufficio con loro, restai con Lizzie per prendere un bicchiere d'acqua.

«Salve, Lady Carleton.» May ridacchiò al saluto di Lizzie. «Non sono una Lady.» La nostra Lizzie scosse la testa ed il suo sguardo andò a finire su di me, che alzai un sopracciglio quando lo incrociai.

Dopo aver finito il bicchiere d'acqua li raggiunsi e non capii di cosa stavano parlando.

«Credevo lo approvassi.» Tom mi guardò. «Chiediamo a lei. Rose, ti piace come nome: Dangerous?»

Ci pensai su e provai a pronunciarlo.

«Dangerous... si, suona bene.»
May mi indicò e sorrise. «Perfetto.» Approvò Tom.
La signorina fece spallucce. «Vieni a vederla.» Spostai lo sguardo da Thomas e sospirai. «Se lascia Small Heat gli sparano.»

Dissi senza pensarci. Tom annuì.

«E poi sono occupato.» Aggiunse lui stesso.
May ci riprovò. «Beh, la buona notizia è che la tua puledra è la cavalla più veloce che abbia mai cavalcato.»

A f***ing mess 4 || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora